venerdì 30 settembre 2011

On Green Dolphin Street (Sonny Rollins)

  Ammetto che alle volte Sonny Rollins, nella sua furia parodica verso le melodie degli standard, mi è risultato irritante: un po’ come Glenn Gould in certe sue polemiche anti-interpretazioni mozartiane. Vince poi l’ammirazione per l’intelligenza e la musicalità perversa di simili grandi, ma sinceramente sentire Green Dolphin presa così a pesci sui denti mi addolora un po’.

  Tengo comunque presente che era il 1965, quando Sonny stava aprendo le orecchie a quanto gli andava accadendo intorno nel jazz: è curioso (e, di nuovo, può risultare stridente) come lui e la sezione ritmica procedano con perfetta indifferenza reciproca su due binari diversi e neanche paralleli.

  On Green Dolphin Street (Kaper), da «On Impulse», Impulse! B0009785-02. Sonny Rollins, sax tenore; Ray Bryant, piano; Walter Booker, contrabbasso; Mickey Rocker, batteria. Registrato l’8 luglio 1965.



  Download

giovedì 29 settembre 2011

Sound 1 (Roscoe Mitchell)

  Da ultimo, o lettore implicito, son poche le soddisfazioni mi dai, come commentatore. Capisco che forse per te, come per me, settobre sia un momento transizionale dolente, perché le statistiche del sito mi dicono che non solo non commenti, ma ascolti anche poco o per niente le mie proposte. Forse sei stufo/a di jazz e ascolti solo Donizetti o Lady Gaga. Ma non importa davvero, perché le musiche resteranno lì dove sono, e altrettanto le mie spieghe, almeno finché Blogspot o DivShare non chiuderanno i battenti o non mi chiederanno dei soldi, che per quanto mi riguarda è la stessa cosa.

  Comunque, non so bene se contando sul tuo risveglio o sulla tua finale e acquiescente apatia, ti ammollo oggi uno dei pezzi più lunghi pubblicati finora su JnP e, direi senza incertezza, il più difficile. Questo disco, e in particolare Sound 1 che (forse) ascolterai, sono stati accostati per importanza storica a «Free Jazz» e ad «Ascension».
  Non siamo a quei livelli, ma ad alti livelli, però, sì: Roscoe Mitchell, musicista di talento e di intelligenza superiore al talento, si esprime qui già tutto intero, esplorando per primo – ma seguendo la generale premonizione del penultimo Coltrane, quello di «Expression» – territori testurali ancora impraticati dal jazz d’avanguardia, e fra questi un uso, che in seguito non ha lui stesso mai più eguagliato, del silenzio e della densità della musica in una cornice formale tenue in apparenza, ma in realtà molto leggibile ed efficace (lo seguì per quella strada, nel 1970, Marion Brown con «Afternoon of a Georgia Faun», che aveva fra gli altri Braxton, Corea, Cyrille ma che, a differenza di questo, è un disco che non ho mai capito. L’ho anche ascoltato poco, trovandolo noiosissimo).

  Storicamente, il disco è importante perché, nel 1966, è la prima pubblica dimostrazione in disco della poetica più avanzata uscita dalle elucubrazioni dell’AACM di Chicago; e perché è una specie di prova generale dell’Art Ensemble of Chicago, con in più il trombonista e violoncellista Lester Lashley, «Kalaparusha» Maurice McIntyre e il batterista Alvin Fielder; manca, alla prima formazione dell’AEOC, solo Joseph Jarman (Don Moye si sarebbe aggregato in seguito, a Parigi). Direi che il sestetto renda meglio che l’AEOC nella maggior parte dei suoi dischi, se posso esprimere la mia opinione di ascoltatore il quale, che Dio lo perdoni, non ha mai amato l’AEOC.

  Sound 1 (Mitchell), da «Sound», Delmark DE-408. Lester Bowie, tromba, flicorno; Lester Lashley, trombone, violoncello; Roscoe Mitchell, clarinetto, sax alto, flauto dolce, percussioni; Malachi Favors, contrabbasso; Alvin Fielder, batteria. Registrato il 10 agosto 1966.



  Download

mercoledì 28 settembre 2011

[Guest Post #7] 403 & Count Basie e James Bond

  Torna 403. Mi permetto di aggiungere che il mio giudizio su questa prestazione del Conte è meno arcigno di quello di 403.

  Al momento della registrazione sono usciti solo i primi quattro titoli della ormai quasi cinquantennale saga cinematografica dell’agente 007. Count Basie e la sua orchestra, sia pure all’interno di un’operazione chiaramente «alimentare», offrono un servizio di tutto rispetto alle musiche di John Barry e soci. Disco uscito nel 1966 e ristampato nel 2002 dopo essere rimasto fuori catalogo per decenni.

  007 (Barry), da «Basie Meets Bond», Capitol Jazz 7243 5 38225 2 1. Al Aarons, George Cohn, Phil Gilbeau, Wallace Davenport, tromba; Grover Mitchell, Henderson Chambers, Al Grey, Bill Hughes, trombone; Bobby Plater, sax alto e flauto; Marshall Royal, sax alto; Eric Dixon, sax tenore e flauto; Eddie «Lockjaw» Davis, sax tenore; Charles Fowlkes, sax baritono e clarinettto; Count Basie, piano; Freddie Green, chitarra; Norman Keenan, contrabbasso; Sonny Payne, batteria. Arrangiamento di George Williams. Registrato fra il 22 e il 31 dicembre 1965.



