Su Adrian Rollini e su una certa marca di jazz o para-jazz bianco degli anni Trenta ambirei a scrivere più di un routiniero post di commento, bensì un articoletto, di quelli che ogni tanto mi vengono bene. Ma: stasera fa troppo caldo, io sono stanco e di umore stinfio, come diceva Piperita Patty, eppure proprio questa sera ho ripescato un disco di Rollini e la regola di questo gioco vuole che te lo serva caldo e fragrante. Quindi, comincio col fartelo sentire, che è poi quello che importa; un’altra volta ne parleremo meglio – casomai, ricordamelo tu. Intanto tieni presente che il disco da cui ho tolto questi pezzi contiene un eccellente saggio di Richard M. Sudhalter, che sui jazzisti bianchi fra anni Venti e Quaranta credo ne sappia più di chiunque altro (diciamo pure che è un vero fanatico, forse anche vagamente razzista).
Ad ogni modo, Rollini (1903-1956) è stato l’unico saxofonista basso degno di nota (i moderni, e intendo Braxton, Mitchell e i chicagoani dell’AACM, hanno sempre usato quell’ordigno e l’ancora più minaccioso sax contrabbasso per puro effetto, mentre per i contemporanei di Rollini esso sostituiva il basso tuba), saxofonista musicalissimo e disinvolto fin dai suoi esordi con Bix Beiderbecke. In queste incisioni, a volte, sembra di sentire un sax baritono, ma nemmeno Harry Carney, piuttosto Mulligan: presta attenzione al lead di Sugar, e alle figure che Rollini vi esegue sotto l’assolo di Benny Goodman. In Davenport Blues, si sentono una intro e outro che sarebbero diventate poi parte di ogni esecuzione, ma non so se si debbano a Rollini o a George van Eps, che di quell’orchestra era il principale arrangiatore.
Rollini era anche pianista, vibrafonista e xilofonista, nonché cultore di arnesi grotteschi e misericordiosamente caduti in oblìo come il goofus e la hot fountain pen. Musicista tutto d’istinto, sul vibrafono Rollini stava in bilico fra jazz e musichetta novelty, come qui senti in Vibrollini, una sua composizione formalmente piuttosto elaborata, tuttavia.
Di Rollini puoi anche vedere qualcosa su Youtube e soprattutto puoi leggere su di lui quest’interessante articolo di John Altman.
Davenport Blues (Beiderbecke), da «Adrian Rollini 1934-1938», Retrieval RTR 79042. Manny Klein, Dave Klein, tromba; Jack Teagarden, trombone; Benny Goodman, clarinetto; Arthur Rollini, sax tenore; Adrian Rollini, sax basso; George van Eps, chitarra; Artie Bernstein, contrabbasso; Stan King, batteria. Registrato il 23 ottobre 1934.
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Sugar (Pinkard-Mitchell-Alexander), ib.
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Bouncin’ In Rhythm (Mannone), ib. Wingy Mannone, tromba; Joe Marsala, clarinetto; Adrian Rollini, sax basso; Putney Dandridge, piano; Carmen Mastren, chitarra; Sid Weiss, contrabbasso; Sam Weiss, batteria. Registrato il 14 giugno 1935.
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Vibrollini (Rollini), ib. Adrian Rollini, vibrafono; Frank Victor, chitarra; Haig Stephens, contrabbasso. Registrato il 4 dicembre 1936.
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