Don Friedman (1935), che qui hai già incontrato nelle formazioni con cui Booker Little ha inciso nel 1961 i suoi ultimi dischi, era a quei tempi (ed è in fondo sempre rimasto) un billevansiano osservante, nei cui trii a proprio nome certe frequentazioni avanzate non si sentivano troppo – ma un po’ sì, se farai attenzione alla parte centrale di In Your Own Sweet Way. Un fior di pianista, comunque.
Qui, nel 1962, Friedman ha con sé proprio il bassista di Bill Evans, Chuck Israels, e il grande batterista Pete «LaRoca» Sims, un’altra delle presenze carsiche di questo blog, sia a suo nome sia come sideman.
In Your Own Sweet Way (Brubeck), da «Circle Waltz», Riverside/OJCCD-1885-2. Don Friedman, piano; Chuck Israels, contrabbasso; Pete LaRoca Sims, batteria. Registrato il 14 maggio 1962.
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Sea’s Breeze (Friedman), id.
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3 commenti:
Ok, La Roca è un genio (Lazy afternoon vale una carriera), Friedman è un grande troppo poco apprezzato. Ma perché Israels non è mai stato considerato per quello che valeva, cioé tanto?
Per me il migliore contrabbassista avuto da Evans dopo La Faro (anche se il Johnson dell'ultimo trio...).
M.G.
Sono d'accordo (mi pare che ne avessimo anche parlato qui, una vita fa), anzi, figurati che a me Israels, con Evans, piace perfino più che La Faro, che era ovviamente per se un bassista superiore.
Comunque Israels si è dedicato presto, poco dopo aver lasciato Evans, alla composizione e anche alla prroposizione e trascrizione del 'repertorio' jazzistico, impresa in cui è stato un pioniere. Ho poi letto, ho qualcuno mi ha detto, che è un uomo dal carattere non facile, e questo è raramente un asset in qualunque carriera.
Ah, non sapevo di questo carattere non facile. Un aspetto che sulle scelte du Evans, per il quale l'empatia doveva essere umana e non solo artistica, può avere influito.
M.G.
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