Prima la versione di Monk’ Mood di Bud Powell, drammatica, quasi viscerale. Poi quella «programmatica» dei New York Contemporary Five, all’epoca una delle punte più avanzate del jazz (infatti avevano dovuto cercare lavoro in Danimarca).
Al proposito, ecco un po’ di storia, anzi va’, di gossip. I NYCF avevano in repertorio diverse composizioni di Monk; il loro contrabbassista Don Moore, poi, molte altre le aveva suonate come membro del quartetto di Steve Lacy e Roswell Rudd, il cui repertorio comprendeva anzi solo pezzi di Monk. E proprio a Moore, da poco tornato negli S.U. nel 1964, toccò la ventura di suonare con Monk, che era stato piantato in rapidissima successione dai suoi ultimi due bassisti, Butch Warren e Bob Cranshaw (i pochi anni di carriera che ancora restavano a Monk avrebbero visto una successione infinita di bassisti nel quartetto).
Moore dovette accorgersi a sue spese che suonare Monk con Monk era tutt’altro paio di maniche: nel quartetto durò una settimana. Dopo una serata a Boston, Thelonious fu sentito chiedersi perché mai «i contrabbassisti non sanno suonare il loro strumento» e lamentare la morte di Oscar Pettiford – con il quale aveva comunque litigato a morte anni prima, ai tempi di «Brilliant Corners». Moore fu licenziato il giorno dopo.
Monk’s Mood (Monk) da «A Portrait of Thelonious», Columbia/Legacy 65187. Bud Powell, piano; Pierre Michelot, contrabbasso; Kenny Clarke, batteria. Registrato il 17 dicembre 1961.
Monk’s Mood, da «The New York Contemporary Five», Storyvile STCD8209. Don Cherry, cornetta; John Tchicai, sax alto; Archie Shepp, sax tenore; Don Moore, contrabbasso; J. C. Moses, batteria. Registrato alla Jazzhus Montmartre di Copenaghen il 15 novembre 1963.
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