giovedì 27 agosto 2015

India – Gato Gato (Gato Barbieri)

 Questo di Gato Barbieri, del 1973, è un disco che ha una grande reputazione. Io non ne vado matto, ma ho scarsa sensibilità per le robe «etniche» e sono ora qui a farne ammenda, appunto.

 (Ovviamente scherzo, non mi sento affatto in colpa se questo disco, tutto intero, mi annoia. Non ne ho il gusto, semplicemente, o le conoscenze indispensabili).

 Una breve nota organologica: la quena è un flauto andino; l’erke è pure uno strumento di quelle parti che non ho capito bene; il siku è il flauto di Pan, quello che anni fa suonavano certi andini farlocchi ma piuttosto decorativi in piazza del Duomo a Milano; l’erkencho è uno strumento ad ancia semplice fatto con un corno di capra e il bombo indio è un tamburo.

 India (Barbieri), da «Latin America», Impulse AS-9248. Gato Barbieri, sax tenore; Raul Mercado, quena; Amadeo Monges, arpa andina; Quelo Palacios, chitarra; Antonio Pantoja, erke, siku, quena, erkencho; Adalberto Cevasco, basso elettrico; Domingo Cura, bombo indio; El Zurdo Roizner, percussioni. Registrato nel 1973

 Gato Gato (Barbieri), id.

mercoledì 26 agosto 2015

Summer Solstice – Highway (Azar Lawrence)

 Intenso e sincero, questo disco di Azar Lawrence (1952), saxofonista noto soprattutto come sideman di McCoy Tyner, coltraniano convinto, è di quelli molto del loro tempo, ma che hanno conservato qualche cosa da dire. In più è di ascolto piacevolissimo, anche per il programma ben variato. Così come lo percepisco io ora, mentre lo ascolto nello scrivere queste parole, è un disco da fine estate.

 Attenzione, in Summer Solstice, ad Albert Dailey.

 Summer Solstice (Lawrence), da «Summer Solstice», Prestige P-10097. Raul de Souza, trombone; Azar Lawrence, sax tenore; Albert Dailey, piano; Ron Carter, contrabbasso; Billy Hart, batteria. Registrato il 29 aprile 1975

 Highway (Lawrence), ibde Souza; Lawrence; Carter; Gerald Hayes, flauto; Amaury Tristao, chitarra; Dom Salvador, piano; Guilherme Franco, batteria e percussioni.

martedì 25 agosto 2015

Summertime – Bess, You Is My Woman Now (Al Haig)

 L’estate più crudele che in tanti sostengono di ricordare ha preso a volgere all’autunno, qui su al Nord, nel giro di pochi giorni.

 Ecco quindi Here’s That Rainy Day nell’esecuzione di Al Haig, locupletata dal dittico gershwiniano Summertime e Bess, You Is My Woman Now. Haig era un pianista capacissimo, di grande gusto, che mi pare, da quello che di suo conosco, essersi fermato sempre sul limitare della vera memorabilità. Ma senz’altro chiunque concederà che suonava benissimo il piano jazz: in questo abbastanza tardo set – del 1976; Haig morì nel 1982 – con quell’eccesso di facilità, un po’ troppo oliato, slick, che solo quelli davvero bravi possono permettersi.

 Here’s That Rainy Day (Van Heusen-Burke), da «Piano Interpretation», Seabreeze Records SB 1001. Registrato nel febbraio 1976.

 Summertime (G. e I. Gershwin), id.

 Bess, You Is My Woman Now (G. e I. Gershwin), id.

giovedì 20 agosto 2015

Hey Jude (King Curtis)

 Ah, qui stiamo veramente andando al di là del bene e del male, oramai… chi se ne frega, io ho bisogno di una vacanza dai lobi frontali e non è davvero il momento di presentarti Roscoe Mitchell.

 King Curtis suona una delle grandi melodie di Paul McCartney, all’epoca nuova di zecca, in un arrangiamento, boh, mambo? non lo so,  di Arif Mardin. Alla chitarra, dicono le liner notes, c’è Duane Allman, no less.

 Hey Jude (McCartney), da «Instant Groove», ATCO Records ‎– SD 33-293. King Curtis, sax alto, e orchestra. Registrato nel 1969.

sabato 15 agosto 2015

Pressure Funk – Desiree Song (Bobby Jackson)

 Musica gaja, estiva, tuttavia oscura per quanto riguarda gli artisti. Chi è Bobby Jackson, chi sono gli altri tre? Io non lo so! Forse è giusto così: in un momento dell’estate così topico da essere indistinto e fuori dal tempo, presentare della musica anni Settanta così tipica da essere praticamente anonima. Questo agosto per Jnp sussultorio è il momento giusto per una musica del genere, di effetto gradevole e subito dimenticato come quello di una doccia a metà pomeriggio, quando fuori fa 38°.

