martedì 30 novembre 2010

Little Butterfly [Pannonica] (Carmen McRae)

  Carmen McRae canta Pannonica di Monk, su parole di Jon Hendricks.

  Little Butterfly [Pannonica] (Monk), da «Carmen Sings Monk», Bluebird 09026-63841-2. Carmen McRae con Clifford Jordan, sax tenore; Eric Gunnison, piano; George Mraz, contrabbasso, Al Foster, batteria. Registrato il 12 aprile 1988.

lunedì 29 novembre 2010

The Awakening - Stolen Moments - Wave (Ahmad Jamal)

  Il disco più famoso e influente (per quanto influente questo pianista sia stato) di Ahmad Jamal è «At the Pershing», ma secondo me il più bello è «The Awakening», registrato al principio del 1970. Lo è per l’altissima invenzione di Jamal, per l’esecuzione pianistica, per la qualità delle sue composizioni originali e per quella degli accompagnatori, soprattutto Frank Gant, batterista delicato e implacabile.

  In effetti, ecco un disco che mi entusiasma tanto che sceglierne due pezzi mi mette in imbarazzo. Finirò col fartelo sentire tutto, ma per adesso ti dò la title track e il bellissimo Stolen Moments di Oliver Nelson, da un altro dei miei dischi preferiti.

   E poi anche Wave di Jobim, ma sì.

  The Awakening (Jamal) da «The Awakening», Impulse! IMP 12262. Ahmad Jamal, piano; Jamil Nasser, contrabbasso; Frank Gant, batteria. Registrato il 2 e il 3 febbraio 1970.



  Stolen Moments (Nelson), id.


  Wave (Jobim), id.

Summer in Central Park (Horace Silver)

  L’omaggio di Horace Silver al Modern Jazz Quartet. Il pezzo è ispirato al notissimo Skating in Central Park.

  Summer in Central Park (Silver), da «In Pursuit of the 27th Man», Blue Note7243 5 25758 3. David Friedman, vibrafono; Horace Silver, piano; Bob Cranshaw, basso elettrico; Mickey Roker, batteria. Registrato il 10 ottobre 1972.


domenica 28 novembre 2010

Hello Goodbye (Hampton Hawes-Charlie Haden)

  Hello Goodbye (Haden-Hawes), da «As Long As There’s Music», Verve 513534-2. Hampton Hawes, piano; Charlie Haden, contrabbasso. Registrato il primo agosto 1976.

Sometime Ago (Bill Evans, Lee Konitz)

  Evans e Konitz (con Martial Solal), certo, ma è proprio la bella canzone di Sergio Mihanovich, pianista, compositore e cantante argentino, che volevo farti sentire.

  Sometime Ago (Sergio Mihanovic), da «You Must Believe In Spring», Warner 7599-23504-2. Bill Evans, piano; Eddie Gomez, contrabbasso; Elliot Zigmund, batteria. Registrato nell’agosto 1977.



  Sometime Ago, da «Satori», Milestone M-9060. Lee Konitz, sax soprano; Martial Solal, piano elettrico; Dave Holland, contrabbasso; Jack DeJohnette, batteria. Registrato il 30 settembre 1974.

sabato 27 novembre 2010

Subdued (Jackie McLean)

  Il 26 ottobre 1961 era un giovedì, ma calcolando l’inflazione e tutto quanto, direi che questo Subdued di Jackie McLean, anche nel titolo, si adatti molto a un sabato di novembre. Anche a un sacco di altri giorni.

  Subdued (McLean), da «A Fickle Sonance», Blue Note BLP 4089. Tommy Turrentine, tromba; Jackie McLean, sax alto; Sonny Clark, piano; Butch Warren, contrabbasso; Billy Higgins, batteria. Registrato il 26 ottobre 1961.


Monk’s Mood (Franco D’Andrea)

   Avendolo nominato, eccoti Franco D’Andrea interpretare Monk live at Metastasio Jazz nel 2002. Quanto di più diverso da Moran si possa immaginare.

