Non so quanti che ascoltavano il jazz verso la fine degli anni Settanta avrebbero pensato a quella come a un’epoca d’oro della musica; ma è così che appare oggi. In Italia, fra festival, concerti e club, si sentivano abitualmente, tanto da darli per scontati, Anthony Braxton, Sam Rivers, l’Art Ensemble, George Lewis, Muhal Richard Abrams e gli altri dell’AACM di Chicago, allora tutti nel loro momento più fecondo ; Steve Lacy, Roswell Rudd, Carla Bley, Paul Bley; poi Max Roach, Art Blakey, Elvin Jones; gli europei della Globe Unity, e tantissimi altri.
Il teatro Ciak di Milano, a cominciare credo dal 1978 fino agli anni Ottanta inoltrati, organizzava concerti e un festival annuale (oggi mi pare ospiti esclusivamente «comici» della tv e i musical all’italiana). Nel novembre del 1979 vi capitò Walter Davis Jr., pianista noto per tante sedute degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. Io ero presente ma ricordo poco, anzi: ammetto di ricordare soprattutto la strana, inquietante perfino, fisionomia del pianista… Chissà come e chissà quando, ho trovato in rete questo LP che una misteriosa casa discografica pubblicò due anni dopo, non so con quanta legittimità. Davis vi suona soprattutto sue composizioni e anche Glass Enclosure di Bud Powell, non molto bene per la verità.
Davis era un pianista energico, di chiarissima ispirazione powelliana, e un compositore interessante, come mostra questa Uranus, dove l’improvvisazione ha poco spazio.
Uranus (Davis), da «Uranus», Palcoscenico Records PAL 15008. Walter Davis Jr., piano. Registrato al teatro Ciak di Milano l’8 novembre 1979.
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