«A grande richiesta».
I’ll Be Around (Alec Wilder), da «Outa Sight», Pacific Jazz CDP 7243 94849 2 4. Earl Anderza, sax alto; Jack Wilson, piano; George Morrow, contrabbasso; Donald Dean, batteria. Registrato nel marzo 1962.
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sabato 30 luglio 2011
venerdì 29 luglio 2011
Tunnel Vision - Seasons (D. D. Jackson)
D. D. Jackson, canadese del 1967, è uno dei pianisti più interessanti espressi dal jazz negli ultimi vent’anni. Uno studente di Don Pullen, e si sente nel primo pezzo qui sotto, si è fatto dapprima notare nei complessi di David Murray.
L’irrequietezza che gli viene da un talento poliedrico, applicato oggi prevalentemente ai diversi ambiti della composizione e all’insegnamento nonché al repertorio classico del pianoforte, l’ha un po’ sottratto al radar jazzistico. Senti qui, nel disco d’esordio a proprio nome, di che cosa è capace.
Tunnel Vision (Jackson), da «Peace Song», Justin Time JIT 72. D. D. Jackson, piano; John Geggie, contrabbasso; Jean Martin, batteria. Registrato il 25 o il 26 novembre 1994.
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Seasons (Jackson), id. più David Murray, sax tenore.
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L’irrequietezza che gli viene da un talento poliedrico, applicato oggi prevalentemente ai diversi ambiti della composizione e all’insegnamento nonché al repertorio classico del pianoforte, l’ha un po’ sottratto al radar jazzistico. Senti qui, nel disco d’esordio a proprio nome, di che cosa è capace.
Tunnel Vision (Jackson), da «Peace Song», Justin Time JIT 72. D. D. Jackson, piano; John Geggie, contrabbasso; Jean Martin, batteria. Registrato il 25 o il 26 novembre 1994.
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Seasons (Jackson), id. più David Murray, sax tenore.
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giovedì 28 luglio 2011
Moonlight Fiesta (Clark Terry & Thelonious Monk)
Viene dal repertorio di Duke Ellington questa Moonlight Fiesta. La bonomia e la verve caratteristiche di Clark Terry, ellingtoniano a sua volta, informano tutta questa bella seduta del 1958.
Moonlight Fiesta (Mills-Tizol), da «In Orbit», OJCCD [Riverside]-302-3. Clark Terry, flicorno; Thelonious Monk, piano; Sam Jones, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il 12 maggio 1958.
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Moonlight Fiesta (Mills-Tizol), da «In Orbit», OJCCD [Riverside]-302-3. Clark Terry, flicorno; Thelonious Monk, piano; Sam Jones, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il 12 maggio 1958.
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mercoledì 27 luglio 2011
When Sunny Gets Blue (Charlie Rouse)
Se non proprio un «eroe negletto» (l’eroismo in arte esiste, ma è un’altra cosa), Charlie Rouse è senz’altro, fra i maggiori sax tenori del dopoguerra, quello più in credito di riconoscimento. Eppure lo si riconosce dopo poche note, che nel jazz è segno sicuro di grandezza per quanto sempre più raro dagli anni Cinquanta in poi.
Quando Rouse esegue le ballad con caratteristico riserbo, come in questa classica formazione di quartetto, si avverte nella sua sonorità la memoria di un musicista da lui apparentemente lontano, Ben Webster.
When Sunny Gets Blue (Fisher-Segal), da «Unsung Hero», Epic EK-46181. Charlie Rouse, sax tenore; Gildo Mahones, piano; Reggie Workman, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato il 13 luglio 1961.
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Quando Rouse esegue le ballad con caratteristico riserbo, come in questa classica formazione di quartetto, si avverte nella sua sonorità la memoria di un musicista da lui apparentemente lontano, Ben Webster.
When Sunny Gets Blue (Fisher-Segal), da «Unsung Hero», Epic EK-46181. Charlie Rouse, sax tenore; Gildo Mahones, piano; Reggie Workman, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato il 13 luglio 1961.
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martedì 26 luglio 2011
To Elsa (Dollar Brand & Gato Barbieri)
In questo bel disco inciso in Italia nel 1968, Abdullah Ibrahim (si chiamava ancora Dollar Brand) e Gato Barbieri si sono incontrati nel segno di un jazz sperimentale al quale raramente vengono associati (beh, Barbieri sì, in quegli anni; Dollar Brand, meno).
