lunedì 17 gennaio 2011

Spheres (I Movement) (Keith Jarrett)

  Frammento di un’allucinazione organistica di Keith Jarrett, colto nel suo periodo più oltranzista o, altri direbbe, megalomaniaco. La musica non presenta uno speciale interesse, secondo me; è interessante il modo in cui Jarrett, adoperando una registrazione (= uso dei registri) inortodossa, tragga spesso dall’organo barocco dell’abbazia bavarese di Ottobeuren dei suoni che mai si sarebbe immaginato il suo costruttore Karl Joseph Riepp, il maggiore organaro dell’età di Bach. Altrove in questi due dischi Jarrett coraleggia, richiamando piuttosto il pompierismo di certi organisti francesi di tardo Ottocento, à la Widor.

  P.S. Sì, ho scritto appena sotto che questo blog si occupa solo di jazz-jazz. Mi contraddico? Ebbene, mi contraddico. Contengo moltitudini.

  Spheres (I Movement) (Jarrett), da «Hymns/Spheres», ECM 1086/87. Keith Jarrett, organo. Registrato nel settembre del 1976.



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2 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

Caro Marco, sono molto, molto più grande di te, anche se ho passato tutta la vita ad occuparmi d'altro (la passione per il jazz è recentissima: è nata due anni fa, quando comprai "La grande storia del jazz" abbinata a L'Espresso, ma da allora studio tutti i giorni, e - da analfabeta che ero - ho fatto i cinque anni delle elementari e forse i tre delle medie, ma alla laurea non ci arriverò mai...).
La precisazione sull'età era solo per dirti che Walt Witman è stato uno degli autori della mia giovinezza. Oggi pomeriggio me lo rileggo, e dunque hai visto che serve a tante cose venire qui a scuola da te?
Grazie.

Marco Bertoli ha detto...

Avevo capito subito che sei un tipo chic, Paolo! Macché scuola, qui è bello condividere le passioni, il jazz e anche Walt Whitman. Grazie a te.