lunedì 4 novembre 2019

A Happy Frame Of Mind (Booker Ervin)


  Se dovessi dire un nome solo per significare quello che io intendo per «hard bop», io farei quello di Booker Ervin, di cui negli anni ho scritto diverse volte qui su Jazz nel pomeriggio, applicandogli aggettivi arbitrarî, forse anche un po’ sconsiderati come «coriaceo» e «gladiatorio». Era in realtà un saxofonista capace di molte sottigliezze musicali  ma sempre di espressione segnatamente terragna, esplicita, non incline alle mezze tinte come sono stati invece altri eroi del sax tenore dell’epoca quali, per dirne due diversissimi fra loro, Hank Mobley e Wayne Shorter. 

  Booker era diretto e in your face fin dalla sonorità asciutta, senza vibrato, legnosa e pure tornita a suo modo. Qui è nel 1963 in compagnia squisitamente Blue Note.

  A Happy Frame Of Mind (Ervin), da «Back From The Gig», Blue Note BN-LA488-H2. Johnny Coles, tromba; Booker Ervin, sax tenore; Grant Green, chitarra; Horace Parlan, piano; Butch Warren, contrabbasso; Billy Higgins, batteria. Registrato il 15 febraio 1963.


domenica 3 novembre 2019

Solitude (Sonny Rollins)


  Qui senti la creatività più pura e vorrei dire sfrenata a partire dalla forma la più tradizionale, la famosissima, suonatissima canzone di Duke Ellington. Fantasia, libertà, interplay autentico e non meccanico, impulso ritmico (swing) che non viene meno per un momento entro la più grande fluidità agogica: siamo in tutti i sensi ai piani alti del jazz e della musica improvvisata. 

  Solitude (Duke Ellington), da «Sonny Rollins Quartet With Don Cherry. Complete Live At The Village Gate 1962», Solar Records. Don Cherry, cornetta; Sonny Rollins, sax tenore; Bob Cranshaw, contrabbasso; Billy Higgins, batteria. Registrato nel luglio 1962.