domenica 31 agosto 2014

Moonlight in Vermont (Gil Mellé)

 Di Gil Mellé non saprei dire più di quanto ne abbia detto qualche anno fa. È musica quietamente eversiva, a patto di mettersi nei panni di un ascoltatore dell’epoca.

 Moonlight in Vermont (Blackburn-Suessdorf), da «Patterns of Jazz», Blue Note 9581. Eddie Bert, trombone; Gil Mellé, sax baritono; Joe Cinderella, chitarra; Oscar Pettiford, contrabbasso; Ed Thigpen, batteria. Registrato il primo aprile 1956.



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sabato 30 agosto 2014

Matie’s Trophy’s (Cecil Taylor)

 Matie’s Trophy, da uno dei più bei dischi del primo periodo di Cecil Taylor, è un scontroso tema di 32 battute che si svolge in un ristretto arco di note ricadendo in continuazione su di sé; lo caratterizzano un break di quattro battute di batteria e un marcatissimo tempo terzinato. Come sempre in questo periodo, Taylor sa usare a vantaggio della musica una certa rigidità del batterista Dennis Charles, che sembra sempre intento a scandire una marcia.

 Matie’s Trophy’s (Motystrophe) (Taylor), da «Love For Sale», [United Artists] Blue Note CDP 94107. Ted Curson, tromba; Bill Barron, sax tenore; Cecil Taylor, piano; Buell Neidlinger, contrabbasso; Dennis Charles, batteria. Registrato il 15 aprile 1959.



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venerdì 29 agosto 2014

Tears Come From Heaven (Pete La Roca Sims)

 Non uno dei più conosciuti, ma uno dei più bei dischi degli anni Sessanta, già presentato su Jazz nel pomeriggio. Fu un peccato che Pete (La Roca) Sims, ch’è morto di recente, si sia poi tenuto lontano dalla musica per tanti anni.

 Tears Come From Heaven (La Roca), da «Basra», Blue Note CDP 7243 8 32091 2 5. Joe Henderson, sax tenore; Steve Kuhn, piano; Steve Swallow, contrabbasso; Pete LaRoca Sims, batteria. Registrato il 19 maggio 1965.



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giovedì 28 agosto 2014

Straight Life (Sandy Mosse)

 Chicago 1956. Solido jazz middle of the road e infuso di blues da abbastanza oscuri ma efficienti musicisti della «città dalle spalle larghe» (Carl Sandburg).

 Straight Life (Schulman), da «Chicago Scene», Argo LP 609. Sandy Mosse, sax tenore; Eddie Baker, piano; Jimmy Goutley, chitarra; Leroy Jackson, contrabbasso; Dorrell Anderson, batteria. Registrato il 6 luglio 1956.



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mercoledì 27 agosto 2014

Lush Life – Day Waves (Stan Getz)

 Per provvedere un netto contrasto a Booker Ervin, il protervo trooper del sax sentito ieri, ecco Stan Getz in due pezzi del discusso disco uscito nel 1974 (fu anche il suo che vendette di più). Disse una volta John Coltrane, o almeno si tramanda che abbia detto: se potessimo scegliere, [noi saxofonisti tenori] suoneremmo tutti come Stan Getz.

 Il quartetto funziona come è lecito aspettarsi, ma senti che meraviglia Tony Williams. A me questo batterista mi lascia sempre a bocca aperta.

 Lush Life (Strayhorn), da «Captain Marvel», Columbia COL468412. Stan Getz, sax tenore; Chick Corea, piano; Stanley Clarke, contrabbasso; Tony Williams, batteria; Airto Moreira, percussioni. Registrato il 3 marzo 1972.



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 Day Waves (Corea), id.



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martedì 26 agosto 2014

A Lunar Tune (Booker Ervin)

 A voler intendere lunare giusta le connotazioni solite, nessuno diresti meno lunare di Booker Ervin, del quale ogni frase è della più cruda e rilevata evidenza, per definire la cui sonorità coriacea verrebbe comodo un aggettivo opposto di soave, insomma il contrario di ogni cosa, in musica, richiami il vago, lo sfumato e il sottile.

 Nei suoi limiti, a noi Booker è sempre piaciuto così, soprattutto quando a diluirne la tempera densa c’è questa ritmica – come dire? – miracolosa.

