Il pianista sudafricano Chris McGregor giunse a Londra nel 1970 con gli altri componenti del complesso Blue Notes per il quale le cose in patria non giravano per il verso giusto (McGregor era bianco, neri i suoi compagni - Dudu Pukwana, Mongezi Feza, Louis Moholo, Johnny Dyani e Nick Moyake, il quale però rimase in Sudafrica).
A Londra McGregor formò quell’anno stesso la prima delle sue big band sotto nome Brotherhood of Breath, che al nucleo dei Blue Notes univa musicisti inglesi fra i più preminenti di quegli anni. Come ha ricordato in un’intevista Django Bates, l’arrivo in Inghilterra dei jazzisti africani fu «decisiva per la scena musicale inglese, dove il carattere del jazz più avanzato, fra anni Sessanta e Settanta, era cerebrale e abrasivo. Dudu e gli altri vi immisero un sentimento opposto di gioia, di abbandono alla musica, una naïveté, se vuoi, che servì fra l’altro ad abolire una certa autocensura intellettualistica nel fare musica».
Di quel gruppo originale, oggi sopravvive il solo batterista Louis Moholo.
MRA (Pukwana), da «Chris McGregor’s Brotherhood of Breath», Repertoire REP 4468-WP. Mongezi Feza, Harry Beckett, Marc Charig, tromba, cornetta; Malcolm Griffith, Nick Evans, trombone; Dudu Pukwana, Mike Osborne, sax alto; Ronnie Beer, Alan Skidmore, sax tenore; John Surman, sax baritono; Chris McGregor, piano, arrangiamento; Harry Miller, contrabbasso; Louis Moholo, batteria. Registrato nel 1971.
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