  Download

  Goldfinger (Barry-Bricusse-Newley), id. Arrangiamento di Chico O’Farrill.



  Download

  Thunderball (Barry-Black), id. Arrangiamento di Chico O’Farrill.



  Download

  From Russia With Love (Bart), id. Arrangiamento di George Williams.



  Download

martedì 27 settembre 2011

Love, Gloom, Cash, Love (Herbie Nichols)

  Che disastro che Herbie Nichols non abbia potuto suonare e incidere di più con musicisti al suo livello. Con lui, anche gente come Roach, Blakey, Richmond, per tacere dei contrabbassisti, suonavano addirittura meglio del loro solito.

  Love, Gloom, Cash, Love (Nichols), da «Love, Gloom, Cash, Love», Betlehem/Rhino 76690. Herbie Nichols, piano; George Duvivier, contrabbasso; Danny Richmond. Registrato nel novembre 1957.



  Download

Chega de Saudade [No More Blues] (Gary Burton)

  Siccome l’ineffabile Paolo Lancianese mi ha or non è molto accusato di negligere i vibrafonisti (ingiustamente: fra l'altro è vibrafonista un mio prediletto, Walt Dickerson), mi porto avanti con questa Chega de Saudade nella quale Gary Burton sovrappone il proprio strumento, se non sento male, tre volte.

  Buon appetito a chi ne ha per quello strumento; per me, questa è una vera indigestione dello scampanante idiofono.

  Chega de Saudade (No More Blues) (Jobim), da «Alone At Last», Atlantic 7567-80762-2. Gary Burton, vibrafono. Registrato nel 1971.



  Download

lunedì 26 settembre 2011

Assunta (Freddie Hubbard)

  La Blue Note, negli anni Sessanta, sembra che davvero lavorasse per la gloria, a giudicare dalle cose che registrava (fra l’altro pagando i musicisti per le prove) e poi non pubblicava. Questo disco a nome di Freddie Hubbard, del 1962 ma pubblicato solo nel 1979, ne è un esempio. La formazione è astrale e non delude.

  Assunta (Cal Massey), da «Here To Stay», Blue Note 946 2 62661 2. Freddie Hubbard, tromba; Wayne Shorter, sax tenore; Cedar Walton, piano; Reggie Workman, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato nel dicembre 1962.



  Download

domenica 25 settembre 2011

Port of Call (Cecil Taylor)

  Magnifico Cecil Taylor trentenne, in un pezzo che ne dimostra le credenziali jazzistiche (swing, blues feeling).

  Port of Call (Taylor), da «The World of Cecil Taylor», Candid CANI 79006). Cecil Taylor, piano; Buell Neidlinger, contrabbasso; Dennis Charles, batteria. Registrato il 12 o il 13 ottobre 1960.



  Download

A Prescription for the Blues (Horace Silver)

  Questo blues che apre il disco omonimo di Horace Silver, il suo ultimo a tutt’oggi, ha una somiglianza perfino sospetta con The Cape Verdean Blues di oltre trent’anni prima, fatto salvo il modo, che là era minore. Fa niente.

  I fratelli Brecker avevano lavorato con Horace ai loro esordi, li si sente nel Blue Note «You Gotta Take a Little Love» del 1969; e prima ancora di loro, naturalmente, così aveva fatto Louis Hayes.

  A Prescription for the Blues (Silver), da «A Prescription for the Blues», Impulse IMPD 238. Randy Brecker, tromba; Michael Brecker, sax tenore; Horace Silver, piano; Ron Carter, contrabbasso; Louis Hayes, batteria. Registrato il 29 o il 30 maggio 1997.



  Download

sabato 24 settembre 2011

Who Knows? (Thelonious Monk) (Dave Douglas)

  Dal repertorio monkiano, Dave Douglas è andato a ripescare Who Knows?, un pezzo del primo periodo Blue Note, attorta melodia che Monk non avrebbe mai più ripreso. Il 21 novembre 1947 ne vennero fatte otto take, di cui sopravvivono il master, che senti qui, e un’alternate.

  Sul bridge, nel corso del suo assolo, il povero trombettista George «Flip» Taitt, che pure non è quel cane che sembra a leggere certe storie, s’incarta miseramente. Nel suo assolo, Sahib Shihab cita il 52nd Street Theme, che in quel momento Monk non aveva ancora inciso; lo stesso fa Douglas nella sua versione, al minuto 02:11, e poco prima accenna a Stranger in Paradise, la canzone che Taitt, in quella seduta che lo mise in tante ambasce, si trovò più volte a citare.

  L’esecuzione di Douglas, insomma, non è tanto un omaggio alla composizione monkiana: lo è proprio a quella unica esecuzione del pezzo.

  Who Knows? (Monk), da «Genius of Modern Music, Volume One», Blue Note 7243 5 32138 2 4. George Taitt, tromba; Sahib Shihab, sax alto; Thelonious Monk, piano; Bob Paige, contrabbasso; Art Blakey, batteria. Registrato il 21 novembre 1947.