 A Lunar Tune (Ervin), da «The Complete Songbook Sessions», Jazz Lips JL711. Booker Ervin, sax tenore; Jaki Byard, piano; Richard Davis, contrabbasso; Alan Dawson, batteria. Registrato il 3 dicembre 1963.



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lunedì 25 agosto 2014

Acid, Pot or Pills (Horace Silver)

 Non drogarti, è il consiglio di Horace Silver (il mio è: fa’ come ti pare ma cerca di non aggravare il SSN).

 Il pezzo, comunque, è un bel funkettone di quegli anni. Salome Bey è una della «Bey Sisters» che accompagnavano Andy Bey.

 Acid, Pot or Pills (Silver), da «Total Response – The United States Of Mind Phase 2», Blue Note BST 84368. Salome Bey con Cecil Bridgewater, tromba; Harold Vick, sax tenore; Horace Silver, piano elettrico; Richie Resnicoff, chitarra; Bob Cranshaw, basso elettrico; Mickey Roker, batteria. Registrato il 15 novembre 1970.



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domenica 24 agosto 2014

Changes (Paul Whiteman)

 Fino a pochi anni fa, Paul Whiteman era l’Uomo Nero delle storie del jazz, il  bianco grassatore ed edulcoratore dell’Arte Nera, incarnazione di uno stereotipo che, mutate le mutande, va forte anche oggi, magari con Manfred Eicher della ECM messo al posto di Whiteman: l’importante è avere sottomano un plausibile cattivo, un white man (Eicher poi è addirittura tedesco, figurarsi).

 In realtà Whiteman era un esperto musicista le cui orchestre, grazie al lavoro di arrangiatori come Bill Challis, di cui sentiamo qui un esemplare, hanno dato contributi laterali ma significativi alla nascita del jazz orchestrale. Whiteman impiegò spesso jazzisti di vaglia: in questa formazione del ’27, Bix Beiderbecke, che ha un breve assolo, e i fratelli Dorsey, oltre che Bing Crosby (cantante importantissimo, oggi ingiustamente dimenticato).

 Changes («sequenza armonica») riflette spiritosamente sul  materiale musicale: la melodia, tramite arguti ritardi, presenta delle audacie armoniche, mentre all’inizio del bridge l’armonia modula, con effetto sorprendente, con un salto di terza maggiore.

 Changes (W. Donaldson), da «Changes», MJCD 1135. Paul Whiteman and His Orchestra: Bix Beiderbecke, cornetta; Henry Busse, Charlie Margulis, tromba; Tommy Dorsey, Wilbur Hall, trombone; Jimmy Dorsey, Charles Strickfaden, Nye Mayhew, sax alto e baritono; Chester Hazlett, Jack McLean, sax alto; Kurt Dieterle, Mischa Russell, Matty Malneck, Mario Perri, violino; Harry Perrella, piano; Mike Pingitore, banjo; Mike Trafficante, tuba; Steve Brown, contrabbasso; Harold McDonald, batteria; Bing Crosby e coro: Jack Fulton, Charles Gaylord, Austin Young, Al Rinker, Harry Barris. Arrangiamento di Bill Challis. Registrato il 23 novembre 1927.



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sabato 23 agosto 2014

Time After Time – In A Mellow Tone (Betty Roché)

 Betty Roché, l’ex-ellingtoniana ascoltata tempo fa qui sopra, è una cantante che si riconosce subito. Aveva un modo particolare, nelle ballad e nello scat, di stare sul tempo e di stirare le sillabe e di «tartagliare» le parole che mi fa venire alla mente un’altra cantante della generazione successiva, Betty Carter.

 Time After Time (Styne-Cohn), da «Take the “A” Train», Betlehem 20-30142. Betty Roché con Conte Candoli, tromba; Eddie Costa, vibrafono; Donn Trenner, piano; Whitey Mitchell contrabbasso; Davey Williams, batteria. Registrato nel 1956.



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 In A Mellow Tone (Ellington-Gabler), id.



venerdì 22 agosto 2014

Sun in Aquarius (Pharoah Sanders)

 Pharoah Sanders ieri ha riscosso un buon esito, superiore, devo dirlo, al previsto – con un’eccezione. Insomma, scusandomi con l’attore dell’eccezione, oggi torno a colpire il ferro. Qui Pharoah, tre anni dopo «Tauhid» e l’anno stesso di «Karma», s’era radunato intorno una bella formazione e duttile, dato che a momenti ora l’uno, ora l’altro, ora più d’uno insieme danno di piglio alle percussioni più diverse.

