Ho un debole per Harold Mabern e per i pianisti di quel tipo, intensamente bluesy, ma il piano solo non mi sembra la situazione in cui rendono meglio. Per esempio, in «Misty», disco inciso nel 2007, Harold non evita di apparire uniforme e sommario, per non dire rozzo, nel fraseggio e nelle dinamiche, soprattutto in pezzi che hanno conosciuto rese pianistiche di altissimo esito, come Stolen Moments. A momenti, p.e. in You Don’t Know What Love Is, risolto in un uniforme martellamento (dopo un pur promettente vamp introduttivo, molto tyneriano nelle sue armonie quartali), sembra che il pianista abbia semplicemente fretta di finire, perché la canzone non gli piace, e il risultato è molto semplicemente… piuttosto brutto. Io te lo faccio sentire, mi dirai un po’ tu.
Non così in Misty, ballad su cui i pianisti hanno sempre riversato sciroppo a brocche, a cominciare dal suo autore. Qui, è vero, lo stride di Mabern è sui generis, un po’ a pendola, ma la composizione si giova della sua asciuttezza e devozione allo swing e al blues. Nota poi come Mabern esegua all’inizio anche il verse, la strofa, della canzone, non limitandosi al chorus.
You Don’t Know What Love Is (Raye-De Paul), da «Misty», Venus AVEN 19197. Harold Mabern, piano. Registrato nel 2007.
Misty (Garner), ibid.
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