  Monk’s Mood (Monk), da
«Franco D’Andrea Plays Monk», Philology W 409. Franco D’Andrea, piano. Registrato il 18 febbraio 2002.

venerdì 26 novembre 2010

Crepuscule With Nellie (Jason Moran)

  Come s’interpreta e s’improvvisa degnamente su una composizione perfetta come Crepuscule With Nellie? Non basta essere un bravo pianista, serve la sensibilità di un compositore e aver introiettato il sistema (la poetica) di Monk. Sono pochissimi: uno è qui da noi, Franco D’Andrea, un altro è sicuramente Jason Moran.

  Crepuscule With Nellie (Monk), da «Ten», Blue Note BLU 571862B. Jason Moran, piano; Tarus Mateen, contrabbasso; Nasheet Waits, batteria. Registrato nel 2010.

Lament (J. J. Johnson - Kai Winding)

  Mi sono pentito del commento indebitamente spregioso ai tromboni di ieri, e poi di essermi abbandonato nei commenti a battute d’infimo gusto, anche se tiratoci dentro da Sergio (a proposito: come si chiama uno che sa suonare il trombone, ma non lo fa? Un gentiluomo).

  Così oggi, sotto una nevicata purificatrice, rimedio subito con J. J. Johnson, non solo un grande trombonista, il maggiore dei moderni, ma un grande musicista all around, fra l’altro coinvolto non indegnamente nelle avventure della third stream. Negli anni Cinquanta il suo duo con Kai Winding, strumentista eccellente e da lui diversissimo, fu un vero hit jazzistico, con diverse sezioni ritmiche. Ma pare che l'idea originasse in uno dei workshop di Mingus.

  Questo Lament è la composizione più nota di Johnson (che è il secondo solista) grazie soprattutto alla versione di Miles Davis-Gil Evans in «Miles Ahead». Al contrabbasso, appunto, Mingus, e il tristaniano Billy Bauer alla chitarra; Kenny Clarke, alla batteria, in quel periodo faceva parte della formazione originale del Modern Jazz Quartet. Insomma, in quegli anni molte cose se tenaient.

  Lament (Johnson), da «Jay And Kai», Savoy. J. J. Johnson, Kai Winding, trombone; Billy Bauer, chitarra; Charles Mingus, contrabbasso; Kenny Clarke, batteria. Registrato il 24 agosto 1954.

giovedì 25 novembre 2010

Dolphin Dance (Slide Hampton)

  Che cosa c’è di meglio di un’orchestra composta di dodici tromboni fra tenori e bassi più sezione ritmica? Un sacco di cose, se vuoi sapere la mia opinione, ma questo oggi passa il convento. Arrangia e dirige Slide Hampton. I solisti di trombone sono David Gibson e Steve Davis.


  Dolphin Dance (Hancock), da «Spirit of the Horn», MCGJ1011. Jay Ashby, Michael Boschen, Steve Davis, Hugh Fraser, David Gibson, Andre Hayward, Benny Powel, Isaac Smith, trombone tenore; Tim Newman, Douglas Purviance, Max Seigel, David Taylor, trombone basso; Larry Willis, piano; Marty Ashby, chitarra; John Lee, contrabbasso; Victor Jones, batteria. Registrato nel maggio 2002.


mercoledì 24 novembre 2010

Old Gospel (Jackie McLean)

Da casa del mio vero e impareggiabile soul brother Andrea, JackieMcLean con Ornette Coleman alla tromba.

Old Gospel (Coleman), «Old and New Gospel», BST 84262. Ornette Coleman, tromba; Jackie McLean, sax alto; Lamont Johnson, piano; Scott Holt, contrabbasso; Billy Higgins, batteria; Registrato nel 1967.

A Nightingale Sang in Berkeley Square (Roland Kirk)

  Roland Kirk, anche quando si limitava a ficcarsi in bocca uno solo dei suoi tanti strumenti e magari si applicava a un materiale non dei più adatti, per giunta in un arrangiamento abbastanza pompier (e arronzato a prima vista dall’orchestra) – beh, Roland Kirk era sempre un musicista meraviglioso.

   A Nightingale Sang in Berkeley Square (Maschwitz -Sherwin-Strachey), da «The Roland Kirk Quartet Meets the Benny Golson Orchestra», Mercury MG 20844. Virgil Jones, Richard Williams, tromba; Tom McIntosh, Charles Greenlea, trombone; Don Butterfield, tuba; Roland Kirk, saxello; Harold Mabern, piano; Richard Davis, contrabbasso; Albert Tootie Heath, batteria; Benny Golson, arrangiamento. Registrato l’11 giugno 1963.