To Elsa è diviso in due sezioni in cui i due musicisti si susseguono in assolo.
To Elsa (Barbieri), da «Hamba Khale», Affinity [Byg Actuel] AFF 39. Gato Barbieri, sax tenore; Dollar Brand, piano. Registrato il 16 marzo 1968.
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To Elsa è diviso in due sezioni in cui i due musicisti si susseguono in assolo.
To Elsa (Barbieri), da «Hamba Khale», Affinity [Byg Actuel] AFF 39. Gato Barbieri, sax tenore; Dollar Brand, piano. Registrato il 16 marzo 1968.
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lunedì 25 luglio 2011
Big Foot - What’s New (Hampton Hawes)
Due «lost sessions» di Hampton Hawes, registrate a Los Angeles per la Contemporary e per qualche ragione non pubblicate (hanno visto la luce quarant’anni dopo).
I pezzi incisi nel ’56 coincidono temporalmente con le sedute in trio con Red Mitchell e Chuck Thompson che rivelarono Hawes al mondo oltre la West Coast; la formazione che vi si ascolta non è integrata come in quei dischi, visto che Chambers e Marable erano compagni occasionali, ma Hampton non è meno brillante.
In altri tre pezzi del 1958, invece, il pianista non risplende altrettanto: stava attraversando uno dei suoi momenti neri. Ma al contrabbasso c’è Scott LaFaro.
Big Foot è la composizione di Charlie Parker forse più nota come Air Conditioning. What’s New riceve qui un trattamento insolitamente brusco.
Big Foot (Parker), da «Bird Song», OJCCD [Contemporary]-1035-2. Hampton Hawes, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Larance Marable, batteria. Registrato il 18 gennaio 1956.
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What’s New (Haggart), ib. ma Scott LaFaro, contrabbasso e Frank Butler, batteria. Prob. marzo 1958.
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I pezzi incisi nel ’56 coincidono temporalmente con le sedute in trio con Red Mitchell e Chuck Thompson che rivelarono Hawes al mondo oltre la West Coast; la formazione che vi si ascolta non è integrata come in quei dischi, visto che Chambers e Marable erano compagni occasionali, ma Hampton non è meno brillante.
In altri tre pezzi del 1958, invece, il pianista non risplende altrettanto: stava attraversando uno dei suoi momenti neri. Ma al contrabbasso c’è Scott LaFaro.
Big Foot è la composizione di Charlie Parker forse più nota come Air Conditioning. What’s New riceve qui un trattamento insolitamente brusco.
Sarò assente dalla redazione di JnP per pochi giorni, ma la pubblicazione delle musiche continuerà quotidiana in automatico; solo, non vedrò e non risponderò ai commenti. Se vorrete lasciarne, troveranno sicuramente seguito alla fine di questa settimana.
Big Foot (Parker), da «Bird Song», OJCCD [Contemporary]-1035-2. Hampton Hawes, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Larance Marable, batteria. Registrato il 18 gennaio 1956.
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What’s New (Haggart), ib. ma Scott LaFaro, contrabbasso e Frank Butler, batteria. Prob. marzo 1958.
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domenica 24 luglio 2011
Pleasant Dreams - Kim (Was) (David Allyn)
Il grande David Allyn canta due canzoni di sua composizione, la seconda senza parole.
Pleasant Dreams (Allen-Allyn), da «Don’t Look Back», Xanadu 101. David Allyn con Barry Harris, piano. Registrato il 27 o il 28 febbraio 1975.
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Kim (Was) (Allyn), ib.
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Pleasant Dreams (Allen-Allyn), da «Don’t Look Back», Xanadu 101. David Allyn con Barry Harris, piano. Registrato il 27 o il 28 febbraio 1975.
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Kim (Was) (Allyn), ib.
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sabato 23 luglio 2011
Love Me Or Leave Me - I’ve Got the World On a String (Red Allen, Coleman Hawkins)
La front line di questo disco si compone tutta di artisti che esordirono, anche discograficamente, nella prima metà degli anni Venti, e che a quel punto (1957) erano dunque vicini a compiere i quarant’anni di carriera; altrettanto vale del batterista. Il resto della ritmica, con il pianista Napoleon e il chitarrista Barksdale associati rispettivamente alla All Stars di Armstrong e al secondo trio di Art Tatum, possono a miglior diritto venir fatti rientrare nel mainstream «semi-moderno» dell’epoca, intendendo con semi-moderno ancorato allo swing ma con ogni evidenza a giorno del bebop. Insomma, l’incontro dei valorosi otto ha luogo in un peculiare crocicchio stilistico e temporale, con risultati molto felici.