  Download

  Who Knows?, da «Five», Soul Note 121276-2. Dave Douglas, tromba; Mark Feldman, violino; Erik Friedlander, violoncello; Drew Gress, contrabbasso; Michael Sarin, batteria. Registrato il 31 luglio 1995.



  Download

venerdì 23 settembre 2011

Willow Weep For Me (Joe Turner)

  Willow Weep For Me (Ronell), da «Smashing Thirds», MPS Records 15254. Joe Turner, piano; Hans Rettenbacher, contrabbasso; Stu Martin, batteria. Registrato nel 1969.



  Download

giovedì 22 settembre 2011

The Lord Is Listenin’ To Ya, Halleluljah! (Carla Bley)

  Qui Carla Bley scherza o fa sul serio? Con lei non so mai dire con certezza.

  The Lord Is Listenin’ To Ya, Halleluljah!
(Carla Bley), da «Song With Legs», Watt/26 527068. Andy Sheppard, sax alto; Carla Bley, piano; Steve Swallow, basso elettrico. Registrato nel maggio 1994.



  Download

Black and Blue (Booker Ervin)

  La canzone di Fats Waller, resa popolarissima anche da Louis Armstrong, non ha conosciuto molte interpretazioni moderne, cosa anche comprensibile, se ne hai presente il testo. Questa di Booker Ervin del 1963, giudiziosamente ammodernata, è intensa; lo sostiene ottimamente il suo vecchio sodale Horace Parlan e al suo fianco, ispirato come sempre, c’è Frank Strozier.

  Black and Blue (Razaf-Waller-Brooks), da «Exultation!», Prestige/OJC 835. Frank Strozier, sax alto; Booker Ervin, sax tenore; Horace Parlan, piano; Butch Warren, contrabbasso; Walter Perkins, batteria. Registrato il 19 giugno 1963.



  Download

martedì 20 settembre 2011

On the Sunny Side of the Street - Solitude - Goose Pimples - Mean to Me (Ruby Braff & George Barnes)

  Ruby Braff è nel mio cuore e in quello di tanti, spero, come uno dei più grandi trombettisti (cornettisti) di tutti i tempi, forse già lo sai, se no rovista nei nomi qui a destra; il quartetto che a lungo ebbe con due chitarre e due fuoriclasse come George Barnes e soprattutto Michael Moore, contrabbassista sublime, è per me la perfezione del mainstream oltre il mainstream stesso, proprio come lo stile di Ruby.

  On the Sunny Side of the Street (Fields-McHugh), da «Live at the New School», Chiaroscuro 126. Ruby Braff, cornetta; George Barnes, Wayne Wright, chitarra; Michael Moore, contrabbasso. Registrato il 22 aprile 1974.



  Download

  Solitude (Ellington), id.



  Download

  Goose Pimples (Henderson-Trent), id.



  Download

  Mean to Me (Ahlert-Turk), id.



  Download

lunedì 19 settembre 2011

The Dark Tree - Niger’s Theme (Horace Tapscott)

  Considerata la bella, serena indifferenza* con cui hai accolto un pezzo di Horace Tapscott quando te l’ho recentemente presentato con un entusiasmo che avrai giudicato degno di miglior causa, ecco ora due pezzi di Horace Tapscott in una diversa formazione, vent’anni prima. La forza creativa non vi è minore che nei contemporanei gruppi di Cecil Taylor.

  * Paragonabile a quella riservata due giorni fa a Thomas Chapin. Ma c’è vita oltre il mainstream (lo ricordo in primo luogo a me stesso).

  The Dark Tree (Tapscott), da «The Giant Is Awakened», Flying Dutchman FDS-107. «Black» Arthur Blythe, sax alto; Horace Tapscott, piano; David Bryant, Walter Savage Jr., contrabbasso; Everett Brown Jr., batteria. Registrato il primo aprile 1969.



  Download

  Niger’s Theme (Tapscott), id.



  Download

Georgia on My Mind - Stompin’ at the Savoy (Tal Farlow)

  Tal Farlow, con Jimmy Raney e Johnny Smith il chitarrista bianco di jazz più in vista degli anni Cinquanta, si ritirò dalla vita musicale verso la fine di quel decennio e diventò pittore d’insegne (mi ha sempre sorpreso come questa potesse essere, negli USA, una via praticabile per buscarsi il pane: aveva cominciato così Duke Ellington).

  Farlow tornò alla musica nel 1976, incidendo dei dischi per la Concorde di cui questo è il primo. In fast company e senza batteria, Farlow, che gli anni di maneggio di pennelli e pennellesse sembrano avere lasciato intatto, si diverte a suonare Georgia on My Mind veloce e Stompin’ at the Savoy, invece, piuttosto lenta e con il famoso call and response iniziale ripitturato a tinte quasi sinistre. Beh, bello. Il più bravo, comunque, è Ray Brown.

  Georgia on My Mind (Carmichael), da «A Sign of the Times», Concord Jazz CCD-4026. Tal Farlow, chitarra; Hank Jones, piano; Ray Brown, contrabbasso. Registrato il 2 agosto 1976.



  Download

  Stompin’ at the Savoy (Sampson), id.



