domenica 29 settembre 2019

The Muted Melody (Keith Tippett)

  Tour de force, o studio, di Keith Tippett in questo maestoso disco da poco ristampato. La melodia, non che muted, sommessa, può dirsi inesistente, o forse no. Nell'ultimo mezzo minuto, il piano è preparato con un pezzo di legno.

  The Muted Melody (Tippett), da «The Unlonely Raindancer», Discus 81CD. Keith Tippett, piano. Registrato il 21 aprile 1979.

sabato 28 settembre 2019

I Cover The Waterfront (Woody Herman)


 «I Cover The Waterfront» è una bellissima canzone del 1933 di Johnny Green ed Edward Heyman; è stato uno standard ma non so se lo si possa ancora dire tale, perché mi pare che pochi lo suonino più. 

  A dire il vero, stando alle parole dell’annunciatore di questa esecuzione del Second herd di Woody Herman (è l’orchestra dei Four Brothers), la canzone doveva essere alquanto démodé già in quel 1948. L’arrangiamento è di Ralph Burns e il lead è eseguito al sax alto da Woody stesso, nella sua vena hodgesiana.

  I Cover the Waterfront (Green-Heyman), da «Woody Herman ‘Live’ With The First And Second Herds», Mr. Music MMCD-7021. Woody Herman Orchestra: Stan Fishelson, Bernie Glow, Marky Markowitz, Shorty Rogers, tromba; Earl Swope, Ollie Wilson, trombone; Bob Swift, trombone basso; Woody Herman, Sam Marowitz, sax alto; Al Cohn, Stan Getz, Zoot Sims, sax tenore; Serge Chaloff, sax baritono; Fred Otis, piano; Jimmy Raney, chitarra; Walt Yoder, contrabbasso; Don Lamond, batteria. Registrato il 7 marzo 1948.


venerdì 27 settembre 2019

Jitterbug Waltz (Woody Shaw & Anthony Braxton)


  Anthony Braxton ha registrato diversi dischi di standard, progressivamente più strani e incomprensibili, a mio sommesso parere. 

  Ma eccolo nel 1977, con Woody Shaw e Muhal, e con il clarinetto, strumento che ha sempre suscitato i suoi estri più quieti.

Jitterbug Waltz (Waller), da «Iron Man», Muse MR 5160. Woody Shaw, cornetta; Anthony Braxton, clarinetto; Muhal Richard Abrams, piano; Cecil McBee, contrabbasso; Victor Lewis, batteria. Registrato nell’aprile 1977.

giovedì 26 settembre 2019

Bogalousa Strut – Steppin’ On The Gas – Everybody’s Talking About Sammy (Sam Morgan)


  Ieri ho ricordato Sam Morgan parlando di Jimmie Noone, e l’ho detto «misconosciuto», che insieme con «sottovalutato» è l’aggettivo del cuore dagli appassionati di jazz che scrivono sull’internet: quando parlano di un loro amore, fosse anche John Coltrane o Coleman Hawkins, questi è infallibilmente «sottovalutato», quasi lo riportassero loro alla luce in quel momento.

  Sam Morgan (New Orleans, 1895-1936) sottovalutato, anzi, misconosciuto lo è davvero e lo è a vero dire sempre stato, ma per buona parte è sua colpa: fu fra fra i pochi musicisti di valore che decisero di restare a New Orleans anziché trasferirsi sulle più prospere e ricche di futuro piazze musicali di Chicago e di New York. 

  Eppure le non tante matrici che incise per la Columbia con la sua band nel 1927 sono entusiasmanti; già è d’interesse l’organico, con due trombe e due saxofoni e il contrabasso in luogo del basso tuba, ma quello che più mi ha colpito la prima volta che le ho sentite è la scansione in 4, incalzante ed elastica, favorita appunto dall’uso del basso a corde: moderna. 

  Secondo lo storico Samuel Charters, gli otto pezzi della Sam Morgan Band sono le sole registrazioni che un complesso di New Orleans di prima classe e in piena forma abbia registrato negli anni Venti in quella città. Sull’effetto particolare che la strumentazione della band, con due cornette, due sax e trombone, sortisce sulla musica, ti invito a leggere quanto ne ha scritto in Early Jazz Gunther Schuller, che parla di «effetto quasi tridimensionale».

  Bogalousa Strut (Morgan), da «Oscar “Papa” Celestin / Sam Morgan. Recorded In New Orleans 1925-1928. The Complete Recordings», Jazz Oracle BDW 8002. Sam Morgan, Isaiah Morgan, cornetta; Jim Robinson, trombone; Earl Fouche, sax alto; Andrew Morgan, clarinetto e sax tenore; Tink Baptiste, piano; Johnny Dave, banjo; Sidney Brown, contrabbasso; Nolan Williams, batteria. Registrato nel 1927.

  Steppin’ On The Gas (Morgan), id.


mercoledì 25 settembre 2019

Apex Blues – A Monday Date – Sweet Lorraine (Jimmie Noone)


  Riapre Jazz nel pomeriggio, e vediamo per quanto, stavolta. Ma ormai si sarà capito che, pur in modo sussultorio, il mio affetto per questo blog è costante, almeno finché ci sarà chi ha voglia di ascoltare e di leggere.
  
  Si ricomincia con un musicista importante e qui inspiegabilmente trascurato, Jimmie Noone (New Orleans, 1895 - Los Angeles, 1944). 

  Come tanti musicisti ante-1945 che non siano proprio un Louis Armstrong o un Duke Ellington, anche Noone oggi è per gli appassionati «non specialisti» un puro nome, quando pure lo sia, e ciò malgrado sia stato uno dei clarinettisti preclari di New Orleans, dove suonò con bandleader leggendari come Freddie Keppard e Buddy Petit prima di trasferirsi, come tanti musicisti del Delta, a Chicago (lui vi arrivò con King Oliver nel 1918). 

  Dal 1926 ebbe una sua band all’Apex Club, locale al 330 della Trentacinquesima Est, chiuso nel 1930 in un raid proibizionista. Il complessino, che incise dischi per la Brunswick, la Vocalion e la Decca, presentava la singolarità di una frontline con clarinetto e sax alto, ma va ricordato che a New Orleans, negli stessi anni, il misconosciuto Sam Morgan sperimentava con un organico simile, più la tromba, e con un moderno contrabbasso al posto del basso tuba mantenuto invece da Noone; comunque i dischi di Noone influenzarono moltissimi clarinettisti, primo fra tutti Benny Goodman (che con Noone condivise anche un insegnante tedesco, Franz Schoepp) e furono un template per molti piccoli gruppi del primo Swing. Nel 1928, pianista della formazione fu Earl Hines. Due mesi prima di questa seduta, Hines aveva inciso con Armstrong West End Blues e Weather Bird, reinventando il pianoforte jazz. In Sweet Lorraine, con un assolo mozzafiato, si appropria dell’esecuzione.

  Apex Blues (Noone), da «Jimmie Noone. Apex Blues, The Original Decca Recordings Featuring Earl Hines», Decca Jazz-GRP Records. Jimmie Noone, clarinetto; Joe Poston, sax alto; Earl Hines, piano; Buddy Scott, banjo; Lawson Buford, tuba; Johnny Wells, batteria. Registrato il 23 agosto 1928.

  A Monday Date (Hines), id.

  Sweet Lorraine (Burwell-Parrish), id.