(Sentendo Red Allen in questi due pezzi mi viene in mente quanto di lui scrisse Don Ellis nei primi anni Sessanta: «the most creative and avant-garde trumpeter in New York»).
Love Me Or Leave Me (Donaldson-Kahn), da «World on a String», Bluebird NL 497. «Red»Allen, tromba; Coleman Hawkins, sax tenore; Marty Napoleon, piano; Everett Barksdale, chitarra; Lloyd Trotman, contrabbasso; Cozy Cole, batteria. Registrato il 27 marzo 1957.
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I’ve Got the World On a String (Arlen-Koehler), ib.
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(Sentendo Red Allen in questi due pezzi mi viene in mente quanto di lui scrisse Don Ellis nei primi anni Sessanta: «the most creative and avant-garde trumpeter in New York»).
Love Me Or Leave Me (Donaldson-Kahn), da «World on a String», Bluebird NL 497. «Red»Allen, tromba; Coleman Hawkins, sax tenore; Marty Napoleon, piano; Everett Barksdale, chitarra; Lloyd Trotman, contrabbasso; Cozy Cole, batteria. Registrato il 27 marzo 1957.
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I’ve Got the World On a String (Arlen-Koehler), ib.
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venerdì 22 luglio 2011
Son of Ice Bag - The Call of the Wild (Lonnie Smith)
Della pletorica vegetazione di organisti degli anni Sessanta, favorita dall’affermarsi anche oltre l’ambito jazzistico di Jimmy Smith e fomentata poi dai successi del soul jazz nelle sue varie declinazioni, chi è arrivato fino a noi senza conoscere dei veri bassi di carriera è il «Dr.» Lonnie Smith (1942), quell’organista che, convertitosi negli anni Settanta al sikismo, nelle foto indossa perennemente il turbante.
Dopo aver esordito discograficamente con George Benson, Smith fu lanciato da Lou Donaldson nel suo disco più fortunato, «Alligator Boogaloo», dunque nel solco del soul jazz, se vogliamo, più convenzionale, meno avventuroso; quindi fu scritturato dalla Blue Note, per la quale incise diversi dischi, almeno tre dei quali («Think!», «Turning Point» e «Move Your Hand») di grande rilievo.
Lo stile strumentale di Smith è meno virtuosistico ma più libero da cliché di quello di Jimmy Smith e di altri organisti contemporanei, le sue scelte di repertorio sono più ambiziose (e assai più rimunerative per i suoi sidemen, che qui suonano con infuocata convinzione) e la sua marca di funk è tutto sommato più proiettata verso il futuro; il disco è del 1968 ma dimmi se la sezione a tempo libero che introduce e conclude The Call of the Wild non ricorda il Miles di «Live-Evil», registrato esattamente due anni dopo. Dirà qualcosa il fatto che il Dr. Lonnie troverà apprezzamento anche fra gli ascoltatori del rock, e ricetto nei loro festival.
Son of Ice Bag (Hugh Masekela), da «Think!», Blue Note 63843. Lee Morgan, tromba; David Newman, sax tenore; Lonnie Smith, organo; Melvin Sparks, chitarra; Marion Booker Jr., batteria; Norberto Apellaniz, Willie Bivens, conga; Henry Pucho Brown, timbales. Registrato il 23 luglio 1968.
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The Call of the Wild (Smith), ib. Newman anche al flauto.
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Dopo aver esordito discograficamente con George Benson, Smith fu lanciato da Lou Donaldson nel suo disco più fortunato, «Alligator Boogaloo», dunque nel solco del soul jazz, se vogliamo, più convenzionale, meno avventuroso; quindi fu scritturato dalla Blue Note, per la quale incise diversi dischi, almeno tre dei quali («Think!», «Turning Point» e «Move Your Hand») di grande rilievo.
Lo stile strumentale di Smith è meno virtuosistico ma più libero da cliché di quello di Jimmy Smith e di altri organisti contemporanei, le sue scelte di repertorio sono più ambiziose (e assai più rimunerative per i suoi sidemen, che qui suonano con infuocata convinzione) e la sua marca di funk è tutto sommato più proiettata verso il futuro; il disco è del 1968 ma dimmi se la sezione a tempo libero che introduce e conclude The Call of the Wild non ricorda il Miles di «Live-Evil», registrato esattamente due anni dopo. Dirà qualcosa il fatto che il Dr. Lonnie troverà apprezzamento anche fra gli ascoltatori del rock, e ricetto nei loro festival.