 Dopo un inizio tranquillo e un intervento inquieto, con uso di tecniche estese, di Lonnie Liston Smith, il lungo pezzo intraprende una climax abbastanza ripida verso un momento di parossismo estatico, così free e così Pharoah Sanders, prima di ripiegare serenamente nel seno di due accordi e di una ritmica cantilena vigorosa ma dolce, in cui s’incastona un duetto di contrabbassi che in qualche maniera ricorda quello di Ascension, di cui Sun in Aquarius è a modo suo una versione parodica (non nel senso di «caricaturale»). Torna Sanders fuori di sé, cioè pienamente se stesso, torna Smith a piene mani, poi sulla cantilena di prima l’esecuzione si conclude.

 Del valore della formazione ho detto; sottolineo la presenza inaspettata di Idris Muhammad, principe dei batteristi funky e come tale sentito su Jnp (nonché con Ahmad Jamal); di due contrabbassisti, eccelsi entrambi; e del cantante Leon Thomas, che aggiunge al piccolo tema mediano e finale il suo caratteristico jodel.

 Che si fosse nel 1969 rende testimonianza anche il titolo del pezzo e quello, bellissimo, del disco.

 Sun in Aquarius (Sanders), da «Jewels of Thought», Impulse! AS 9190. Pharoah Sanders, flauto di canna, sax tenore, thumb piano, campane tubolari; Lonnie Liston Smith, piano, percussioni; Cecil McBee, Richard Davis, contrabbasso, percussioni; Idris Muhammad, batteria, percussioni; Leon Thomas. Registrato il 20 ottobre 1969.



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giovedì 21 agosto 2014

Japan (Pharoah Sanders)

 Japan (Sanders), da «Tauhid», Impulse!/GRP Records GRD-129. Pharoah Sanders con Sonny Sharrock, chitarra; Dave Burrell, piano; Henry Grimes, contrabbasso; Roger Blank, batteria; Nat Bettis, percussioni. Registrato il 15 novembre 1966.



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mercoledì 20 agosto 2014

Times Lie (Joe Farrell)

 Anni Settanta in grande stile! Per piacere, non venite a parlarmi male degli anni Settanta.

 Times Lie (Chick Corea),  da «Moon Germs», Epic EPC 4604142. Joe Farrell, sax soprano; Herbie Hancock, piano elettrico; Stanley Clarke, contrabbasso; Jack DeJohnette, batteria. Registrato il 21 novembre 1972.



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martedì 19 agosto 2014

My Man’s Gone Now (Morris Nanton)

 Torna Morris Nanton, l’oscuro bravissimo pianista che ogni tanto mi piace presentarti.

 In una colorita resa della grande composizione di Gershwin, Nanton dimostra la varietà delle sue risorse pianistiche e della sua vena espressiva.

 My Man’s Gone Now (Gershwin-Gershwin), da «Something We’ve Got», Prestige PR 7409. Morris Nanton, piano; Norman Edge, contrabbasso; Al Beldini, batteria. Registrato il 13 maggio o il 16 giugno 1965.



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lunedì 18 agosto 2014

Lament (Dick Katz)

 Opperbacco, che bel trio.

 Lament (J.J. Johnson), da «In High Profile», BeeHive BH 7016. Dick Katz, piano; Marc Johnson, contrabbasso; Al Harewood, batteria. Registrato nel maggio 1984.



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domenica 17 agosto 2014

Sweet and Lovely – Midway (Lee Konitz)

 «A me pare che, quanto all’improvvisazione, il tema debba servire da veicolo alle variazioni musicali, e che, in ultima analisi, lo scopo debba essere quello di raggiungere la maggior possibile libertà dai vincoli armonici, melodici e ritmici posti dal tema; tuttavia, il tema deve servire a tenere insieme accordi e variazioni. È  per questa ragione che non vado in cerca di pezzi nuovi da suonare. Potrei suonare sempre le stesse canzoni, sempre escogitando variazioni nuove».

 Così Lee Konitz nelle note a questo disco del 1957, che coglie il complesso dal vivo a Pittsburgh e in cui Konitz ha praticato in alcuni pezzi un editing sommario. Midway è Indiana travisata.

