martedì 31 dicembre 2013

Interactions (Roland Heinz)

 Che ne dici di chiudere quest’anno, brutto per comune consenso, con dell’improvvisazione radicale? Ho l’impressione che la maggior parte di te, come di me, non sia molto persuasa dei risultati che ottengono, con la migliore volontà, gli spesso competenti musicisti che amano ascriversi a questa scuola, o corrente o filosofia. Quello in questione, però, è un caso raro in cui emerge un vero e sensato risultato musicale, senza che vi si debba applicare l’implicita attenuante che i suonatori si starebbero «assumendo un rischio» (non si sa bene quale, e non sarebbero comunque affari loro?).

 Queste lunghe «interazioni» del 1989, opera di un quartetto a nome del chitarrista austriaco (ma nato a Sidney) Roland Heinz, sono abbastanza a maglie larghe e varie nel succedersi delle tessiture per fonosimboleggiare il disfarsi, dapprima lento poi rapinoso, di qualcosa di scuro e aggrovigliato.

 Ti auguro fin d’ora una buona fine d’anno.

 Interactions (Phillips-Elgart-Zadlo-Heinz), da «Heavy Mental», CD HMP 001. Leszek Zadlo, flauto, sax soprano, sax tenore; Roland Heinz, chitarra; Barre Phillips, contrabbasso; Bill Elgart, batteria. Registrato il 21 novembre 1989.



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lunedì 30 dicembre 2013

Home (Coleman Hawkins )

 Quegli anni 1944-’45, tramonto di un vecchio periodo e auspicata aurora di un mondo nuovo, negli Stati Uniti come altrove; momento in cui il futuro aveva in canna il bebop e lo puntava contro l’establishment musicale, fu per il jazz il periodo di una breve meravigliosa fioritura di dischi di piccole formazioni, spesso guidate da Coleman Hawkins, in cui, nelle forme rassicuranti del già noto e sperimentato (si può dire del classico), la musica sentiva già di una disinvoltura nuova, di un’irrequietezza lieve ma determinata.

 Qui, per l’occasione sotto l’egida di George Wettling, il grande batterista di Chicago poi reputato pittore, sentiamo anche il canto inconfondibile di Jack Teagarden, col suo disossato accento texano; Herman Chittison, pianista ai tempi ammiratissimo e oggi dimenticato, qui autore di un assolo breve ma di moderna e sofisticata eleganza; e il quasi altrettanto poco ricordato Joe Thomas, trombettista delizioso.

 Home (Clarkson-Clarkson-Steeden), da «The Complete Coleman Hawkins», Mercury 830 960-2. «George Wettling’s New Yorkers»: Joe Thomas, tromba; Jack Teagarden, trombone e canto; Hank D’Amico, clarinetto; Coleman Hawkins, sax tenore; Herman Chittison, piano; Billy Taylor, contrabbasso; George Wettling, batteria. Registrato il 12 dicembre 1944.



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domenica 29 dicembre 2013

Juicy Lucy (Horace Silver)

 Horace Silver è stato dato come morto per qualche ora della scorsa settimana. Invece!

 Eccolo qui con una delle sue composizioni più caratteristiche, completata da un tipico outchorus, in uno dei suoi dischi più belli, suonati da quello che, tutto sommato, per me è stato il suo complesso perfetto.

 Juicy Lucy (Silver), da «Finger Poppin’», Blue Note 7243 5 42304 2 4. Blue Mitchell, tromba; Junior Cook, sax tenore; Horace Silver, piano; Gene Taylor, contrabbasso; Louis Hayes, batteria. Registrato il 31 gennaio 1959.



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sabato 28 dicembre 2013

Variations On A Christmas Theme (Modern Jazz Quartet)

 Sono passati due giorni dal Natale ed è dunque ora di riflettere sul Natale con questo tema e variazioni di John Lewis - MJQ.

 Variations On A Christmas Theme (LP Version) (Lewis), da «Plastic Dreams», Atlantic/Collectables COL-CD-6185. The Modern Jazz Quartet: Milt Jackson, vibrafono; John Lewis, piano; Percy Heath, contrabbasso; Connie Kay, batteria, più Snookie Young e Joe Newman, tromba; Garnett Brown, trombone; Jim Buffington, corno; Don Butterfield, tuba. Registrato nel 1971.



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giovedì 26 dicembre 2013

A Room With A View (Bobby Hackett)

 Quest’anno solare Jazz nel pomeriggio è stato un po’ contumace, ma i suoi amici gli sono sono stati vicini lo stesso. Il caro Bobby Hackett è il meglio che possa offrire loro (a voi) come pegno di un 2014 più jazzisticamente assiduo.

 A Room With A View (Stillman-Swan), da «Bobby Hackett Chronological Classics 1948-1954», Classics 1403. Bobby Hackett, tromba; Charlie Queener, piano; Danny Perry, chitarra; Bob Casey, contrabbasso; Cliff Leeman, batteria. Registrato il 15 settembre 1950.



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mercoledì 25 dicembre 2013

Godchild (Miles Davis)

 Buon Natale, amici! Per anni io ho creduto che godchild significasse «Gesù bambino» e che i doni li portasse Miles Davis.

 Godchild (Wallington), da «Birth Of the Cool», Capitol Jazz 0777 7092862 2 5. Miles Davis, tromba; Kai Winding, trombone; Junior Collins, corno; John Barber, tuba; Lee Konitz, sax alto; Gerry Mulligan, sax baritono; Al Haig, piano; Joe Shulman, contrabbasso; Max Roach, batteria. Registrato il 21 gennaio 1949.