Son of Ice Bag (Hugh Masekela), da «Think!», Blue Note 63843. Lee Morgan, tromba; David Newman, sax tenore; Lonnie Smith, organo; Melvin Sparks, chitarra; Marion Booker Jr., batteria; Norberto Apellaniz, Willie Bivens, conga; Henry Pucho Brown, timbales. Registrato il 23 luglio 1968.
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The Call of the Wild (Smith), ib. Newman anche al flauto.
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giovedì 21 luglio 2011
Blues Baroque (Earl Anderza)
Blues Baroque (Anderza), da «Outa Sight», Pacific Jazz CDP 7243 94849 2 4. Earl Anderza, sax alto; Jack Wilson, piano, clavicembalo; George Morrow, contrabbasso; Donald Dean, batteria. Registrato nel marzo 1962.
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mercoledì 20 luglio 2011
Dance to the Lady (John Handy)
Questa Dance to the Lady, che ti ho fatto sentire l’altroieri da Ahmad Jamal, qui è eseguita dal suo autore. John Handy (Texas, 1933) esordì nella maniera più insigne, nei complessi di Mingus e in dischi eterni come «Mingus Ah Um» (è suo l'irreale assolo di tenore con il tongue fluttering in Goodbye Pork Pie Hat), «Blues and Roots» e «Mingus Dinasty»; la sua esibizione del 1965 al festival californiano di Monterey fece epoca e finì su un disco. In seguito Handy si stabilì nella Bay Area di San Francisco, suonando e insegnando, ma così scomparendo dalla scena principale.
Handy è un musicista notevole, come strumentista, compositore e leader, e merita più attenzione. Gliela daremo.
Dance to the Lady (Handy), da «Projections», Columbia CS 9689. John Handy, sax alto; Michael White, violino; Mike Nock, piano; Bruce Cale, contrabbasso; Marry Hancock, batteria. Registrato il 5 aprile 1968.
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Handy è un musicista notevole, come strumentista, compositore e leader, e merita più attenzione. Gliela daremo.
Dance to the Lady (Handy), da «Projections», Columbia CS 9689. John Handy, sax alto; Michael White, violino; Mike Nock, piano; Bruce Cale, contrabbasso; Marry Hancock, batteria. Registrato il 5 aprile 1968.
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martedì 19 luglio 2011
Molly Malone (Charlie Shavers & Maxine Sullivan)
La ballata irlandese Molly Malone, stranota e anche perciò stucchevole, viene piacevolmente swingata da Maxine Sullivan (per la quale io ho un debole), incorniciata da un arrangiamento del grande Charlie Shavers.
Maxine Sullivan, afroamericana, era nata Marietta Williams. Lo pseudonimo Sullivan è irlandese, ben intonato a Molly Malone e almeno contiguo alla canzone (scozzese) per cui Maxine è più famosa, Loch Lomond.
Molly Malone (trad.), da «The Complete Charlie Shavers with Maxine Sullivan», Betlehem BCP 67. Maxine Sullivan con Charlie Shavers, tromba; Buster Bailey, clarinetto; Russell Procope, sax alto; Billy Kyle, pano; Aaron Bell, contrabbasso; Specs Powell, batteria. Registrato il 25 ottobre 1954.
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Maxine Sullivan, afroamericana, era nata Marietta Williams. Lo pseudonimo Sullivan è irlandese, ben intonato a Molly Malone e almeno contiguo alla canzone (scozzese) per cui Maxine è più famosa, Loch Lomond.
Molly Malone (trad.), da «The Complete Charlie Shavers with Maxine Sullivan», Betlehem BCP 67. Maxine Sullivan con Charlie Shavers, tromba; Buster Bailey, clarinetto; Russell Procope, sax alto; Billy Kyle, pano; Aaron Bell, contrabbasso; Specs Powell, batteria. Registrato il 25 ottobre 1954.
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Extensions - Dance to the Lady (Ahmad Jamal)
Ero convinto di avere già pubblicato qualcosa da questo che ritengo, dopo «The Awakening», forse il più bel disco di Ahmad Jamal, ma pare che mi sbagliassi. Rimedio subito.
