venerdì 21 gennaio 2011

Monk’s Point (Thelonious Monk)

  Per chi pensa ancora che Monk fosse un pianista di tecnica rudimentale (bisognerebbe parlare a lungo di che cosa significhi tecnica nel jazz), ecco questo suo «studio» sulle bent note.

  Monk’s Point (Monk), da «Solo Monk», Columbia 88697145482. Thelonious Monk, piano. Registrato il 2 novembre 1964.

2 commenti:

Alberto Forino ha detto...

Ad una domanda sul pianismo monkiano D'Andrea disse che quasi Monk non era da considerarsi un pianista, ma più propriamente "Monk al piano". Uno che praticamente si è inventato come tirare fuori un certo tipo dallo strumento. Io non me la sento di dargli torto del tutto...

A proposito il 21 febbraio dovrebbe essere a BG per un concerto "solo monk"...


aL

Marco Bertoli ha detto...

Uno che praticamente si è inventato come tirare fuori un certo tipo dallo strumento.

Ecco, questa è la «tecnica» nel jazz. In questo senso, non si può dire che Oscar Peterson o Bill Evans avessero più tecnica di Monk, anche se loro sapevano eseguire impeccabilmene un Allegro di Mozart e Monk probabilmente no. Però, anche sul piano della pura meccanica pianistica, chi ha mai messo le mani su una tastiera sa che quelle scale a toni interi veloci su e giù che Monk faceva, non sono davvero una passeggiata.