«Echo è un assolo di batteria di [Tony] Williams e, come ogni assolo di batteria, significa tutto e niente» (Richard Cook, Blue Note Records: The Biography, Justin, Carles & Co., 2001, p. 173).
Dallo stesso disco, per chi ami i valori inequivoci, segue un meraviglioso pezzo in quintetto.
Echo (Williams), da «Spring», Blue Note CDP 7 46135-2. Tony Williams, batteria. Registrato il 12 agosto 1965.
From Before (Williams), ib., Sam Rivers, Wayne Shorter, sax tenore; Herbie Hancock, piano; Gary Peacock, contrabbasso; Tony Williams, batteria.
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3 commenti:
Un assolo di batteria può essere divertente, eccitante, anche inebriante. Purché non sia troppo lungo. Altrimenti è come vedere Pelè (avrei potuto dire Maradona, ma preferisco Pelè) palleggiare all'infinito. Tu ce la faresti?
In ogni caso, da altro si dovrebbe misurare la grandezza di un batterista, credo, e della sua bravura forse possono veramente testimoniare solo i suoi compagni, come ad esempio Miles Davis nel caso di Williams. Miles cercava agli inizi degli anni Sessanta non un batterista ma un certo tipo di batterista (lo dice nell'autobiografia), e lo trovò in Williams.
Quello che dici vale per tutti i batteristi meno qualcuno: fra costoro, ed escludendo quelli delle avanguardie, io metto Max Roach, Art Blakey, Shelly Manne e anche Tony Williams, che era un musicista a tutto tondo. Poi, sì, da altro si giudica un batterista.
Elvin Jones no ?
aL
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