Extensions è una delle caratteristiche composizioni multitematiche di Jamal e contiene alcune delle cose armonicamente, formalmente e sonicamente più audaci che mai abbia affidato al disco (arriva addirittura, nella sezione dal minuto 4:10, ad agire direttamente sulle corde del piano). Dance to the Lady è un 3/4 di grazia disarticolata composto da John Handy, che si presta benissimo all’elaborazione di Jamal.
Extensions (Jamal), da «Extensions», Argo LP 758. Ahmad Jamal, piano; Jamil [Sulieman] Nasser, contrabbasso; Vernell Fournier, batteria. Registrato fra il 18 e il 20 maggio 1965.
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Dance to the Lady (Handy), ib.
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Extensions è una delle caratteristiche composizioni multitematiche di Jamal e contiene alcune delle cose armonicamente, formalmente e sonicamente più audaci che mai abbia affidato al disco (arriva addirittura, nella sezione dal minuto 4:10, ad agire direttamente sulle corde del piano). Dance to the Lady è un 3/4 di grazia disarticolata composto da John Handy, che si presta benissimo all’elaborazione di Jamal.
Extensions (Jamal), da «Extensions», Argo LP 758. Ahmad Jamal, piano; Jamil [Sulieman] Nasser, contrabbasso; Vernell Fournier, batteria. Registrato fra il 18 e il 20 maggio 1965.
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Dance to the Lady (Handy), ib.
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lunedì 18 luglio 2011
You and the Night and the Music - Woody’N You (Bill Evans, Philly Joe Jones).
Bill Evans si associò sempre, nei suoi trii stabili, a batteristi più tranquilli che esuberanti, ma pare che il suo preferito fosse Philly Joe Jones, con il quale suonò più volte, per lo più occasionalmente (anche se credo che Philly Joe facesse parte del trio regolare di Evans, con Eddie Gomez, verso il 1967). Nel 1959 i due, con Paul Chambers, costituirono la ritmica di un disco di Chet Baker e in quell’occasione incisero i pezzi che parecchi anni dopo sarebbero usciti a nome di Evans.
You and the Night and the Music (Schwartz-Dietz), da «Green Dolphin Street», Victor VICJ-60372. Bill Evans, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il 19 gennaio 1959.
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Woody’n You (Gillespie), ib.
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You and the Night and the Music (Schwartz-Dietz), da «Green Dolphin Street», Victor VICJ-60372. Bill Evans, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il 19 gennaio 1959.
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Woody’n You (Gillespie), ib.
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giovedì 14 luglio 2011
Solitude (Fats Waller)
Fats Waller presenta Solitude di Duke Ellington in un V disc (i dischi destinati alle truppe combattenti americane, sola eccezione al bando delle registrazioni discografiche decretato dal sindacato dei musicisti).
Fats suona qui l’organo Hammond, non quello a canne, da teatro, sul quale te l’ho già fatto sentire, e su questo strumento il suo stile è più vicino a quello pianistico, per esempio nell’uso delle note di grazia e, al minuto 0:57, di una caratteristica figurazione ornamentale.
Solitude (Ellington), da «La saga dei “V-Disc”», MJCD 1128. Fats Waller, organo. Registrato il 16 settembre 1943.
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Fats suona qui l’organo Hammond, non quello a canne, da teatro, sul quale te l’ho già fatto sentire, e su questo strumento il suo stile è più vicino a quello pianistico, per esempio nell’uso delle note di grazia e, al minuto 0:57, di una caratteristica figurazione ornamentale.
Solitude (Ellington), da «La saga dei “V-Disc”», MJCD 1128. Fats Waller, organo. Registrato il 16 settembre 1943.
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mercoledì 13 luglio 2011
Bra Timing From Phomolong (Abdullah Ibrahim)
Abbi pazienza se in questo periodo i commenti che accompagnano le musiche saranno sparuti. Fra qualche giorno troverai dei post più «di peso». Le musiche continuano a essere belle, comunque.
Bra Timing From Phomolong (Ibrahim), da «Ekaya», Black Hawk 50205. Dick Griffin, trombone; Carlos Ward, sax alto; Charles Davis, sax baritono; Abdullah Ibrahim, piano; Cecil McBee, contrabbasso; Ben Riley, batteria. Registrato nell’ottobre 1983.