  Download

domenica 18 settembre 2011

Donna Lee - Stardust (Clark Terry)

  È strano che un trombettista di rilievo e così presente sulla scena del jazz del dopoguerra esordisse discograficamente a suo nome solo nel 1954 (parlo di Clark Terry, che è del 1920). Questo disco è del ’57 ed è solo il suo quinto. Rimane uno dei più famosi e sicuramente dei più belli. Terry prese la sezione ritmica di Miles Davis e volle con sé Johnny Griffin (la Riverside dovette richiederlo in prestito alla Blue Note), che quell’anno serviva nei Jazz Messengers.

  Tutto congiurava verso una blowing session nel più puro spirito dell’hard bop: tutto tranne il leader, che aveva e ha un suono e uno stile che rimandano, pur nel loro aggiornamento, a tempi allora già lontani del jazz, anche nella boppistica corsa a ostacoli melodico-armonica che apre il disco, Donna Lee, composta dal suo concittadino e antico protegé Miles.

  Donna Lee (Davis), da «Serenade to a Bus Seat», Riverside/OJC 66. Clark Terry, tromba; Johnny Griffin, sax tenore; Wynton Kelly, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il 27 aprile 1957.



  Download

  Stardust (Carmichael), id.



  Download

sabato 17 settembre 2011

Aeolus - Alphaville - The Roaring S (Thomas Chapin)

  Thomas Chapin (1958-1998) ha lasciato un po’ di dischi e una viva memoria di sé in chi l’ha conosciuto e l’ha sentito di persona, e certamente anche in quelli, non moltissimi, che hanno sentito i dischi.
  Un multisaxofonista e flautista formatosi nella tradizione del jazz moderno, Chapin fu studente di Jackie McLean e di Paul Jeffrey (che gli insegnò «il catechismo del bebop») e fece parte dell’orchestra di Lionel Hampton come primo sax alto e direttore musicale per buona parte degli anni Ottanta. Fu associato via via a figure assai diverse fra loro, come Tom Harrell, Chico Hamilton e John Zorn, perfino a gruppi di alternative rock ma la sua formazione ideale era questo trio, che cominciò nel 1989 e qui ascolti in un disco postumo ma attentamente programmato da Thomas, che ne scelse anche la copertina.

  Chapin, partendo da basi mainstream, si trasformò in un compositore e strumentista avventuroso, sempre molto comunicativo, un virtuoso totale dei suoi strumenti aperto ai suoni della natura e del caso: in Alphaville (ispirato al film di Godard) «suona» una sveglia, in The Roaring S un sax alto privato dell’ancia. Il filmato che ho collegato qui sopra, del 1993, mostra la fisicità incontenibile del suo suonare: non meraviglia che citasse Rahsaan Roland Kirk come un’ispirazione principale.

  Aeolus (Chapin), da «Night Bird Song», Knitting Factory Records KFR-240. Thomas Chapin, flauto; Mario Pavone, contrabbasso. Registrato il 28 o il 29 agosto 1992.



  Download

  Alphaville (Chapin), ib. Chapin, sax alto; Pavone; Mike Sarin, batteria, percussioni.





  The Roaring S (Chapin), c.s.



  Download

venerdì 16 settembre 2011

[Guest Post #6] Sergio Pasquandrea & Ray Charles

  Tarde non fûr mai grazie divine, e l’attesa per il guest post di Sergio Pasquandrea, spleenetico tenutario di uno dei pochissimi blog italiani che valga la pena di leggere tutti i giorni, è ben ricompensata (anch’io, quando Sergio mi ha inflitto questo blindfold test, sono andato per farfalle. Ma io, del resto, nei quiz sono pessimo).

  Per molto tempo, il nomignolo di «Genius» ha avuto per me un valore del tutto astratto.
  D’accordo, la fusione di generi, il blues, il rhythm’n’blues il gospel. D’accordo, il padre del soul, e volendo anche del rock’n’roll. Cantante che spaziava dal crooning allo shouting, ottimo pianista con chiare radici stride, songwriter spesso folgorante. Però, «genius»?

  Poi, un giorno, un amico ci propose un blindfold test e ci fece sentire un blues. Si intitolava Charlesville; il pianista suonava un hard bop impeccabile, con tutto il bebop e l’eccitazione del caso.

  Si affastellarono nomi che andavano da Tommy Flanagan a Red Garland, da Ray Bryant a Phineas Newborn.

  E invece era lui, Ray Charles.
  Dilatazione mandibolare collettiva.

  Allora, capii. The Genius. Giù il cappello, signori.

  [A proposito del disco: «Soul Brothers / Soul Meeting» è un doppio cd che riunisce due album Atlantic del 1958, incisi insieme a Milt Jackson e a sidemen blasonatissimi (Kenny Burrell, Percy Heath, Art Taylor, fra gli altri). Ci sono anche varie bonus tracks, fra le quali questa traccia in trio, rimasta esclusa, chissà perché, dall’edizione in LP].

  Charlesville (Ray Charles), da «Soul Brothers / Soul Meeting», Atlantic 757-81951-2. Ray Charles, piano; Oscar Pettiford, contrabbasso; Connie Kay, batteria. Registrato il 12 settembre 1957.



