Il paratesto del disco (quel «plays the music of» spesso nunzio di veri infortuni) promette male, ma l’idea, per essere quella che è – melodie belle e «atmosferiche» orchestrate per archi, con piano e sax solisti – , è resa con il gusto migliore possibile in questo curioso disco, e cioè, prima di tutto, con una scrittura corretta e trasparente per il quartetto, quindi con una savia scelta di repertorio. Nefertiti di Wayne Shorter, disossata e omogeneizzata, rivela qui una trama «easy listening». Lawrence Feldman impersona plausibilmente Shorter, messo in caldo primo piano dalla registrazione, che dà al pianoforte di Carlos Franzetti il suono alonato e un po’ distante degli album with strings degli anni Cinquanta.
Nient’altro che cocktail music a base jazzistica, forse, ma intelligente e anche raffinata.
Nefertiti (Shorter), da «The Jazz Kamerata Plays The Music Of…», Chesky JD283. Lawrence Feldman, sax tenore; Carlos Franzetti, piano, arrangiamenti; Theresa Norris, flauto; Paul Gallo, clarinetto; Laura Seaton-Finn, Leonardo Suarez Paz, violino; Maurycy Banaszek, viola; Stephanie Cummins, violoncello; Jay Leonhart, contrabbasso. Senza data ma prob. 2004.
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