Rileggo i titoli dei post dell’ultimo paio di settimane o tre e mi accorgo che la programmazione si è fatta meno varia che in passato, sia nell’ambito temporale che in quello stilistico. Gli è che il periodo mi suggerisce, m’impone, una comfort music dai titoli volentieri culinari, come mi è stato fatto autorevolmente osservare. Del resto, I never promised you a rose garden.
Dico questo per giustificare la somministrazione così ravvicinata di un terzo Body & Soul. È meno consueto in quanto eseguito da un trombettista + ritmica, e non dal solito sax tenore, e poi perché il trombettista è Joe Gordon. Le sue cose più note, Gordon le ha fatte come comprimario, con Shelly Manne in una serie famosa di dischi West Coast (che sempre voglio farti sentire e sempre mi dimentico), e come occasionale sideman di Monk, a San Francisco nel 1960. Qui lo senti al suo esordio come leader – seguì solo un altro disco, o altri due – , esordio che basta per dire che Joe prometteva moltissimo. Aveva una sonorità gradevolmente acida, una vena melodica spiccata e un certo senso dell’umorismo (senti il suo ritorno per gli ultimi due chorus, al minuto 3:05), messi molto bene a servizio di Body and Soul in questa esecuzione a cui i timpani di Blakey conferiscono, all’inizio, un curioso andamento solenne. Gordon morì nel 1963, solo trentacinquenne, per le conseguenze di un incendio a casa sua.
Body and Soul (Heyman-Green), da «Introducing Joe Gordon», (Mercury) EmArcy 9106. Joe Gordon, tromba; Junior Mance, piano; James Schenk, contrabbasso; Art Blakey, batteria. Registrato l’8 settembre 1954.
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