Looking Ahead, del 1958, è il secondo disco di Cecil Taylor e sicuramente il più accessibile (posto che a me Cecil Taylor, anche al suo più out, non è parso mai inaccessibile).
African Violets (Taylor), da «Looking Ahead», Original Jazz Classics OJC 452. Earl Griffith, vibrafono; Cecil Taylor, piano; Buell Neidlinger, contrabbasso; Dennis Charles, batteria. Registrato nel giugno 1958.
Anche a me è sempre parso abbastanza accessibile (per quel poco che ho ascoltato di suo, nella mia abissale ignoranza) Idem per quanto riguarda un po' tutti quei musicisti 'free jazz'.
Penso che, come è vero in genere per la musica contemporanea, basti ascoltarli come si ascolta ogni altra musica, magari con un po' più d'attenzione, senza farsi spaventare.
Mah, ti dirò, io ascolto tranquillamente anche musica classica e contemporanea però certi brani di contemporanea a volte mi risultano un po' privi di inventiva e molto meno easy listening di parecchi pezzi free jazz di solito considerati inascoltabili. Forse il problema di certa musica contemporanea è che alcuni compositori si sono un po' troppo riposati (non dirò hanno dormito) sugli allori dopo le prime 'novità' e hanno cominciato a ripetersi. Che è poi quello che è successo un po' anche al free jazz. Solo che personalmente preferisco ascoltarmi un pezzo anche difficilotto e non troppo creativo di Albert Ayler piuttosto che un brano di contemporanea 'avant-garde' leggermente pretenzioso che poi alla fin fine si rivela un po' una fregatura. Poi vabè, de gustibus.
Metheny dice sempre cose intelligenti. In effetti, percepiamo ogni musica secondo i parametri di ritmo, timbro e melodia (l'armonia è già un altro livello), Taylor come Schubert o come Vasco Rossi
5 commenti:
Anche a me è sempre parso abbastanza accessibile (per quel poco che ho ascoltato di suo, nella mia abissale ignoranza) Idem per quanto riguarda un po' tutti quei musicisti 'free jazz'.
Penso che, come è vero in genere per la musica contemporanea, basti ascoltarli come si ascolta ogni altra musica, magari con un po' più d'attenzione, senza farsi spaventare.
Grazie, ciao
Mah, ti dirò, io ascolto tranquillamente anche musica classica e contemporanea però certi brani di contemporanea a volte mi risultano un po' privi di inventiva e molto meno easy listening di parecchi pezzi free jazz di solito considerati inascoltabili. Forse il problema di certa musica contemporanea è che alcuni compositori si sono un po' troppo riposati (non dirò hanno dormito) sugli allori dopo le prime 'novità' e hanno cominciato a ripetersi. Che è poi quello che è successo un po' anche al free jazz. Solo che personalmente preferisco ascoltarmi un pezzo anche difficilotto e non troppo creativo di Albert Ayler piuttosto che un brano di contemporanea 'avant-garde' leggermente pretenzioso che poi alla fin fine si rivela un po' una fregatura. Poi vabè, de gustibus.
in un'intervista, pat metheny affermava che secondo lui cecil taylor è un grande melodista, basta solo capire il suo tipo di melodia...
Metheny dice sempre cose intelligenti. In effetti, percepiamo ogni musica secondo i parametri di ritmo, timbro e melodia (l'armonia è già un altro livello), Taylor come Schubert o come Vasco Rossi
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