Loft Dance (Dave Liebman)

  Dave Liebman e un’obesa sezione percussiva in un pezzo di genuina estasi, o meglio ossessione, o meglio trance, ritmica. Alla fine sembra che stiano tutti per dare la testa nel muro. Lo diresti un disco Ecm? Ma era il 1974, poteva succedere di tutto, mica come oggi. Non sta bene dare la testa nel muro, oggi, anche per i vicini.

  Loft Dance (Liebman), da «Drum Ode», Ecm 1046. Dave Liebman, sax tenore; Richie Beirach, piano elettrico. John Abercrombie, chitarra; Gene Perla, basso elettrico; Bob Moses, batteria; Patato Valdez, Steve Satten, Barry Altschul, Ray Armando, percussioni. Registrato nel maggio 1974.

martedì 23 novembre 2010

Spinning Wheel (Ran Blake)

  Come già aveva fatto con Say A Little Prayer For You, Ran Blake si diverte qui a guastare la festa a un altro colorato successo pop degli anni Sessanta, stavolta Spinning Wheel dei Blood, Sweat and Tears.

  Spinning Wheel (David Clayton-Thomas), da «Breakthru», Improvising Artists Inc. IAI373842. Ran Blake, piano. Registrato nel 1976.


Out of the Box (Bruce Ackley)

  Membro del Rova Saxophone Quartet, Bruce Ackley ha pubblicato questo trio nel 1997. Il sax soprano è diventato da cinquant’anni in qua (dall’incisione di My Favorite Things di Coltrane) il più diffuso, dopo il tenore, di quella famiglia di strumenti, ma sentirlo suonare bene continua a essere, a mio giudizio, cosa abbastanza rara, visto il difficile controllo del suono e dell’intonazione (barzelletta per musicisti: che cos’è una seconda minore? Un unisono per due sax soprani).

  Bruce Ackley lo suona benissimo. Questa sua composizione è ispirata a The Third World di Herbie Nichols.

  Out of the Box (Ackley), da «The Hearing», Avan 069. Bruce Ackley, sax soprano; Greg Cohen, contrabbasso; Joey Baron, batteria. Registrato il 14 maggio 1997.


lunedì 22 novembre 2010

God Bless the Child (Sonny Rollins)

  Sonny Rollins è tornato dalle nostre parti, ogni volta ormai un po’ più curvo ma, a dare retta a fonti fededegne, sempre indomito.

  Qui, circa una quarantina di anni fa e in spirito vagamente lounge da anni Settanta, esegue un classico della sua amica Billie Holiday.

  God Bless the Child (Holiday), da «Horn Culture», Milestone M-0951. Sonny Rollins, sax tenore; Masuo, chitarra; Walter Davis Jr., piano; Bob Cranshaw, basso elettrico; David Lee, batteria. Mtume, percussioni. Registrato nel 1973.


Ask Me Now, Skippy (Steve Lacy)

  Il secondo disco di Steve Lacy a proprio nome è anche il primo disco non di Thelonious Monk che contenga solo composizioni di Monk.

  Ask Me Now (Monk), da«Reflections», OJCCD 063-2. Steve Lacy, sax soprano; Mal Waldron, piano; Buell Neidlinger, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato il 17 ottobre 1958.



  Skippy (Monk), ib.

domenica 21 novembre 2010

That Old Black Magic (Ike Quebec)

Una delle insolite carriere del jazz, quella di Ike Quebec. Te ne parlerò meglio un’altra volta; ora, in una serie di hawkinsiani che comprende King Curtis e Lucky Thompson, goditelo in insigne compagnia.

That Old Black Magic (Mercer-Arlen), da «Blue and Sentimental», Blue Note 784098. Ike Quebec, sax tenore; Grant Green, chitarra; Paul Chambers, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il dicembre 1961.


The New Duck, The Wane (Steve Lacy)

La copertina del disco, dal design molto sanfranciscoano-1967 benché francese del 1973, annuncia quessto disco come i «The Very First Solo Concerts» di Steve Lacy.