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Bra Timing From Phomolong (Ibrahim), da «Ekaya», Black Hawk 50205. Dick Griffin, trombone; Carlos Ward, sax alto; Charles Davis, sax baritono; Abdullah Ibrahim, piano; Cecil McBee, contrabbasso; Ben Riley, batteria. Registrato nell’ottobre 1983.
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lunedì 11 luglio 2011
In a Sentimental Mood (Dave Liebman)
In a Sentimental Mood (Ellington-Mills), da «Omerta», Storyville 4154. Dave Liebman, sax tenore. Registrato il 9 giugno 1978.
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domenica 10 luglio 2011
Land of Make Believe (Chuck Mangione)
Chuck Mangione esordì nel jazz a metà degli anni Sessanta in una dimenticatissima edizione dei Jazz Messengers che però comprendeva anche Keith Jarrett e di cui c’è un’unica testimonianza discografica. Poi si dedicò alla musica leggera, ma producendo nel 1972 questo disco fusionista ma ancora jazzistico e molto piacevole, in un quartetto senza pianoforte (tranne quando Chuck stesso siede al piano elettrico).
In questa Land of Make Believe si sente una prestazione impressionante del batterista. A dare retta alle note di copertina (le quali, caso unico a mia conoscenza, riportano accanto a ogni musicista il suo titolo di studio) si tratta di Ron Davis, di cui non so niente; pare quasi certo che sia in realtà il ben più noto Steve Gadd, in quegli anni frequente collaboratore di Mangione. Fanno eccellente figura anche Mangione stesso e Gerry Niewood al sax soprano.
Land of Make Believe (Mangione), da «The Chuck Mangione Quartet», Mercury SRM 1 631. Chuck Mangione, flicorno, piano elettrico; Gerry Niewood, sax soprano; Joel Di Bartolo, basso elettrico; Ron Davis (Steve Gadd?), batteria. Registrato nel 1972.
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In questa Land of Make Believe si sente una prestazione impressionante del batterista. A dare retta alle note di copertina (le quali, caso unico a mia conoscenza, riportano accanto a ogni musicista il suo titolo di studio) si tratta di Ron Davis, di cui non so niente; pare quasi certo che sia in realtà il ben più noto Steve Gadd, in quegli anni frequente collaboratore di Mangione. Fanno eccellente figura anche Mangione stesso e Gerry Niewood al sax soprano.
Land of Make Believe (Mangione), da «The Chuck Mangione Quartet», Mercury SRM 1 631. Chuck Mangione, flicorno, piano elettrico; Gerry Niewood, sax soprano; Joel Di Bartolo, basso elettrico; Ron Davis (Steve Gadd?), batteria. Registrato nel 1972.
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sabato 9 luglio 2011
Over the Rainbow (Pee Wee Russell)
Over the Rainbow (Arlen-Harburg), da «Over the Rainbow», Xanadu 192. Pee Wee Russell, clarinetto; Nat Pierce, piano; Steve Jordan, chitarra; Walter Page, contrabbasso; George Wettling, batteria. Registrato il 4 marzo 1958.
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venerdì 8 luglio 2011
Frenesi (Gerry Mulligan)
Frenesi conobbe la sua versione di più grande successo, successo immenso in verità, nel 1940 con Artie Shaw. Qui è ripresa al suo ineffabile modo, di swinger travestito da bopper, da Gerry Mulligan con un’incarnazione del suo quartetto.
Frenesi (Dominguez), da «At Storyville», Pacific CDP 7 94472 2. Bob Brookmeyer, trombone a pistoni; Gerry Mulligan, sax baritono; Bill Crow, contrabbasso; Dave Bailey, batteria. Registrato il 6 dicembre 1956.
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Frenesi (Dominguez), da «At Storyville», Pacific CDP 7 94472 2. Bob Brookmeyer, trombone a pistoni; Gerry Mulligan, sax baritono; Bill Crow, contrabbasso; Dave Bailey, batteria. Registrato il 6 dicembre 1956.
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giovedì 7 luglio 2011
We’ll Be Together Again - I’m Glad there is You (Johnny Hartman)
A quasi esattamente un anno dalla sua ultima apparizione su JnP, riecco Johnny Hartman, quello che di meglio possa offrirti in una sera d’estate (anche se tu l’ascolterai al mattino).