  Download

giovedì 15 settembre 2011

A Good Man Is Hard to Find (Frankie Trumbauer, Adrian Rollini)

  Nel sommario e improvvisato florilegio rolliniano di due sere fa, ho tralasciato sventatamente di farti sentire Rollini con Bix & Tram. In A Good Man Is Hard To Find, in particolare, risalta la sua classe come accompagnatore (di un livello – per agilità, scelte armoniche, capacità d'ascolto – inattingibile a qualunque tubista dell’epoca, per tacere dei pochissimi contrabbassisti) e anche come solista. La formazione, che è a nome di Frankie Trumbauer, è l’almanacco di Gotha del jazz bianco e il pezzo, ne converrai, è un gioiello di cool jazz avanti lettera, come sempre quando c’è di mezzo Trumbauer.

  A Good Man Is Hard to Find (Green), da «Bix Beiderbecke, Volume I: Singin' The Blues», Columbia Masterworks CK 45450. Bix Beiderbecke, cornetta; Bill Rank, trombone; Pee Wee Russell, clarinetto; Frankie Trumbauer, sax tenore in do; Don Murray, sax tenore; Adrian Rollini, sax basso; Joe Venuti, violino; Frank Signorelli, piano; Eddie Lang, chitarra; Chauncey Morehouse, batteria. Registrato il 25 ottobre 1927.



  Download

Prayer to the East - Love Dance (Yusef Lateef)

  Yusef Lateef manca da un po’ da Jazz nel pomeriggio, dove so che è molto gradito: rieccolo in uno dei suoi dischi più belli (è quello con il cobra in copertina).

  Qui lo sentiamo al flauto: in Prayer to the East, dove canta nello strumento (à la Roland Kirk) citando Funiculì Funiculà (!), poi in Love Dance. Questa poi è bella: si tratta di una composizione di Lex Baxter, il maestro del genere exotica lounge (notevole musicista, intendiamoci, nell’ambito di un Kitsch consapevole, quindi parzialmente esorcizzato): uno penserebbe che uno studioso serio della musica orientale come Lateef dovesse disprezzare cose simili, ma i veri artisti non hanno pregiudizi, e Love Dance risulta in un pezzo prettamente lateefiano.

  È anche l’occasione per risentire l’incantevole suono della tromba di Wilbur Harden.

  Prayer to the East (Jackson), da «Prayer to the East», Savoy SV-0210. Wilbur Harden, tromba; Yusef Lateef, flauto; Hugh Lawson, pano; Ernie Farrow, contrabbasso; Oliver Jackson, batteria. Registrato il 10 ottobre 1957.



  Download

  Love Dance (Baxter), id.



  Download

mercoledì 14 settembre 2011

The Mooche (Duke Ellington)

  C’è bisogno che ne dica qualcosa? Solo questo: stavo leggendo or ora il blog di Ethan Iverson, dove ricorda questa versione di The Mooche con le parole di Fred Hersch: «The dueling clarinet section is one of the great moments in jazz». Hai il coraggio di non essere d’accordo?

  The Mooche (Ellington), da «Hi-Fi Ellington Uptown», Columbia 88697145502. Cat Anderson, Clark Terry, Willie Cook, Ray Nance, tromba; Juan Tizol, Quentin Jackson, Britt Woodman, trombone; Jimmy Hamilton, Russell Procope, clarinetto; Hilton Jefferson, sax alto; Paul Gonsalves, sax tenore; Harry Carney, sax baritono; Duke Ellington, piano; Wendell Marshall, contrabbasso; Louis Bellson, batteria. Registrato il 7 dicembre 1951.



  Download

Davenport Blues - Sugar - Bouncin’ in Rhythm - Vibrollini (Adrian Rollini)

  Su Adrian Rollini e su una certa marca di jazz o para-jazz bianco degli anni Trenta ambirei a scrivere più di un routiniero post di commento, bensì un articoletto, di quelli che ogni tanto mi vengono bene. Ma: stasera fa troppo caldo, io sono stanco e di umore stinfio, come diceva Piperita Patty, eppure proprio questa sera ho ripescato un disco di Rollini e la regola di questo gioco vuole che te lo serva caldo e fragrante. Quindi, comincio col fartelo sentire, che è poi quello che importa; un’altra volta ne parleremo meglio – casomai, ricordamelo tu. Intanto tieni presente che il disco da cui ho tolto questi pezzi contiene un eccellente saggio di Richard M. Sudhalter, che sui jazzisti bianchi fra anni Venti e Quaranta credo ne sappia più di chiunque altro (diciamo pure che è un vero fanatico, forse anche vagamente razzista).

  Ad ogni modo, Rollini (1903-1956) è stato l’unico saxofonista basso degno di nota (i moderni, e intendo Braxton, Mitchell e i chicagoani dell’AACM, hanno sempre usato quell’ordigno e l’ancora più minaccioso sax contrabbasso per puro effetto, mentre per i contemporanei di Rollini esso sostituiva il basso tuba), saxofonista musicalissimo e disinvolto fin dai suoi esordi con Bix Beiderbecke. In queste incisioni, a volte, sembra di sentire un sax baritono, ma nemmeno Harry Carney, piuttosto Mulligan: presta attenzione al lead di Sugar, e alle figure che Rollini vi esegue sotto l’assolo di Benny Goodman. In Davenport Blues, si sentono una intro e outro che sarebbero diventate poi parte di ogni esecuzione, ma non so se si debbano a Rollini o a George van Eps, che di quell’orchestra era il principale arrangiatore.

