In questo periodo, come ti sarai accorto, sto riflettendo sulla questione del «repertorio» nel jazz moderno e della reinterpretazione di composizioni jazzistiche del passato.
Keith Jarrett, che come ogni pianista jazz moderno ha le radici nel bebop (anche se è stato fra quelli che se ne è più cospicuamente distanziato), queste origini ha omaggiato in particolare nell’ultimo suo disco con l’American Quartet, e segnatamente in Bop-Be, un pezzo che a me pare proprio una versione di Confirmation di Parker, forse con un’alterazione del bridge e con una melodia diversa (tu che ne dici?). Senza rinunciare a nessuna delle sue idiosincrasie e a dispetto di una sezione ritmica in questo senso non idiomatica, la sua è, al cuore, un’esecuzione bebop di classe.
Bop-Be, da «Bop-Be», Impulse! IA 9334. Keith Jarrett, piano; Charlie Haden, contrabbasso; Paul Motian, batteria. Registrato nel febbraio 1977.
Quasi trent’anni dopo, Billy Hart con il suo quartetto di giovani cannoni dà di Confirmation una versione, boh, postmoderna?, in cui lo head originale di Parker è mantenuto, anzi, è enunciato con deliberata pedanteria, come Jarrett non faceva, mentre i solisti seguono poi il giro armonico parkeriano con una molta libertà e completa discrezione ritmica; Ethan Iverson è al suo più astratto e arzigogolato, anche se si concede la civetteria di inserire, nei primi chorus del suo assolo, una delle citazioni predilette di Parker, la Habanera della Carmen. Se Jarrett dava del bebop una versione elaborata ma di discendenza ancora chiara e non rinnegata, qui la musica di Parker appare definitivamente storicizzata, cioè lontana: tanto che i quattro non hanno sentito, come Jarrett, il bisogno di cambiare titolo.
Confirmation (Parker), da «Quartet», High Note HCD 7158. Mark Turner, sax tenore; Ethan Iverson, piano; Ben Street, contrabbasso; Billy Hart, batteria. Registrato il 14 ottobre 2005.
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