Il proteiforme floridiano (si dirà così? Della Florida) Ira Sullivan si cimenta qui in territorio coltraniano (ma non il Coltrane di quell’anno, il 1967; quello di cinque o sei anni prima). L’ispirazione dei suoi accompagnatori agli omologhi del quartetto di JC è al più volonterosa, il titolo tradisce un’inclinazione all’esotismo di maniera ed è piuttosto vicino alle tematiche dello Yusef Lateef degli anni Cinquanta – fra l’altro, il suono di Sullivan sul soprano ricorda molto l’oboe – , ma l’esecuzione è vivace e colorita e Ira vi fa valere la sua caratteristica estroversione.
Niniveh (Sullivan), da «Horizons», Collectables COL-CD-6619. Ira Sullivan, sax soprano; Dolphe Castellano, piano; William Fry, contrabbasso; Jose Cigno, batteria. Registrato il 2 marzo 1967.
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3 commenti:
piacerebbe anche a me suonare il soprano cosi'!!
E pensa che lui suonava (suona ancora, credo, anche se deve andare per gli ottanta) anche tenore e vari altri saxofoni e clarinetti e flauti ma, quello che veramente sorprende, era altrettanto valente sulla tromba. L'unico altro caso che mi venga in mente di un musicista ugualmente a suo agio su legni e ottoni è Benny Carter.
io,quando mi concentro,riesco a suonare anche il tamburello,accompagnando le mie figlie nei loro duetti oboe-flauto. a volte però mi lanciano degli sguardi.....
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