 Quanto ai dettagli discografici, pigramente conto sull’intervento immancabile di due bestiacce come il Lancianese e Luca Conti, energumeni capacissimi di essere presenti e discografanti anche a Ferra Gosto e di vantarsene pure. Io mi limito a ricordare che del febbraio 1978, mese della registrazione di questo disco simpatico, serbo un ricordo in una preciso e favoloso: in una cartolibreria in fondo a via Ripamonti a Milano, il cui locale oggi ospita non ricordo se un ottico o uno spaccio di caciocavalli, comperai il libro «Stasera Jazz» di Arrigo Polillo, i cui aneddoti e la cui prosa, c’è poco da fare, mi sono passati nel sangue.

 Buon Ferra, a proposito! Mentre scrivo queste parole, alle 23:04 del 14 agosto, un elicottero sorvola a bassissima quota il quartiere meridionale e un po’ derelitto di Milano dove alligno. Non c’entra nulla, ma dove saremo tutti quanti l’anno venturo, o fra una settimana? Eh? Dove saremo?

 Pressure Funk (Jackson), da «Desiree Song», Ninth Note Records NNR-0072. Bobby Hughes, sax alto; Bobby Jackson, piano; John Howard, basso elettrico; Tony Moreno, batteria. Registrato nel febbraio 1978.

 Desiree Song (Jackson), id.

giovedì 13 agosto 2015

FreeReggaeHiBop (James Carter)

 FreeReggaeHiBop (Bowie), da «Conversin’ With the Elders», Atlantic 7567-82908-2. Lester Bowie, tromba; James Carter, sax tenore; Craig Taborn, piano; Jaribu Shahid, contrabbasso; Tani Tabbal, batteria. Registrato nel 1995.

martedì 11 agosto 2015

Bouncin’ Round – Somebody Stole My Gal (Bennie Moten)

 In Bouncin’ Round, composizione e arrangiamento di Bennie Moten, ci vogliono  ben 24 battute per entrare in tonalità. In Somebody Stole My Gal, il cantante scat è Count Basie.

 Bouncin’ Round (Moten), da «The Chronological Bennie Moten’s Kansas City Orchestra 1930-1932», Classics 591. Bennie Moten’s Kansas City Orchestra: Oran «Hot lips» Page, Ed Lewis, Booker Washington, tromba; Thamon Hayes, Eddie Durham, trombone; Harlan Leonard, sax alto, clarinetto; Woody Walder, sax tenore; Jack Washington, sax baritono; Ira «Buster» Moten, fisarmonica; Count Basie, piano; Leroy Berry, banjo; Vernon Page, contrabbasso; Willie McWashington, batteria. Registrato il 31 ottobre 1930.

 Somebody Stole My Gal (Wood), id.

sabato 8 agosto 2015

Midnight Sun (Duke Ellington)

 Questo standard, bello e oggi non frequente, è arrangiato da Duke con fantasia meravigliosa tutto intorno al trombone choir che incardina questa curiosa selezione della sua orchestra del 1958.

 Midnight Sun (Burke-Hampton-Mercer), da «The Cosmic Scene», Mosaic MCD-1001. Clark Terry, flicorno; Quentin Jackson, John Sanders, Britt Woodman, trombone; Jimmy Hamilton, clarinetto; Paul Gonsalves, sax tenore; Duke Ellington, piano; Jimmy Woode, contrabbasso; Sam Woodyard, batteria. Registrato il 3 aprile 1958.

venerdì 7 agosto 2015

Deep Purple – Reflections – It’s The Talk Of The Town (Joe Sullivan)

 Joe Sullivan (Chicago, 1906-1971) di cui troverai sull’internet le notizie che ti possano servire, fu un personaggio pittoresco e triste del jazz classico bianco e un pianista di jazz di classe superiore. Credo proprio che appaia su Jnp per la prima volta e un po’ mi sa male che debba farlo di mezz’estate, per poche orecchie all’erta e forse offuscate dal gran caldo. Del resto, sono gli assenti ad aver torto e il troppo caldo, come il troppo freddo, è solo un’idea.

 Deep Purple (DeRose-Parrish), da «Two Cats & A Mouse», Definitive Records, DRCD11130. Joe Sullivan, piano. Registrato nel novembre 1944.

