Ricomincio a redigere il blog con una certa regolarità, o così spero. Mi auguro di ritrovare più o meno tutti quelli che ho lasciato dei miei più o meno habitués: non erano molti quindi mi piace nominarli uno per uno, con la speranza di fare loro cosa grata: Andrea 403, Linda De Feo, M.G., Sergio Pasquandrea, Roberto Del Piano, Mauro, aL, g, Gennaro Fucile, Alessandro Achilli, Idiota-Ignorante, OleMorris, Ismaele, Jazz From Italy, Mr Potts, fran-tes-to, John Z. Ci siete ancora? Fatemi sapere.
Come ritorno potrà sembrarti dimesso, perché presento un pezzo fra gli ultimi che ho pubblicato prima dello iato, Smokestack di Andrew Hill; però in un’altra esecuzione molto recente, del notevole pianista indoamericano Vijay Iyer con il suo trio (che la intitolano Smoke Stack). Fra i molti meriti dell’esecuzione c’è proprio quello di aver scelto una composizione di Hill, il cui amplissimo repertorio è frequentato raramente da altri. Ti invito a paragonare la versione dell’autore con quella di Iyer.
Smoke Stack, da «Historicity», ACT 9489-2. Vijay Iyer, piano; Stephan Crump, contrabbasso; Marcus Gilmore, batteria. Registrato il 3 novembre 2008 o il 31 marzo 2009.
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8 commenti:
Presente!
(sto ascoltando adesso, bella!)
Ciao! E ne ho in serbo delle altre fortissime
m
iyer è senz'altro una delle personalità più interessanti emerse nell'ultimo decennio.
bentornato online.
Ci sono anche io. Bentornato!
Presente!!!
Ben tornato, cominciavo a stare in pensiero :P
aL
ciao! bentornato,pensavo di riprendere a fare autogestione!!!!
iyer l'ho ascoltato questa estate a Roma, alla Casa del Jazz, e ne sono rimasto entusiasta. «Historicity» è per me umo dei dischi più belli degli ultimi anni. Esagero?
E' la prima volta che posto un commento e dunque sento il bisogno di fare i complimenti più sinceri a Marco Bertoli.
Paolo
Grazie!
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