Non ho conoscenza tecnica del vibrafono (una volta ne ho suonato uno, ma aveva la spina staccata e i mazzuoli spelacchiati), quindi non so dire come Walt Dickerson (1931-2008) producesse certi suoi suoni sospesi, non vibranti, come cristalli la cui estremità si annulli nella luce, alternandoli con altri percussivi, memori di Milt Jackson e anche di Lionel Hampton. Uno stile così diverso da quello dell’altro grande vibrafonista della sua generazione, Bobby Hutcherson, nella cui ombra rimase, anche, credo, in ragione di un’indole molto particolare.
Dickerson (che ti augura «peace» alla fine del pezzo) non è eloquente come Hutcherson; parla sommessamente sullo strumento, e richiede all’ascoltatore una concentrazione speciale. Questo che ti propongo oggi è l’ascolto più lungo e forse più impegnativo finora, ma mi piacerebbe che tu accordassi a Walt Dickerson (e ai suoi magnifici partner, soprattutto Andrew Cyrille) l’attenzione che merita e che solo parzialmente ha avuto in vita.
Tell Us Only the Beautiful Things (Dickerson), da «Tell Us Only the Beautiful Things», MCA MTCJ-2001. Walt Dickerson, vibrafono; Wilbur Ware, contrabbasso; Andrew Cyrille, batteria. Registrato il 21 luglio 1975.
4 commenti:
Lo farei volentieri, ma non mi parte il pezzo -.-'
Qui funziona…
Gliel'ho accordata volentieri, che brano! Il "Peace" conclusivo sembra una lingua straniera in confronto a quella in cui ha parlato per i diciotto minuti precedenti...
Dickerson era di quegli artisti che parlava sempre una lingua tutta sua. Qui
http://darkforcesswing.blogspot.com/2008/05/rip-walt-dickerson.html
se ti va, puoi leggere una lunga intervista con lui.
Marco
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