mercoledì 14 luglio 2010

It’s Time (Max Roach)

  Questo andrebbe forse alla voce «stranezze»: Max Roach nel 1962 aggiunge al un sestetto un coro misto, diretto da Coleridge Perkinson (che altrove lavorò con Roach in veste di pianista). It’s time sarebbe rimasto a lungo nel repertorio del gruppi di Roach; l’idea del complesso jazz + coro sarebbe stata ripresa pochissimi anni dopo, un po’ involgarita, da Donald Byrd per un disco Blue Note.
  Così scrive Roach nelle note di copertina: «Questo pezzo è scritto in Do minore e in tempo tagliato. Il periodo iniziale adopera la teoria dei metri misti, detti anche poliritmi, per creare le frasi melodiche e ritmiche, per esempio: le prime dieci battute sono composte di di due battute in 3/4, due in 4/4, due in 6/4 e due in 7/4. La forma è A-A-B-A. Segue un’improvvisazione di sax tenore quindi una di percussioni, entrambe con l’accompagnamento del coro. Infine, una ricapitolazione dell’apertura».

  It’s Time (Roach), da «It’s Time - Max Roach His Chorus and Orchestra», Impulse 11852. Richard Williams, tromba; Julian Priester, trombone; Clifford Jordan, sax tenore; Mal Waldron, piano; Art Davis, contrabbasso; Max Roach, batteria, arrangiamento; coro diretto da Coleridge Perkinson. Registrato il 15 febbraio 1962.

6 commenti:

niccolò ha detto...

It's Time, gran disco, mi piace moltissimo. Come mai secondo te Byrd avrebbe involgarito l'idea? Direi piuttosto che l'ha semplificato - per quel che ne possa capire di gospel, gli arrangiamenti di A New Perspective sono molto più classicamente gospel rispetto a quelli usati da Roach, ma non parlerei di involgarimento. Forse solo di minor coraggio, ecco.

Marco Bertoli ha detto...

Diciamo che ho un po' un pregiudizio contro Donald Byrd…

niccolò ha detto...

Ohibò, come mai? Per quella vecchia storia dei Blackbyrd? :)

Marco Bertoli ha detto...

No, per quanto non sia di mio gusto quel disco è una delle poche volte che DB ha cercato di fare qualcosa di personale. È semplicemente che mi sembra un musicista praparatissimo (fra l'altro, sia detto a tutto suo credito, con un'autentica vocazione per l'insegnamenot) ma che si è sempre accodato, di volta in volta, alle novità proposte da qualcun altro.

niccolò ha detto...

Ciononostante, i suoi dischi per Blue Note mi piacciono molto - grande hard bop! E' vero allo stesso tempo quello che dici...

Anonimo ha detto...

Un capolavoro della musica di Roach, indimenticabile il duetto batteria coro!
Da ascoltare necessariamente!