venerdì 15 dicembre 2017

I Didn’t Know What Time It Was – Stars Fell On Alabama (Billie Holiday) RELOAD

Reload dal 28 maggio 2015. 

 Le registrazioni ultime di Billie Holiday sono difficili da ascoltare se non subisci il fascino del decadimento, fascino cattivo e perverso.

 Tuttavia non in questo disco del 1957 quanto nel successivo Columbia «Lady In Satin», un disco tetro e brutale, un’azione vile contro la povera cantante; Norman Granz, produttore di questo disco Verve, non l’avrebbe mai commessa. In I Didn’t Know What Time It Was, che fra l’altro è una delle mie canzoni preferite, la voce ispessita e a momenti roca di Billie, giusta le premesse del verse («Once I was young / But never was naive (…) And now I know I was naive»), va espressivamente a segno, mentre dietro le parole sciocchine di Stars Fell On Alabama ci fa intuire una back story più interessante.

 Sulla qualità degli accompagnatori non servirà che dica nulla.

 I Didn’t Know What Time It Was (Rodgers-Hart), da «Songs For Distingué Lovers», Verve. Billie Holiday con Harry «Sweets» Edison, tromba; Ben Webster, sax tenore; Jimmy Rowles, piano; Barney Kessel, chitarra: Red Mitchell, contrabbasso; Alvin Stoller, batteria. Registrato il 4 gennaio 1957.

 Stars Fell On Alabama (Perkins-Parish), ib. ma Joe Mondragon, contrabbasso, al posto di Mitchell; Larry Bunker, batteria, al posto di Stoller. Registrato l’8 gennaio 1957.

martedì 12 dicembre 2017

Mood Indigo (Earl Hines) RELOAD

Reload dal 27 luglio 2015 

 Mood Indigo è una composizione jazzistica fra le meno toccabili, trattandosi, strutturalmente, di nulla più di una breve ed elementare sequenza armonica praticamente senza melodia fino al bridge – composto da Barney Bigard – , speziata da alcune tensioni (dissonanze) e risolta da Ellington per via d’orchestrazione in una macchia di colore sonoro.

 Ecco Earl Hines in quel miracoloso colpo di coda finale della sua carriera. Fa precedere la canzone da una molto schematica, sorprendente introduzione di quattro battute, quasi un recitativo, e poi espone il «tema» con un’armonizzazione bitonale che per questo neutralizza le tensioni dell’originale, piuttosto sconcertante; in questo modo conferisce alla composizione una risonanza propriamente pianistica, un colore  affine ma non uguale a quello dell’originale.

 Nell’improvvisazione che segue, trattandosi di Earl Hines, succede di tutto. A metà esatta dell’esecuzione il tema è ripreso in una nuova tonalità (Sib) e ornato alla mano destra con marcatissime dissonanze di ritardo, quindi ripreso modulando in Fa. Non ricordo altra esecuzione di Mood Indigo che possa avvicinarsi a questa.

 Mood Indigo (Ellington-Mills-Bigard), da «Earl Hines Plays Duke Ellington», New World Records 80361. Earl Hines, piano. Registrato fra il 1971 e il 1975.

sabato 9 dicembre 2017

[Guest post #69] Claudio Bonomi & Harry Beckett

Claudio «Jazzinglese» Bonomi torna felicemente guest per ricordarci il bravissimo Harry Beckett, della cui tromba luminosa hanno beneficiato tanti dischi di, appunto, jazz inglese.

 È in lavorazione una biografia monumentale dedicata a Harry Beckett, trombettista e compositore britannico di origine caraibica scomparso nel 2010, che dovrebbe venire pubblicata nel 2018. Un giusto tributo a una delle voci più cristalline e inventive dell'età d'oro del British Jazz, quella che va dal 1967 al 1975. Basti solo pensare al suo lungo sodalizio con il compositore Graham Collier, iniziato nel 1967 con l'album «Deep Dark Blue Center», o alle numerose collaborazioni con innumerevoli formazioni dell’epoca: dai Nucleus di Ian Carr alla London Jazz Composers Orchestra o all’ottetto di John Surman. 

 In questo brano, tratto da una session radiofonica del 1974, è nel ruolo di leader alla guida di un sestetto in grande spolvero in cui spicca il sassofonista Don Weller. La composizione verrà ripresa nell'album «Joy Unlimited» pubblicato nel 1975 dalla Cadillac Records di John Jack con un’arrangiamento leggermente diverso e, soprattutto, con una formazione differente con co-leader Ray Russell alla chitarra elettrica. Per saperne di più sul libro in uscita, consultare www.joyunlimited.org.uk

 No Time for Hallo (Harry Beckett) da «Still Happy», My Only Desire Records 2016. Harry Beckett, tromba, Alan Wakeman, Don Weller, sax tenore, Brian Miller, piano elettrico, Paul Hart, basso elettrico, John Webb, batteria, Robin Jones, percussioni. Registrato nel 1974 per il programma radiofonico Jazz Club in onda sul secondo canale della BBC.