 Sweet and Lovely (Arnheim-Tobias-Lemare), da «The Real Lee Konitz», Atlantic 8122-79713-7. Don Ferrara, tromba; Lee Konitz, sax alto; Billy Bauer, chitarra; Peter Ind, contrabbasso; Dick Scott, batteria. Registrato il 15 febbraio 1957.


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Midway (Konitz), id. senza Ferrara.



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sabato 16 agosto 2014

Footprints (Marc Copland)

 Footprints (Shorter), da «Time Within Time», HatOLOGY 619. Marc Copland, piano. Registrato il 28 o il 29 luglio 2004.



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venerdì 15 agosto 2014

Chandra (Jaki Byard)

 «Ferra Gosto!»: così un contadino al fabbro ferraio presso cui aveva condotto Gosto, un suo decrepito brocco da tiro, affinché gli rinnovasse le calzature.

 OK. Jaki Byard, un pianista la cui mano sinistra era una sezione ritmica da sola, qui ha chiamato accanto a sé una sezione di veri pesi massimi (il disco è quello, bellissimo, di cui ti ho già presentato qualcosa).

 In particolare si apprezza qui il grandiloquente contrabbassista David Izenzon, distintosi soprattutto con Ornette. Con Elvin alla batteria, ogni atomo di spazio sonoro è saturato, ma senza nessun  aggravio all’ascoltatore.

 Chandra (Byard), da «Sunshine of My Soul», Prestige PR 7558. Jaki Byard, piano; David Izenzon, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato il 31 ottobre 1967.



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giovedì 14 agosto 2014

B Minor Waltz (For Ellaine) (Bill Evans)

 Jazz nel pomeriggio non è fatto per esaudire le richieste, come fosse una radio libera degli anni Settanta: nei panni del disc jockey non mi vedo. È vero tuttavia che ricevo rarissimamente richieste, e sempre garbate, per cui un vero motivo per rifiutarle non ce l’ho.

 Stavolta poi a richiedere Bill Evans è una lettrice nuova, Milena, che non vorrei scoraggiare con la mia rusticità. Solo, invece di Waltz for Debbie (che comunque Milena può ascoltare su Jnp nella sua originale, breve versione per piano solo), ho scelto un pezzo, un altro 3/4, adatto a questo inverno di alta estate.

 Viene dal disco che, in patente contraddizione con il suo titolo, «You Must Believe in Spring», meglio ritrae l’inverno dell’anima di Bill Evans.

 B Minor Waltz (For Ellaine) (Evans), da «You Must Believe in Spring», Warner Bros. 7599-23504-2. Bill Evans, piano; Eddie Gomez, contrabbasso; Eliot Zigmund, batteria. Registrato nell’agosto 1977.



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mercoledì 13 agosto 2014

Extrasensorial Perception – Bebopper (Charles Mingus)

 Dapprima un Mingus del 1952, si potrebbe dire tristaniano (non solo perché c’è Lee Konitz), secondo l’umore dei suoi workshop di quegli anni, di cui cui abbiamo già sentito esempi. Arrangiamento curiosamente «bottom heavy», sbilanciato verso il basso, per l’aggiunta di un  ingombrante basso figurato di violoncello.

 Poi, l’anno dopo, un non molto più accorto tentativo di hit con un quartetto vocale di dubbia omogeneità. La canzone satireggia il bebop come fenomeno di costume.

 Extrasensorial Perception (Mingus), da «The Charles Mingus Groups Debut Raririties», Debut 0600753426104. Lee Konitz, sax alto; Phyllis Pinkerton, piano; George Koutzen, violoncello, Charles Mingus, contrabbasso; Al Levitt, batteria. Registrato il 12 aprile 1952.



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 Bebopper (Gordon-Leonard), ib. The Gordons (Honey, Richard, George, George Jr) con Hank Jones, piano; Charles Mingus, contrabbasso; Max Roach, batteria. Registrato il 29 aprile 1953.



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martedì 12 agosto 2014

[Guest Post #51] Alberto Arienti Orsenigo & Louis César Ewandé

Ci vuole la spregiudicatezza di un guest poster per condurre Jazz nel pomeriggio fuori dal seminato leggermente perbenistico dei gusti jazzistici del tenutario. Alberto Arienti Orsenigo si conferma uno dei guest più originali; certo il più succinto nei commenti.