The New Duck (Lacy), da «Weal & Woe», Emanem 4004. Steve Lacy, sax soprano. Registrato il 26 gennaio 1973.



Quindi, con il classico quintetto:

The Wane (Lacy), id. Steve Lacy, sax soprano; Steve Potts, sax alto; Irene Aebi, violoncello; Kent Carter, contrabbasso; Oliver Johnson, batteria. Registrato il 26 gennaio 1973.

sabato 20 novembre 2010

Deep Passion (Lucky Thompson)

  Deep Passion, è, nemmeno dissimulato, Body and Soul. L'assolo di Lucky Thompson è un omaggio flagrante a Coleman Hawkins

  Deep Passion (aka Body and Soul), da «Tricotism», Fresh Sound. Lucky Thompson, sax tenore; Clifton «Skeeter» Best, chitarra; Oscar Pettiford, contrabbasso. Registrato il 24 gennaio 1956.


After Fajir (Ahmad Jamal)

After Fajr è una canzone-preghiera che esprime la religiosità benigna e serena di Jamal, autore anche del testo (fajr è, dei cinque momenti quotidiani di preghiera del musulmano, quello del crepuscolo mattinale). La melodia, prima scalare e serpentina e poi distesa in intervalli ampi, impone alla solista Donna McElroy e al quintetto vocale un sillabato veloce, privo della ieraticità che l'ispirazione devozionale farebbe supporre: ma sia la melodia sia le parole, d’acchito poco incisive, indugiano poi nella memoria per un loro singolare incanto.

After Fajir (Jamal), da «After Fajir», Dreyfus Jazz FDM 36 676-2. Ahmad Jamal, piano; James Cammack, contrabbasso, Idris Muhammad, batteria, Donna McElroy, Jodi Jenkins Ainsworth, Yumico Matsuoka, Paul Stiller, Paul J. Pampinella, Tom Baskett, coro. Registrato nel luglio 2004.


venerdì 19 novembre 2010

Crepuscule With Nellie, Sweet and Lovely (Thelonious Monk-John Coltrane)

   Non serve dire molto: il concerto della Carnegie Hall del novembre 1957. In Crepuscule, poco dopo l’ingresso di Coltrane (al minuto 2:26), Monk gli piazza sotto scherzosamente un inciso del 52nd Street Theme.

   Crepuscule With Nellie (Monk), da «Thelonious Monk Quartet at Carnegie Hall With John Coltrane», Blue Not 0946 351742 4. John Coltrane, sax tenore; Thelonious Monk, piano; Ahmed Abdul-Malik, contrabbasso; Shadow Wilson, batteria. Registrato il 29 novembre 1957.




   Sweet and Lovely (Arnheim-Daniels-Tobias), ib.

If I Were a Bell (Miles Davis)

Il secondo grande quintetto di Miles Davis non sorse dall’oggi al domani. Prima che vi arrivasse Wayne Shorter, il sax tenore lo suonò George Coleman, solido mainstreamer e poi, alla sua uscita, brevissimamente, Sam Rivers, condottovi dal concittadino Tony Williams.

Rivers partecipò alla tournée giapponese di Davis del 1964 dove questo disco lo coglie. La cosa non durò: Rivers, all’epoca quarantunenne e che subito dopo avrebbe registrato per la Blue Note almeno due album memorabili a suo nome, pur suonando benissimo, a questo punto sembra perfino troppo avanzato per la concezione di Davis, come mi pare si senta bene in questo If I Were a Bell, classico del quintetto fin dai tempi di Coltrane.

If I Were a Bell (Loesser), da «Miles in Tokyo», CBS/Sony SONX 60064-R. Miles Davis, tromba; Sam Rivers, sax tenore; Herbie Hancock, piano; Ron Carter, contrabbasso; Tony Williams, batteria. Registrato il 14 luglio 1964.


giovedì 18 novembre 2010

Zoltan (Larry Young)

  Zoltan è Zoltán Kodály (1882-1967), il compositore, etnomusicologo, didatta ungherese che avviò Béla Bartók allo studio dei canti popolari. Era un pallino di Woody Shaw, che ha composto il pezzo per l’unico disco di questo magnifico quartetto a nome di Larry Young.