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martedì 24 dicembre 2013

Broadmoor (Clarke-Boland Big Band)

 Quando la big band co-diretta da Kenny Clarke e da Francis Boland arrivò in Inghilterra per la prima volta, Johnny Griffin (la sua star principale) fu prelevato all’aeroporto dalla polizia e condotto alla prigione di Pentonville per una questione di tasse di qualche anno prima. Il manager dell’orchestra Gigi Campi pagò per Griffin, che passò in guardina una sola notte, ma l’episodio fu abbastanza suggestivo da dare a Boland l’idea per una suite i cui movimenti fossero tutti intitolati a un’istituzione concentrazionaria del Regno Unito. Non so dire se questa scelta venisse da un’autentica ispirazione o solo da una garbata volontà polemica.

 Qui siamo a Broadmoor, manicomio criminale. L'assolo di clarinetto è di Tony Coe, quello di tromba di Benny Bailey, quello di sax tenore Ronnie Scott e quello di sax soprano di Sahib Shihab.

 Broadmoor (Boland), da «At Her Majesty’s Pleasure…», Rearward RW137 CD. Benny Bailey, Idrees Sulieman, Derek Watkins, Kenny Wheeler, tromba; Åke Persson, Nat Peck, Erik Van Lier, trombone; Derek Humble, sax alto; Johnny Griffin, Ronnie Scott, sax tenore; Tony Coe, sax tenore e clarinetto; Sahib Shihab, sax baritono  e soprano; Francy Boland, piano e arrangiamento; Jimmy Woode, contrabbasso; Kenny Clarke e Kenny Clare, batteria. Registrato il 5 settembre 1969.



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lunedì 23 dicembre 2013

Nine, Ten, Elvin (Jay Boehmer)

 Una sera di parecchi anni fa, come nell’incipit di un noir un po’ decentrato, ero in un bar della Chinatown di Toronto dove suonava il quartetto del batterista e compositore locale Jay Boehmer. Finimmo la serata bevendo insieme; lui mi raccontò che manteneva la famiglia più che altro suonando nelle orchestre di fossa dei musical e poi mi regalò questo disco appena registrato dal quartetto, dove suonava come guest Pat LaBarbera, altro canadese noto soprattutto per aver suonato con Elvin Jones (che questo pezzo omaggia).

 Non ho mai più sentito né visto Jay Boehmer, ma l’internet mi rassicura: pur con assai meno capelli, vive e continua a suonare nella sua bella città.

 Nine, Ten, Elvin (Boehmer), da «Don’t Look Back», JBJ 002. Pat LaBarbera, sax tenore; Kevin Barrett, chitarra; Michael Barber, piano; Maury LaFoy, contrabbasso; Jay Boehmer, batteria. Registrato nel marzo 1999.



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domenica 22 dicembre 2013

Luz Marina (John Medeski)

 Questo è un disco insolito, non immediatamente rappresentativo di John Medeski, noto soprattutto come membro dell’estroverso trio Medeski, Martin & Wood.

 Seduto dinanzi a un bellissimo pianoforte di tipica fabbrica francese (Gaveau del 1924, con una sonorità, rispetto allo Steinway, più di legno e corde e meno di metallo, e per giunta registrato, specifica il pianista, con tecnologia vintage), Medeski pare riscoprire con sorpresa e intimità le sonorità e le risonanze armoniche più riposte dello strumento.

 Luz Marina (Medeski), da «A Different Time», OKeh 8876544462. John Medeski, piano. Senza data ma prob. 2012.



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sabato 21 dicembre 2013

Moonbow (Duke Ellington)

 «Afro-Bossa» non è sicuramente fra i dischi più famosi di Duke Ellington, al contrario; eppure non è nemmeno di quelli dimenticabili. La bossa compare nel titolo più che altro in ossequio alla moda musicale del momento in USA e nel mondo (era il 1963), ma in realtà i ritmi di cui Duke fa qui un uso libero e fantasioso sono piuttosto ritmi caraibici. Nell’ambito affollato e composito del jazz che guarda south of the border, questo è secondo me uno dei dischi più riusciti.

 In Moonbow, la cornetta sordinata di Ray Nance e il trio di clarinetti, strumentale molto usato da Ellington negli anni Venti (in The Mooche, per esempio), costituiscono un rimando diretto al jungle style.

 La Reprise era l’etichetta discografica fondata da Frank Sinatra.

 Moonbow (Ellington), da «Afro-Bossa» [Reprise] WPCR-27137. Cootie Williams, Roy Burrowes, Cat Anderson, tromba; Ray Nance, cornetta; Lawrence Brown, Buster Cooper, trombone; Chuck Connors, trombone basso; Jimmy Hamilton, Russell Procope, clarinetto; Johnny Hodges, sax alto; Paul Gonsalves, sax tenore; Harry Carney, clarinetto e sax baritono; Duke Ellington, piano; Ernie Shepherd, contrabbasso; Sam Woodyard, batteria.  Registrato il 5 gennaio 1963.



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venerdì 13 dicembre 2013

A Message From Where (Raymond Scott)

 Un pezzo un po’ whimsical tanto per rompere il ghiaccio di questo lungo silenzio (interrotto, devo dirlo, soprattutto per affettuosa intercessione di Valentina, la nota personaggia che segue il blog, anche contribuendovi, fin dall’inizio).

 A Message From Where (Scott), da «The Secret 7 - Unexpected», Basta 309106. Toots Thielemans, armonica; Harry «Sweets» Edison, tromba; Sam Taylor, sax tenore; «Wild» Bill Davis, organo; Eddie Costa, vibrafono; Kenny Burrell, chitarra; Milt Hinton, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato nel gennaio 1960.



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