We’ll Be Together Again (Fischer-Laine), da «Songs From the Heart», Bethlehem Archives. Johnny Hartman con Howard McGhee, tromba; Ralph Sharon, piano; Jay Cave, contrabbasso; Christy Febbo, batteria. Registrato nel 1955.
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I’m Glad there is You (Dorsey-Madeira-Mertz), ib.
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We’ll Be Together Again (Fischer-Laine), da «Songs From the Heart», Bethlehem Archives. Johnny Hartman con Howard McGhee, tromba; Ralph Sharon, piano; Jay Cave, contrabbasso; Christy Febbo, batteria. Registrato nel 1955.
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I’m Glad there is You (Dorsey-Madeira-Mertz), ib.
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mercoledì 6 luglio 2011
All Blues (Mary Lou Williams)
M’interessa sempre sentire musicisti delle generazioni precedenti il bop affrontare il repertorio successivo al 1945; i risultati sono spesso interessanti, qualche volta disdicevoli.
Qui la grande Mary Lou Williams, in trio, suona All Blues di Miles Davis. La Williams è stata uno dei grandi intelletti del jazz, vera eminenza grigia del jazz moderno e se solo fosse stata uomo (credimi, non è mia intenzione infliggerti un pippone femminista) avrebbe capitoli a lei dedicati nelle storie del jazz. Nel 1975 il suo stile pianistico era ormai un po’ annacquato, un po’ anodino rispetto a quello degli anni verdi, ma questa meditativa interpretazione resta notevole.
All Blues (Davis), da «Free Spirits», SteepleChase SCCD-31043. Mary Lou Williams, piano; Buster Williams, contrabbasso; Mickey Roker, batteria. Registrato l’8 luglio 1975.
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Qui la grande Mary Lou Williams, in trio, suona All Blues di Miles Davis. La Williams è stata uno dei grandi intelletti del jazz, vera eminenza grigia del jazz moderno e se solo fosse stata uomo (credimi, non è mia intenzione infliggerti un pippone femminista) avrebbe capitoli a lei dedicati nelle storie del jazz. Nel 1975 il suo stile pianistico era ormai un po’ annacquato, un po’ anodino rispetto a quello degli anni verdi, ma questa meditativa interpretazione resta notevole.
All Blues (Davis), da «Free Spirits», SteepleChase SCCD-31043. Mary Lou Williams, piano; Buster Williams, contrabbasso; Mickey Roker, batteria. Registrato l’8 luglio 1975.
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martedì 5 luglio 2011
Way Down - A Soulful Bee, a Soulful Rose (Curtis Amy)
Curtis Amy (1929-2002) fu un texas tenor come il suo semiomonimo King Curtis e, come lui, un apprezzato session man dopo essersi trasferito dal Tennessee, dove era insegnante, a Los Angeles, poco dopo il 1950. Fu per qualche anno direttore musicale con Ray Charles e lo si sente, fra i molti, in dischi di Carol King, di Lou Rawls e dei Doors.
Amy aveva il suono robusto e caldo dei tenori texani, in lui con in più un certo velluto e dei tratti particolarmente chiesastici e vocalizzati. Non è difficile avvertire anche un superficiale influsso coltraniano. In questo spiritoso pezzo «shuffle» si sentono anche Roy Ayers, che sarebbe poi diventato figura cult del primo funk, e l’inglese Victor Feldman.
Way Down (Onzy Matthews), da «Way Down», Pacific Jazz ST-46. Roy Brewster, trombone a pistoni; Curtis Amy, sax tenore; Roy Ayers, vibrafono; Victor Feldman, piano; George Morrow, contrabbasso; Tony Bazley, batteria. Registrato il 5 febbraio 1962.
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A Soulful Bee, a Soulful Rose (Amy), ib. ma con Marcus Belgrave, tromba, e John Houston, piano, al posto di Feldman. Registrato il 29 gennaio 1962.
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Amy aveva il suono robusto e caldo dei tenori texani, in lui con in più un certo velluto e dei tratti particolarmente chiesastici e vocalizzati. Non è difficile avvertire anche un superficiale influsso coltraniano. In questo spiritoso pezzo «shuffle» si sentono anche Roy Ayers, che sarebbe poi diventato figura cult del primo funk, e l’inglese Victor Feldman.
Way Down (Onzy Matthews), da «Way Down», Pacific Jazz ST-46. Roy Brewster, trombone a pistoni; Curtis Amy, sax tenore; Roy Ayers, vibrafono; Victor Feldman, piano; George Morrow, contrabbasso; Tony Bazley, batteria. Registrato il 5 febbraio 1962.