  Rollini era anche pianista, vibrafonista e xilofonista, nonché cultore di arnesi grotteschi e misericordiosamente caduti in oblìo come il goofus e la hot fountain pen. Musicista tutto d’istinto, sul vibrafono Rollini stava in bilico fra jazz e musichetta novelty, come qui senti in Vibrollini, una sua composizione formalmente piuttosto elaborata, tuttavia.

  Di Rollini puoi anche vedere qualcosa su Youtube e soprattutto puoi leggere su di lui quest’interessante articolo di John Altman.

  Davenport Blues (Beiderbecke), da «Adrian Rollini 1934-1938», Retrieval RTR 79042. Manny Klein, Dave Klein, tromba; Jack Teagarden, trombone; Benny Goodman, clarinetto; Arthur Rollini, sax tenore; Adrian Rollini, sax basso; George van Eps, chitarra; Artie Bernstein, contrabbasso; Stan King, batteria. Registrato il 23 ottobre 1934.



  Download

  Sugar (Pinkard-Mitchell-Alexander), ib.



  Download

  Bouncin’ In Rhythm (Mannone), ib. Wingy Mannone, tromba; Joe Marsala, clarinetto; Adrian Rollini, sax basso; Putney Dandridge, piano; Carmen Mastren, chitarra; Sid Weiss, contrabbasso; Sam Weiss, batteria. Registrato il 14 giugno 1935.



  Download

  Vibrollini (Rollini), ib. Adrian Rollini, vibrafono; Frank Victor, chitarra; Haig Stephens, contrabbasso. Registrato il 4 dicembre 1936.



  Download

martedì 13 settembre 2011

Tears For Dolphy (Ted Curson)

  Ted Curson, trombettista illustratosi soprattutto con Mingus, ha una cospicua discografia a suo nome, tutta di livello almeno buono. Metà di questo disco è in quintetto con Robin Kenyatta, altro misconosciuto dallo stile molto personale, e una ritmica stellare. La bella composizione, nel genere della trenodia jazzistica di cui I Remember Clifford è l’esempio più noto, è di Curson.

  Tears For Dolphy (Curson), da «Quicksand», Atlantic P 7532A. Ted Curson, tromba; Robin Kenyatta, sax alto; Kenny Barron, piano; Richard Davis, contrabbasso; Albert Heath, batteria. Registrato nel maggio 1974.



  Download

lunedì 12 settembre 2011

Bud on Bach - Some Soul (Bud Powell)

  Bud on Bach: Bud Powell esegue, male, l’insulso Solfeggietto in do minore di Carl Philipp Emanuel Bach, un pezzullo un tempo di moda nella didattica pianistica e che anche Ahmad Jamal ama citare nei suoi assoli (per esempio qui in Wave, a 0:27), e poi vi improvvisa swingando, con molto più sugo.

  In questa sua tarda e ultima seduta per la Blue Note, organizzata in qualche modo (in cinque pezzi c’è Curtis Fuller), Bud improvvisa anche questo blues Some Soul, che il biografo della Blue Note, Richard Cook, indica come esempio in cui il povero Bud «perde completamente la strada» (per non dire, si capisce «la testa»).

  Ora, è vero che fra i grandi del jazz, e Bud è fra i grandissimi, forse nessun altro è falloso tanto spesso quanto lo è Bud. Tuttavia perfino questo blues divagante e informe, dall’incedere ora incerto ora sgarbato, è tutto Bud. Non se ne butta via niente! Ma nemmeno a pensarci…

  Bud on Bach (C.P.E. Bach-Powell), da «The Amazing Bud Powell Volume Three - Bud!», Blue Note 7243 5 35585 2 9. Bud Powell, piano. Registrato il 3 agosto 1957.



  Download

  Some Soul (Powell), ib. Bud Powell; Paul Chambers, contrabbasso; Art Taylor, batteria.



  Download

domenica 11 settembre 2011

sabato 10 settembre 2011

Glossolalia - Spirit Hard Knock (Craig Taborn)

  Craig Taborn, pianista sulla quarantina, è uno di quelli che, come dicevano una volta i jazzisti, ha «fatto le sue carovane» (has paid his dues) in complessi di mainstream moderno come quelli di James Carter (con cui qui sopra l’hai sentito due volte), di Chris Potter e di Michael Formanek e in altri più avanzati come quelli, fra gli altri, di Roscoe Mitchell, Tim Berne, Marty Ehrlich. Insomma, si è guadagnato il dritto di farsi ascoltare in un’impresa «concertistica» di quelle della ECM.

  Come immaginerai, questo disco recentissimo non è esattamente secondo il mio gusto, ma Taborn mi pare comunque un musicista intenso e non banale, capace di dotare i suoi soliloqui di una progressione espressiva che li rende interessanti, ed è un pianista eccellente. Questo suo lavoro in assolo ricorda quelli, vecchi ormai di una trentina d’anni, di Anthony Davis.

