Questa canzone di Buddy Bernier è nota in ambito jazzistico soprattutto per l’interpretazione di Ahmad Jamal colta dal vivo al Pershing Lounge di Chicago il 16 gennaio 1958 (Jamal la esegue ancora oggi in ogni sua esibizione); qui a suonarla, l’anno successivo, è un quintetto di Shelly Manne in un disco famoso, registrato live alle estreme propaggini del West Coast jazz. Una versione diversissima da quella estatica di Jamal, tutta giocata su un ostinato: veloce e mordente, invece, grazie soprattutto alla presenza dell’eccellente e sfortunato Joe Gordon alla tromba e dell’inglese Victor Feldman al piano.
La poinciana reale (Poinciana regia) è questa magnifica pianta.
Poinciana (Bernier), da «At The Black Hawk, Vol. 1», Contemporary/OJCCD-656-2. Joe Gordon, tromba; Richie Kamuca, sax tenore; Victor Feldman, piano; Monty Budwig, contrabbasso; Shelly Manne, batteria. Registrato il 22 settembre 1959.
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2 commenti:
Mettendo accanto le parole della canzone e le due interpretazioni, mi verrebbe da dire che Jamal sia più fedele alla misura testo di quanto non faccia Shelly Manne. Dove Jamal non indulge in forzature, Manne scatena un uragano. Due modi diversi di dire la stessa cosa.
Ben detto. Nota anche come l’interpretazione di Jamal lasci ben poco posto all’improvvisazione, mentre quella del quintetto di Manne sia viceversa un veicolo per una blowing session, o, come dici tu, un uragano.
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