Turner, i cui dischi sono pochi e rari anche perché visse a lungo in Europa e vi morì, non era artista al livello di Johnson, Smith o Waller, ma in questo disco tedesco del 1969 si mostra pianista elegante, tecnicamente fluido e intatto, tanto che basso e batteria risultano inneccessari, e portatore di uno swing senz’altro influenzato dal jazz dei tardi anni Trenta e dopo, anche se rispettoso del canone stride: tutt’altro che un fossile musicale. In un repertorio di classici fra cui i walleriani Smashing Thirds e Viper’s Drag, Rosetta di Earl Hines e Caravan di Ellington, più qualche standard, il disco porta diverse composizioni di Turner. Cloud 15 – come dire, al quindicesimo cielo – io l’ho trovata divertente e gradevolmente ossessiva, con quella sua linea di basso discendente. Credo che risentirai parlare di Joe Turner, qui sopra.
Cloud 15 (Turner), da «Smashing Thirds», MPS Records 15254. Joe Turner, piano; Hans Rettenbacher, contrabbasso; Stu Martin, batteria. Registrato nel 1969.
Viper’s Drag (Waller), ib.
2 commenti:
Divertenti!
Di Joe Turner conoscevo solo l'altro (il "Big" blues singer). Né avevo mai ascoltato Luckey Roberts (di cui ora ho trovato qualcosa su youtube). Grazie per avermi dato l'occasione di apprezzare l'uno e l'altro. Da Roberts deriva forse qualcosa Art Tatum? (Con Turner erano praticamente coetanei).
Paolo
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