Pochi, probabilmente nessuno, hanno fatto per il jazz inglese quello che ha fatto Graham Collier, contrabbassista, compositore, caporchestra e organizzatore, insegnante e saggista nato nel 1937. A cominciare dalla metà degli anni Sessanta, nei suoi complessi e nelle sue big band (la sua autentica vocazione) sono passati praticamente tutti i musicisti di jazz più importanti della Gran Bretagna e le sue composizioni sono state fra le prime a mostrare una via al jazz che, senza mai rinunciare alle sue peculiarità linguistiche basilari, non coincideva esattamente con quella americana.
Down Another Road mostra come, più o meno contemporaneamente a Don Ellis negli USA, Collier sperimentasse con i metri composti: qui, come spiega il compositore stesso nelle note, «quattro battute in 5/4, due in 4/4, due in 5/4, una in 4/4, una in 3/4 e per finire due in 5/4». In questo sestetto del 1969, come in tante altre occasioni seguenti, Collier ha Harry Beckett, il bravissimo trombettista originario nelle isole Barbados, che è mancato la scorsa settimana.
Down Another Road (Collier), da «Down Another Road», BGOCD767. Harry Beckett, flicorno; Stan Sulzmann, sax tenore; Nick Evans, trombone; Karl Jenkins, piano; Graham Collier, contrabbasso; John Marshall, batteria. Registrato il 21 marzo 1969.
Down Another Road mostra come, più o meno contemporaneamente a Don Ellis negli USA, Collier sperimentasse con i metri composti: qui, come spiega il compositore stesso nelle note, «quattro battute in 5/4, due in 4/4, due in 5/4, una in 4/4, una in 3/4 e per finire due in 5/4». In questo sestetto del 1969, come in tante altre occasioni seguenti, Collier ha Harry Beckett, il bravissimo trombettista originario nelle isole Barbados, che è mancato la scorsa settimana.
Down Another Road (Collier), da «Down Another Road», BGOCD767. Harry Beckett, flicorno; Stan Sulzmann, sax tenore; Nick Evans, trombone; Karl Jenkins, piano; Graham Collier, contrabbasso; John Marshall, batteria. Registrato il 21 marzo 1969.
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