Le interpretazioni monkiane di Steve Lacy, che le composizioni di Monk le suonava tutte, hanno un’autenticità particolare, perché Lacy suonò con Monk in una scrittura leggendaria (che cosa non lo è, che riguardi Monk?) alla Jazz Gallery di New York, nel giugno del 1960. Lacy ne parlò sempre come di una scuola, anzi «like about five schools rolled into one». È questa la differenza fra il suo Monk e quello dei pur ottimi suoi compagni di sestetto.
Monk’s Mood (Monk), da «We See: Thelonious Monk Songbook»; HatOLOGY 569. Steve Lacy, sax soprano. Registrato il 2 settembre 1992.
Misterioso (Monk), ib., Lacy; Steve Potts (sax alto), Hans Kennel, flicorno; Sonhando Estwick, vibrafono; Jean-Jacques Avenel, contrabbasso; John Betsch, batteria.
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2 commenti:
Emm credo ci sia un problema di link (c'è due volte Monk's mood).
Ma Steve Lacy che suono pazzesco ha?!
Ammetto che non ho resistito a profanare l'esecuzione accompagnandolo un po' al piano :D
aL
CACCA! Grazie, ho riparato. Delle volte Blogspot fa pena, ma con quello che pago (=niente) non me la sento di lamentarmi.
Ma Steve Lacy che suono pazzesco ha?!
E l'intonazione? Sembra che non suoni nemmeno un soprano!
Ammetto che non ho resistito a profanare l'esecuzione accompagnandolo un po' al piano
Così si fa
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