Di free jazz si cominciò a parlare a partire dal disco omonimo di Ornette Coleman (1960), ma per almeno quindici anni prima si erano dati esperimenti per condurre il jazz fuori dai confini della tonalità, del giro armonico (cioè della forma a chorus), della pulsazione regolare. Furono esperimenti fra loro molto diversi, sistematici od occasionali, quelli di Cecil Taylor (qualcosa te ne ho fatto sentire qui sopra), Charles Mingus, Jimmy Giuffre, George Russell, di uomini della Third Stream come Gunther Schuller e Duane Tatro e, in Europa, di Joe Harriott e Giorgio Gaslini.
Uno dei primissimi tentativi, e dei più singolari, è certo stato quello di Lennie Tristano e dei suoi accoliti nella terza delle tre sedute di registrazione del 1949 che generarono alcuni classici del cool jazz come Wow, Crosscurrent, Marionette, Sax of a Kind. Si tratta di due improvvisazioni collettive senza materiali predefiniti, basate per il loro buon esito sulle reazioni empatiche fra i componenti il quintetto. Mi pare dica molto della poetica e delle concezione del jazz di Tristano il fatto che questo suo free avanti lettera escluda l’uso della batteria, lo strumento che nel jazz rappresenta più direttamente l’elemento africano e che Tristano mal sopportava.
Intuition (Tristano-Konitz-Marsh-Bauer-Fishkin), da «Intuition», Capitol Jazz CDP 7243 8 52771 2 2. Lee Konitz, sax alto; Warne Marsh, sax tenore; Lennie Tristano, piano; Billy Bauer, chitarra; Arnold Fishkin, contrabbasso. Registrato il 16 maggio 1949.
Digression, ibidem.
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