  Glossolalia (Taborn), da «Avenging Angel», ECM 2207. Craig Taborn, piano. Registrato nel luglio 2010.



  Download

  Spirit Hard Knock (Taborn), ib.



  Download

venerdì 9 settembre 2011

I Cover The Waterfront - Thou Swell (Sarah Vaughan)

  Dal vivo al Mister Kelly’s di Chicago, accompagnata da un trio con cui canterei bene anch’io, guidato dal sopraffino Jimmy Jones, Sarah Vaughan canta con la concentrazione, l’intimità, la passione e il controllo del più minuto dettaglio vocale e musicale di una grande Liedersängerin, forse indotta a ciò anche dal fatto che, venendo lo show registrato, cantava con lo spartito di fronte (precauzione che non previene un piccolo lapsus in Willow Weep For Me).

  Per estensione, pronuncia, tecnica d’emissione, varietà e regolarità del vibrato, sagacia nella variazione melodica, Sarah non conosceva davvero rivali.

  I Cover The Waterfront (Heyman-Green), da «At Mister Kelly’s», Mercury 9034. Sarah Vaughan con Jimmy Jones, piano; Richard Davis, contrabbasso; Roy Haynes, batteria. Registrato nell’agosto 1957.



  Download

  Thou Swell (Rodgers-Hart), id.



  Download

I Want A Little Girl - Sometimes I’m Happy (Lester Young)

  Questo sestetto del 1938, estratto dall’orchestra di Count Basie, trova Lester Young al clarinetto. Era uno strumento di metallo che gli aveva regalato Benny Goodman, in un impeto di generosità per lui insolito. Lester lo suona così da far molto rimpiangere che non vi si sia dedicato più assiduamente.
  Il sestetto ha un organico strano: niente piano, ma due chitarre, una elettrica (Eddie Durham, il vero pioniere dello strumento, di mestiere trombonista e arrangiatore con Basie) e una acustica, quella di Freddie Green.

  I Want A Little Girl (Moll-Mencher), da «Kansas City Swing - The Complete Commodore/Signature/Keynote Sessions», Definitive Records DRCD11118. Buck Clayton, tromba; Lester Young, clarinetto; Eddie Durham, chitarra elettrica; Freddie Green, chitarra ritmica; Walter Page, contrabbasso; Jo Jones, batteria. Registrato il 27 settembre 1938.



  Download

  Sometimes I’m Happy, di cinque anni dopo, con un quartetto all star, contiene uno degli assoli più belli di Prez, stavolta al sax tenore, e il consueto assolo di Stewart in cui suona con l’arco e doppia le frasi all’ottava superiore con la voce. Nota la frase con la quale Lester rientra, dopo l'assolo di piano (al minuto 02:47): si tratta precisamente delle prime tre battute di Jeru, notissima composizione di Gerry Mulligan di diversi anni dopo.

Sometimes I’m Happy (Youmans-Caesar), ib. Lester Young, sax tenore; Johnny Guarnieri, piano; Slam Stewart, contrabbasso; Sidney Catlett, batteria. Registrato il 28 dicembre 1943.



  Download

giovedì 8 settembre 2011

Sketches of Drunken Mary (Horace Tapscott)

  Fra i grandi oscuri o semioscuri del jazz i cui nomi gli appassionati spesso amano brandire siccome clave, Horace Tapscott non è forse il più oscuro ma sicuramente è uno dei più grandi. Qualcuno (ma non io) potrebbe dire lo stesso del clarinettista che qui lo affianca, John Carter.

  Non spreco parole: t’invito a lasciarti sopraffare dal beat ciclopico di questo quartetto.

  Sketches of Drunken Mary (Tapscott), da «The Dark Tree», hatOLOGY 2-540. John Carter, clarinetto; Horace Tapscott, piano; Cecil McBee, contrabbasso; Andrew Cyrille, batteria. Registrato nel dicembre 1989.



  Download

mercoledì 7 settembre 2011

[Guest Post #5] Negrodeath & Sun Ra e James Carter

  Il dr. Jeckyll che ha scelto e commentato con sobria competenza questi due pezzi è in altri tempi e luoghi il mister Hyde che si fa chiamare Negrodeath, titolare di Sei un Idiota Ignorante, il blog più privo di autocensure del dominio italiano. Non ho mai incontrato N. di persona ma ho molte ragioni di supporlo un quieto e dimesso studioso, e ciò a dispetto di alcune frequentazioni musicali assai meno distinte di quelle di cui qui ci ha fatto parte.

  Nel 1958 Sun Ra prende questo standard degli anni ’30 e lo sottopone al suo trattamento orchestrale. Il risultato non è molto lontano dagli indigo ellingtoniani - quei pezzi suadenti, sensuali, lenti e un po’ misteriosi che sono inconfondibilmente «ducali» (Mood Indigo, Sophisticated Lady etc). La tromba di Hobart Dotson si lancia in un assolo malinconico ed essenziale, volando sul velluto ellingtoniano stesogli sotto i piedi dall’orchestra.