 Il jazz torna in Africa: una delle composizioni più sofisticate di Miles ridotta a canto tribale.

 All Blues (Miles Davis), da «Cano», Bleu Citron BLC-D017. Ali Wagué, flauto; Louis César Ewandé, sintetizzatore e percussioni; Louis Winsberg, Djeli Moussa Kouyaté, chitarra; Djeli Madi Kouyaté, balafon; coro. Registrato nel 1992.



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lunedì 11 agosto 2014

Everything I’ve Got (Annie Ross)

 Annie Ross è stata veramente una cattiva ragazza, che Dio la benedica, lei e tutte le ragazze come lei. Certo, non tutte cantano jazz come lo cantava lei.

 Everything I’ve Got (Rodgers-Hart), da «A Gasser!», Pacific Jazz CDP 7 46854 2. Annie Ross con Zoot Sims, sax tenore; Russ Freeman, piano; Jim Hall, chitarra; Monty Budwig, contrabbasso; Mel Lewis, batteria. Registrato nel marzo 1959.



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domenica 10 agosto 2014

Afro Blue (McCoy Tyner)

 Un bel trio all-stars di McCoy Tyner che suona Afro Blue in omaggio a Coltrane è cosa che dovrebbe andare a genio a tutti. Crepi il maltempo, crepi l’afa, crepino i nemici del jazz (ce n’è, perfino inspiegabilmente altolocati): che una stella, stasera, cada loro sulla testa.

 Afro Blue (Mongo Santamaria), da «Plays John Coltrane Live at the Village Vanguard», Impulse! 589 183-2. McCoy Tyner, piano; George Mraz, contrabbasso; Al Foster, batteria. Registrato il 23 settembre 1997.



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sabato 9 agosto 2014

Soul Vibrations – Lonely Girl – Afro-Harping (Dorothy Ashby)

 Sabato crossover. L’arpa di Dorothy Ashby – la migliore fra i pochi arpisti jazz – , così scomoda per sonorità e articolazione in simili contesti, forse per ciò stesso era  adatta ad esprimersi in questo ambito ibridato, fra jazz (non tanto), funk, soul, exotica e perfino easy listening e psichedelia: una vera Polaroid della musica pop di quel 1968. Gli ingredienti si trovano omogeneizzati ed emulsionati nella classe cristallina di Dorothy.

 Sulla Ashby, personalità musicale forte, prendo l’impegno di tornare.

 Soul Vibrations (Richard Evans), da «Afro-Harping», Cadet LPS-809. Dorothy Ashby, arpa, con orchestra arrangiata e diretta da Richard Evans. Registrato nel febbraio 1968.



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 Lonely Girl (Evans-Hefti-Livingston), id.



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 Afro-Harping (Ashby-Upchurch), id.



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venerdì 8 agosto 2014

We Kiss In A Shadow (Wilbur Harden)

 Riprendo questo disco di Wilbur Harden, già sentito qui sopra anni fa, sullo stimolo di una conversazione a proposito di questa bella canzone di Rodgers & Hart. Un’altra celebre interpretazione jazzistica, ma l’unica, forse, ne è quella di Sonny Rollins in «East Broadway Rundown».

 We Kiss In A Shadow (Rodgers-Hart), da «The King and I», Savoy-Columbia SV-0124. Wilbur Harden, tromba; Tommy Flanagan, piano; George Duvivier, contrabbasso; G. T. Hogan, batteria. Registrato nel 1958.



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giovedì 7 agosto 2014

I Remember You (Grant Green)

 Lo swing, intendendolo con vigorosa semplificazione come quella inclinazione del discorso musicale a procedere con senso di necessità ritmica, ma elastica e leggera, che faccia scorrere nel proprio senso gli elementi melodici, si ritrova al massimo grado negli spaziosi assoli di Grant Green, al quale dobbiamo i più begli esempi di trio chitarristico senza pianoforte.