 Reflections (Sullivan), id.

 It’s The Talk Of The Town (Neiburg-Symes-Livingstone), id.

mercoledì 5 agosto 2015

Holy Land (Jon Mayer)

 Questo Jon Mayer (chissà perché ho un disco suo?), newyorkese del 1938, cominciò bene, poi pensò d’infognarsi nell’eroina e di perdervi quindici anni di vita; tornò al mondo nel 1991 e da allora ha ripreso, soprattutto nell’area di Los Angeles.

 Purtroppo si sente che non ha suonato per anni, e che sono stati anni tristi, o almeno si sentiva nel 2007. Mayer rimane un musicista con una grazia melodica e una verve ritmica gradevole, tranquilla; peccato per il tocco indistinto, snervato e per una certa presentazione generale priva di smalto, forse inevitabilmente. Anche la ritmica, precisa e musicale, si capisce, fa poco per conferire mordente alla seduta, che perde abbastanza presto d’interesse: il pezzo migliore a mio giudizio è proprio il primo, Holy Land, una bella composizione di Cedar Walton.

 Va detto che questo è l’unico disco di Mayer che io abbia mai sentito.

 Holy Land (Cedar Walton), da «So Many Stars», Reservoir Music RSR CD 191. Jon Mayer, piano; Rufus Reid, contrabbasso; Roy McCurdy, batteria. Registrato il 5 marzo 2007.

martedì 4 agosto 2015

3-D Montevideo (Ethan Iverson)

 Questo è il primo disco a proprio nome di Ethan Iverson, un artista che qui sopra è presente forse più nelle citazioni dal suo indispensabile blog che dai suoi dischi. Iverson (1973), che è tuttavia un pianista di grande talento e notevole personalità, oltre che un notevolissimo pensatore sulla musica, è il pianista dei Bad Plus.

 3-D Montevideo (Iverson), da «Construction Zone», Fresh Sond FNST 046 CD. Ethan Iverson, piano; Reid Anderson, contrabbasso; Jorge Rossy, batteria. Registraro nell’aprile 1998.

lunedì 3 agosto 2015

Remember Me (Lee Konitz)

 “L’atmosfera di «Motion» non ha paragoni: sentiamo Elvin che prende le misure e infine le trova accanto a un bassista bianco, bravissimo e inflessibile, ben deciso a fare quel che secondo lui gli tocca fare, Elvin o non Elvin”. 
Questa osservazione di Ethan Iverson la dice lunga, ma molto lunga, sul rapporto fra jazzisti bianchi e neri
  Remember Me (Schertzinger -Mercer), da «Motion», Verve 065-510-2. Lee Konitz, sax alto; Sonny Dallas, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato il 29 agosto 1961.

domenica 2 agosto 2015

Mesa (Mark Turner)

 A me Mark Turner è sempre piaciuto molto, in tutte le circostanze musicali in cui l’ho sentito, tanto che te l’ho proposto sovente su Jnp; tuttavia, vivendo appartato dalla società jazzistica e non frequentando gli USA da anni, non sapevo che, fra i musicisti americani della sua generazione (Turner è del 1965) e delle successive, e specialmente fra i saxofonisti, egli godesse di uno statuto magistrale, quasi leggendario. L’ho appreso leggendo questo saggio-inchiesta in due parti di Kevin Sun, «Every Single Tree In The Forest: Mark Turner As Seen By His Peers».

 Se ti va puoi sentire e vedere una lunga conversazione con Mark Turner che ha avuto luogo a New York tre mesi fa, interessante.

 Mesa (Turner), da «In This World», Warner Bros. 9362470742. Mark Turner, sax tenore; Brad Mehldau, piano; Larry Grenadier, contrabbasso; Brian Blade, batteria. Registrato il 6 ottobre 1998.

sabato 1 agosto 2015

ESP – Farewell Machelle (Duke Pearson)

 Tutti belli i Blue Note di Duke Pearson, che alla Blue Note agiva come una specie di direttore artistico. Le sue composizioni sono semplici, in apparenza, e sempre ispirate, e lui era un pianista delizioso.

 ESP (Pearson), da «Wahoo», Blue Note 7243 4 99590 2 6. Donald Byrd, tromba; James Spaulding, sax alto; Joe Henderson, sax tenore; Duke Pearson, piano; Bob Cranshaw, contrabbasso; Mickey Roker, batteria. Registrato il 24 novembre 1964.

 Farewell Machelle (Pearson), ib. Pearson, Cranshaw, Roker.