  Hour of Parting (Kahn-Spolianski), da «Sound Sun Pleasure!!», Evidence 22014. Hobart Dotson, tromba; Bo Bailey, trombone; Marshall Allen, James Spaulding, sax alto; John Gilmore, sax tenore; Pat Patrick, Charles Davis, sax baritono; Sun Ra, piano; Ronnie Boykins, contrabbasso; William Cochran, batteria. Registrato nel 1958.



  Download

  È possibile, per un quartetto, riprendere questo pezzo omaggiando sia Sun Ra che Duke Ellington? Sì, se il quartetto è quello di James Carter, che impugna il contralto e si trasforma in una strepitosa reincarnazione moderna di Johnny Hodges, scivolando sull’accompagnamento solido e regolare stesogli sotto i piedi dai compagni.

  Hour of Parting, da «JC on the Set», DIW Columbia 661449. James Carter, sax alto; Craig Taborn, piano; Jaribu Shahid, contrabbasso; Tani Tabbal, batteria. Registrato il 14 o il 15 aprile 1993.



  Download

martedì 6 settembre 2011

Music from «The French Connection» (Don Ellis) [era: Quiz #17]

  Come giustamente intuito dal Lancianese, si trattava di una colonna sonora cinematografica, per uno dei più grandi e influenti film statunitensi degli anni Settanta, The French Connection (Il braccio violento della legge) di William Friedkin, 1971. Ne è autore Don Ellis (maggiori informazioni).

  Il dettaglio rivelatore di cui parlavo è, nel primo dei due pezzi, la sezione delle trombe che procede per quarti di tono, secondo una prassi tipica di Ellis.

  Main Title (Ellis)



  Download

  Copstail (Ellis)



  Download

I Got It Bad (and That Ain’t Good) (Urbie Green)

  «Musica per i vostri sogni».

  I Got It Bad (and That Ain’t Good) (Ellington), da «Blues and Other Shades of Green», Jazzbeat 504. Ruby Braff, cornetta; Urbie Green, trombone; Med Flory, sax alto; Frank Wess, sax tenore; Sir Charles Thompson, piano; Freddie Green, chitarra; Aaron Bell, contrabbasso; Bobby Donaldson, batteria. Registrato il 17 agosto 1954.



  Download

lunedì 5 settembre 2011

Ida Lupino - Raindrops, Raindrops (Steve Kuhn)

  Questa Ida Lupino, nota composizione di Carla Bley che ti ho già ammannito, trova Steve Kuhn dal vivo in costume anni Settanta (comprensibilmente, trattandosi del ’72). Steve suona qui sia il pianoforte che il piano elettrico.

  La ritmica rockeggiante e il suoni elettrici – includo anche il contrabbasso di Mraz, amplificatissimo secondo l’uso di quegli anni – si addicono alla composizione. A me però piace di più l’esecuzione che segue, una composizione di Steve a tempo di samba.

  Ida Lupino (Carla Bley), da «Raindrops», Muse 5106. Steve Kuhn, piano e piano elettrico; George Mraz, contrabbasso; Bruce Ditmas, batteria; Sue Evans, percussioni. Registrato nel 1972.



  Download

  Raindrops, Raindrops (Kuhn), id.



  Download

Quiz #17

domenica 4 settembre 2011

Body and Soul (John Coltrane)

  Body and Soul dal quartetto di Coltrane nella sua prima versione, con Steve Davis al contrabbasso (non la primissima, però, che aveva alla batteria Pete LaRoca). Il consunto, glorioso standard è affrontato con spirito di ristrutturazione armonica e a tempo moderato-veloce, risultando in un colore lieve e iridescente che all’epoca dev’essere suonato davvero nuovo.

  Body and Soul (Heyman-Green), da «Coltrane’s Sound», Rhino/Atlantic R2 75588. John Coltrane, sax tenore; McCoy Tyner, piano; Steve Davis, contrabbasso;
Elvin Jones, batteria. Registrato il 24 o il 26 ottobre 1960.



  Download

  Quiz #17

giovedì 1 settembre 2011

New Generation (Albert Ayler)

  Giusta la retorica dell’opus ultimum, l’ultimo lavoro di un artista, incombendo la morte, recherebbe in qualche modo presagio di quella e costituirebbe un compendio in extremis della sua poetica. Le pagine più nobili e famose entro questo luogo comune sono forse quelle che, nel Doktor Faustus,Thomas Mann fa pronunciare al maestro Kretschmar sulla sonata op. 111, ultima delle trentadue per pianoforte di Beethoven.

  Mi arrogo tutte le circostanze attenuanti, per prima quella che io di Thomas Mann non arrivo alle caviglie, per non dir niente dell’opus ultimum di Albert Ayler (in cui includo anche i due dischi successivi, dell’anno dopo).

  Anche perché, come molti altri, non so tuttora che cosa pensarne.

  New Generation (Ayler), da «New Grass», Impulse! AS 9175. Burt Collins, Joe Newman, tromba; Garnett Brown, trombone; Seldon Powell, sax tenore, flauto; Albert Ayler, sax tenore; Buddy Lucas, sax baritono; Call Cobbs, clavicembalo; Bill Folwell, basso elettrico; Rose Marie McCoy, Mary Maria Parks, canto; Bert DeCoteaux, arrangiamento e direzione. Registrato il 5 settembre 1968.



  Download