 I Remember You (Mercer-Schertzinger), da «Standards», Blue Note 7243 8 21284 2 7. Grant Green, chitarra; Wilbur Ware, contrabbasso; Al Harewood, batteria. Registrato il 29 agosto 1961.


mercoledì 6 agosto 2014

Star Eyes (Joe Albany & NHØP)

 Star Eyes (Raye-DePaul), da «Two’s Company», SteepleChase SCCD 31019. Joe Albany, piano; Niels Henning Ørsted Pedersen, contrabbasso. Registrato il 17 febbraio 1974.


martedì 5 agosto 2014

The Catbird Seat (Dwike Mitchell & Willie Ruff)

 Non voglio montarmi il capo, ma ho come l’impressione che Jazz nel pomeriggio sia uno dei pochi che, ogni tanto e come possono, si ricordano di Dwike Mitchell e Willie Ruff. E non sarà neanche questa l’ultima volta.

 Questo blues in fa (il titolo riprende un modo di dire del Sud degli Stati Uniti, «essere in una posizione ideale») trova un bellissimo equilibrio fra funky e sofisticazione, fra rarefazione e intensità.

 The Catbird Seat (Mitchell), da «The Catbird Seat», (Atlantic) Collectables Jazz Classics COL-CD-6368. Dwike Mitchell, piano; Willie Ruff, contrabbasso; Charlie Smith, batteria. Registrato nell’autunno 1961.



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lunedì 4 agosto 2014

I’m Aware Of The Animals In Me (Horace Silver)

 Beh, l’importante, come appunto dice Horace Silver, è esserne consapevoli.

 I’m Aware Of The Animals In Me (Silver), da «Total Response – The Unitd States Of Mind Phase 2», Blue Note BST 84368. Salome Bey con Horace Silver, piano elettrico; Bob Cranshaw, basso elettrico; Mickey Roker, batteria. Registrato il 15 novembre 1970.



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domenica 3 agosto 2014

Good Morning Heartache – Bal Ha’i (Gildo Mahones)

 Good Morning Heartache è una ballad degli stessi autori di On the Sunny Side Of The Street ed era una delle preferite di Billie Holiday. Qui c’è Gildo Mahones (1929), un pianista estroso ed elegante che  hai sentito già alcune volte come sideman di Charlie Rouse (anche nei Jazz Modes) e Bennie Green. Al contrabbasso c’è George Tucker, uno di quei supremi bassisti degli anni Cinquanta di cui ti dicevo pochi giorni or sono, parlando di Paul Chambers.

 Bal Ha’i accoppia piuttosto insolitamente il pianoforte all’organo, in funzione coloristica sotto le dita del grande Larry Young.

 Good Morning Heartache (Higginbotham-Drake-Fisher), da «I’m Shooting High», Prestige New Jazz NJ 8299. Gildo Mahones, piano; George Tucker, contrabbasso; Jimmy Smith, batteria. Registrato il 3 settembre 1963.




 
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 Bal Ha’i (Mahones), ib. C.s. più Larry Young, organo. Registrato il 4 febbraio 1963.



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sabato 2 agosto 2014

Straight Ahead (Hank Mobley)

 Straight Ahead (Mobley), da «The Turnaround», CDP 7 84435 2. Freddie Hubbard, tromba; Hank Mobley, sax tenore; Barry Harris, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Billy Higgins, batteria. registrato il 5 febbraio 1965.



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venerdì 1 agosto 2014

Idol of the Flies (Jimmy Knepper)

 Jimmy Knepper è stato un un musicista di alto valore, fra l’altro per anni  collaboratore chiave di Mingus, che lo ricompensò con un pugno nei denti e minacce di morte.

 Era uno di quegli artisti la cui mente inclina al recondito e al complicato tanto nell’ispirazione come nella realizzazione e nella presentazione della musica. Di questa sua composizione, per esempio, Idol of the Flies, tutta costruita su armonie di sottodominante e per questo esplicantesi in una dimensione armonica che sembra non trovare mai risoluzione (né del resto cercarla), ha scritto così:

Il pezzo non contiene accordi di settima di dominante (…). Data l’assenza di dominanti, gli altri accordi gravitano sulla sottodominante. Sottodominante è l’accordo che sta sotto, e dal momento che è l’accordo prevalente del pezzo, ho pensato al diavolo, perché è forte e anche lui sta sotto. «Idolo delle mosche» è uno degli appellativi del diavolo [Baal-zebub, NdR] (…).

 Idol of the Flies (Knepper), da «A Swinging Introduction to Jimmy Knepper», Betlehem VICJ-61473. Jimmy Knepper, trombone; Gene Quill, sax alto; Bill Evans, piano; Teddy Kotick, contrabbasso; Dannie Richmond, batteria. Registrato nel settembre 1957.



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