Fra i grandi oscuri o semioscuri del jazz i cui nomi gli appassionati spesso amano brandire siccome clave, Horace Tapscott non è forse il più oscuro ma sicuramente è uno dei più grandi. Qualcuno (ma non io) potrebbe dire lo stesso del clarinettista che qui lo affianca, John Carter.
Non spreco parole: t’invito a lasciarti sopraffare dal beat ciclopico di questo quartetto.
Sketches of Drunken Mary (Tapscott), da «The Dark Tree», hatOLOGY 2-540. John Carter, clarinetto; Horace Tapscott, piano; Cecil McBee, contrabbasso; Andrew Cyrille, batteria. Registrato nel dicembre 1989.
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