  Zoltan (Shaw), da «Unity», Blue Note 56416-2. Woody Shaw, tromba; Joe Henderson, sax tenore; Larry Young, organo; Elvin Jones, batteria. Registrato nel novembre 1965.


mercoledì 17 novembre 2010

Da Duh Dah (King Curtis)

Curtis Ousley (1934-1971), noto poi come King Curtis, dovette fama e fortuna agli innumerevoli dischi di R&B, di soul e di rock a cui prestò il suo sax quintessenzialmente texano. Ma le sue credenziali jazzistiche erano di ottimo ordine e il suo suono subito riconoscibile. Questo del 1960 è il suo esordio jazzistico a suo nome (poco altro sarebbe seguito). Il cornettista «Little Brother» è Nat Adderley, contraffatto per ragioni contrattuali.


Da Duh Dah (Curtis), da «The New Scene Of King Curtis», OJC 198. «Little Brother» (Nat Adderley), cornetta; King Curtis, sax tenore; Wynton Kelly, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Oliver Jackson, batteria. Registrato il 21 aprile 1960.



Stoned Ghosts (Sahib Shihab)

   Sahib Shihab (nato Edmund Gregory nel 1925, morto nel 1989) ha legato il suo nome in primo luogo ai Blue Note monkiani («Genius of Modern Music») nei quali – a cavallo degli anni Quaranta e Cinquanta – suonava l’alto. In seguito, e in particolare dopo il trasloco europeo del 1959, fece del sax baritono e del flauto, che suonava con marcati effetti vocali, i suoi strumenti principali. Mike Hennessey ha definito Shihab «un Monk del sassofono»: paragoni simili valgono quel che valgono, ma i due condividevano il gusto per l’ironia e la sorpresa, una certa economia di mezzi (anche se la tecnica strumentale di Shihab è decisamente più ortodossa di quella del pianista), un lirismo contenuto e asciutto e in minor misura la disinvoltura armonica, in Shihab comunque più occasionale e coloristica che in Monk.

   Nel 1970, quando faceva parte dell’orchestra euroamericana di Kenny Clarke e Francy Boland, Shihab registrò a Colonia alcuni pezzi con un quartetto senza piano che comprendeva Benny Bailey, prima tromba dell’orchestra e la ritmica di Clarke e di Jimmy Woode.
«Stoned Ghost» di Bailey è ispirata a modi bartokiani (e al blues) e al suo backbeat rockeggiante lo stile di Kenny Clarke si adatta con stile davvero senza tempo (non è indicato, ma a me pare che qui Woode suoni un basso elettrico).

   Stoned Ghosts, da «And All Those Cats», Rearward RW102. Benny Bailey, tromba; Sahib Shihab, sax baritono; Jimmy Woode, contrabbasso; Kenny Clarke, batteria. Registrato nel luglio 1970.


Anthropology (Claude Thornhill-Gil Evans)

Dell’orchestra di Claude Thornhill e della sua importanza storica ti ho detto qui. Nel 1947 Gil Evans scrisse per l’orchestra questo arrangiamento del classico del bebop Anthropology, singolarissimo in primo luogo per l’introduzione… del tutto fuori luogo, con l’obsoleto piano del leader, e poi con un’esposizione dall'accentuazione sbilenca del già accidentato tema. Il solista di sax alto è Lee Konitz, ventenne ma già riconoscibile; alla chitarra, Barry Galbraith.

Anthropology (Parker), da «Adios», Nostalgia NSTC 06. Eddie Zandy, Louis Mucci, Emil Terry, tromba; Vahey Takvorian, Allan Langstaff, trombone; Walter Welscher, Sandy Siegelstein, corno; Bill Barber, tuba; Danny Polo, clarinetto; Lee Konitz, sax alto; Micky Folus, clarinetto basso, sax tenore; Mario Rollo, sax tenore, clarinetto; Bill Bushey, clarinetto basso; Claude Thornhill, piano; Barry Galbraith, chitarra; Joe Shulman, contrabbasso; Bill Exiner, batteria; Gil Evans, arrangiamento. Registrato il 4 settembre 1947.


