Dischi dei Loose Tubes non si trovano, pare, ma ancora più strano è che di loro si trovi così scarsa traccia sul web, addirittura una sola foto e piccolissima: eppure, dal 1984 al 1989 circa sono stati la formazione più nota del jazz britannico, la più premiata, oggetto di molte attenzioni e perfino nel fuoco di una polemica di soggetto «razziale» con l’altra formazione inglese, ma tutta nera, dei Jazz Warriors. Della loro buona reputazione presso i musicisti come presso il pubblico faccia fede il fatto che questo disco «Open Letter», credo il loro ultimo, venisse prodotto da Teo Macero of Miles Davis fame.
Orchestra cooperativa, priva di un leader e direttore (anche in pedana il suo schierameno era insolito, a «V»), i Loose Tubes originavano da un’iniziativa di Graham Collier e furono la prima palestra di Django Bates come compositore e arrangiatore; dai suoi ampi ranghi sono venuti personaggi importanti del jazz inglese come Steve Berry, che divideva con Bates i compiti di scrittura, i fratelli Julian e Steve Argüelles, Iain Bellamy, Chris Batchelor, Tim Whitehead. Non erano innovativi: le composizioni non presentavano ambizioni di novità, spesso articolate sulla giustapposizione di episodi eterogenei in contrasto, ma le tante voci dell’organico erano usate con fantasia e spregiudicatezza stilistica ed era sempre evidente le lezione dei jazzisti sudafricani, con cui alcuni dei Loose Tubes, primo Bates stesso, avevano lavorato: è significativa la dedica del secondo pezzo che ti presento a Dudu Pukwana.
Sweet Williams (Django Bates), da «Open Letter», Editions EG EEGCD 55. Dave DeFries, Chris Batchelor, Lance Kelly, John Eacott, tromba, flicorno, percussioni; Richard Pywell, John Harborne, Steve Day, Ashley Slater, Dave Powell, trombone tenore, trombone alto, trombone basso, flugelbone, euphonium, tuba; Eddie Parker, flauti, Dai Pritchard, Iain Ballamy, Steve Buckley, Mark Lockheart, Tim Whitehead, Julian Argüelles, ance; Django Bates, piano, tastiere, corno tenore; John Parricelli, chitarra; Steve Berry, contrabbasso; Steve Argüelles, batteria, percussioni; Thebe Lipere, percussioni. Registrato nel 1988.
Open Letter to Dudu Pukwana (Dave DeFries), ib.
2 commenti:
belli, bravi, non li conoscevo proprio...
I tesori nascosti di "Jazz nel Pomeriggio"!
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