Stavolta il Quiz era carognesco, ma devo dire che la differenza non si è notata nella risposta del colto e dell’inclita. L’unico che ci abbia fatto un tentativo è un idiota ignorante.
Comunque si trattava del trio del pianista teatino (di Chieti) Umberto Cesàri (1920-1992), personaggio interessante e misterioso, un po’ inquietante perfino, che negli ultimi anni è stato oggetto delle attenzioni critiche soprattutto del suo concittadino Stefano Zenni e di Marcello Piras, insomma della SIdMA. Nel 2003 è uscito un bel volume di studi, discografia, documenti, con un impegnativo saggio biografico di Zenni, in edizione non commerciale corredata di due CD di incisioni diversamente irreperibili: Il pianista invisibile. Vita e opere di Umberto Cesàri (1920-1992), Chieti, Società Italiana di Musicologia Afroamericana, 2003.
Begin The Beguine è forse il pezzo più famoso di Cesàri; colpisce per la profondità armonica e per una padronanza idiomatica che nell’Italia del 1950 era quasi inconcepibile. Con l’entusiasmo un po’ bombastico che gli è proprio, Marcello Piras lo definisce «opera insieme fantasmagorica e abissale, cristallina ed enigmatica (…) uno dei vertici non solo del jazz italiano, ma della musica italiana del XX secolo».
Begin The Beguine (Porter). Umberto Cesàri, piano; Carlo Pes, chitarra, Carlo Loffredo, contrabbasso. Registrato l’8 marzo 1950.
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