martedì 16 novembre 2010

Farewell

permettimi una nota personale, per questa volta e basta. Ieri è morto un mio vecchio amico. Vecchio, aveva 80 anni ed era malandato. Ma l'avevo visto per tutta la mia vita, lo identificavo con il luogo dove ho trascorso gran parte della mia infanzia, parlava e scriveva nel dialetto che ho sentito fin dal piccolo e che oggi non parla più quasi nessuno. Gli avevo parlato giusto un anno fa, quando mi aveva chiesto di prefare un suo libro di versi. I racconti della vita di tanti anni fa che gli sentivo fare insieme con mio padre, che avevo sentito tante volte, a volte erano un po’ momotoni ma rassicuranti anche quando parlavano di guerra, erano la certezza che il mondo non fosse stato sempre com’è ma soprattutto che ci fosse stato davvero un mondo diverso e che qualcuno se lo ricordasse bene. Queste persone muoiono, quel mondo diventa un ricordo di seconda mano, vago e irreale (come questo, del resto) e noi ci troviamo spinti inesorabilmente in prima linea contro il buio che ieri lui ha attravrsato.


E ho appreso questa notizia cinque minuti dopo l'altra, diversa, che la mia moglie di long ago and far away si è risposata il mese scorso, senza chi io nemmeno lo sapessi, in un Paese tanto lontano da qui.


Dicono gli ultimi versi della canzone Old Folks, qui eseguita da Charlie Parker:


Some day will be no more Old Folks

What a Lonely old world this will be

Children's voices at play will be still fondin

the day they take old folks away


Farewell, N.


RA 1, RA 2 (Evan Parker - Paul Lytton)

  Evan Parker e Paul Lytton, classica coppia dell’avanguardia Settanta, colti al festival tedesco di Moers nel 1976.

  Vuoi sapere se a me questa musica piace? Poco, ma vi sento tuttavia due musicisti veri, cioè che sanno la musica, e onesti, cioè che sanno che cosa vogliono farne e a tratti la loro musica mi interessa perfino: per esempio, in RA 1, dal minuto 12 ca. in poi, dove i suoni frantumati, macinati, quasi biascicati di Parker, sullo stimolo discreto di Lytton, prendono un ritmo a modo loro incalzante e necessario, che si solidifica in una forma intelligibile. Prima o poi, forse, arriverà anche a piacermi, ma in certi casi è il viaggio a contare più della destinazione e io non ho fretta né alcun senso di obbligo verso Parker e Lytton.

  RA 1 (Parker-Lytton), da «Ra», Moers Music 01016. Evan Parker, sax soprano; Paul Lytton, percussioni, elettronica. Registrato nel giugno 1976.



  RA 2, ib.

lunedì 15 novembre 2010

Portait of Duke Ellington, Monica's Smile (Tony Scott)

Tony Scott dirige a Lucerna, nel 1981, l’Orchestra jazz della Radio Svizzera (DRS Big Band) in un programma di originali suoi e di questa suite d’omaggio a Duke che comprende In a Sentimental Mood (con solisti l’americano Glen Ferris, trombone, e Scott al piano), Sophisticated Lady con Scott al sax tenore, Lush Life dove Scott canta e si accompagna coloritissimamente al piano, Take the «A» Train con Scott che canta e suona il tenore, e infine It Don’t Mean a Thing con Scott al clarinetto.

Segue il suo Monica’s Smile, astratto e contrappuntistico.

Portrait of Duke Ellington, da «Tony Scott and his Big Band in Concert Live»», Blue Jazz 006, Orchestra DRS della Radio Svizzera arrangiata e diretta da Tony Scott, con Glenn Ferris al trombone, Thomas Moeckel alla chitarra, Joel Reiff al contrabbasso e Curt Treier alla batteria. Registrato il 18 settembre 1981 alla Kunsthaussal di Luzern.



Monica’s Smile (Scott), ib. con Markus Kuhne e Hans Peters; flauto; Fernand Fantini, clarinetto basso.

The Pearls (Mary Lou Williams)

Mary Lou Williams interpreta The Pearls di Jelly Roll Morton con piglio moderno e con qualche manierismo pianistico memore di Earl Hines (pianista disprezzato da Jelly Roll, ma forse era invidia).

The Pearls (Morton) da «Mary Lou’s Idea», MJCD 1141. Mary Lou Williams, piano; Booker Collins, contrabbasso; Ben Thigpen, batteria. Registrato il 14 settembre 1938.