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A Soulful Bee, a Soulful Rose (Amy), ib. ma con Marcus Belgrave, tromba, e John Houston, piano, al posto di Feldman. Registrato il 29 gennaio 1962.
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lunedì 4 luglio 2011
[Guest Post #3] 403 & Dean Elliott
Un altro ospite insigne, un grande personaggio nella blogosfera ma per fortuna anche e soprattutto fuori di lì: 403, dal multiforme ingegno dai gusti forse discutibili ma mai banali. Questa per me è una novità.
Folgorato sulla via di casa, fermo a un semaforo, Dean Elliott sente i rumori di un cantiere edile e capisce che quei suoni hanno ritmo! E si chiede come sarebbero stati se, oltre al ritmo, qualcuno gli avesse aggiunto delle melodie. «Zounds! What Sounds!» è la risposta che Elliott si è dato. Ventun anni prima del Fairlight CMI e degli Art of Noise (ma cinquant'anni dopo Luigi Russolo).
L’album di Elliott io non ce l'ho. Ne ho scoperto l’esistenza grazie al primo volume di «Incredibly Strange Music» ritrovandolo poi anche nell’antologia della Ultra Lounge «Space capades» (qui con entrambi i brani che propongo oggi).
domenica 3 luglio 2011
Mist Flower (Andrew Hill)
Mist Flower (Hill), da «Blue Black», Test of Time TOT 10. Jimmy Vass, flauto, sax alto; Andrew Hill, piano; Chris White, contrabbasso; Leroy Williams, batteria. Registrato il 26 febbraio 1975.
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Bohemia After Dark - What’s New (Steve Kuhn)
Il grande pianista Steve Kuhn con Scott LaFaro e Pete «La Roca» Sims nel 1960. Dio santo, che cosa non si sentiva a NY in quell’anno.
Bohemia After Dark (Pettiford), da «1960 Japan», MTCJ 3024. Steve Kuhn, piano; Scott LaFaro, contrabbasso; Pete «La Roca» Sims, batteria. Registrato il 2 novembre 1960.
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What’s New (Haggart), ib.
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Bohemia After Dark (Pettiford), da «1960 Japan», MTCJ 3024. Steve Kuhn, piano; Scott LaFaro, contrabbasso; Pete «La Roca» Sims, batteria. Registrato il 2 novembre 1960.
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What’s New (Haggart), ib.
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sabato 2 luglio 2011
High Seas (Art Taylor)
Oggi mi dettava di sentire un disco di hard bop tipico, quintessenziale, bluenotico, di non eccessivo impegno, ben suonato. Ho trovato che andasse a pennello questo a nome di Art Taylor, praticamente lo house drummer della Blue Note, con altri tre personaggi iconici dell’era e dell’etichetta come Turrentine, Kelly e Chambers.
High Seas (Dorham), da «A.T.’s Delight», Blue Note CDP 7 84047-2. Dave Burns, tromba; Stanley Turrentine, sax tenore; Wynton Kelly, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato il 6 agosto 1960.
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High Seas (Dorham), da «A.T.’s Delight», Blue Note CDP 7 84047-2. Dave Burns, tromba; Stanley Turrentine, sax tenore; Wynton Kelly, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato il 6 agosto 1960.
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venerdì 1 luglio 2011
Past Present (Kenny Wheeler)
Di solito ti propongo musiche che mi piacciono, che ho avuto voglia di ascoltare, che ho scoperto e che voglio condividere con te. È con questo scopo che ho aperto il blog e che lo mantengo, con soddisfazione, da più di un anno. Poi, più raramente, capita che ti faccia sentire cose che invece mi hanno lasciato perplesso o peggio, per conoscere la tua opinione o per sottolineare qualche mia convinzione.
Qui, per esempio, abbiamo una seduta del 1997 con tre jazzisti grandi – Lee Konitz, Kenny Wheeler (titolare), Dave Holland – e uno distinto, Bill Frisell, e quello che ne esce è un prodotto a marchio ECM dei più scontati, come se i quattro si fosse messi d’impegno a fornire un rifinito campionario di ecm-ismi. Ho scelto a caso una delle nove composizioni di Kenny Wheeler: sono perfettamente intercambiabili e, a mio giudizio, tutte ugualmente anodine.
Past Present (Wheeler), da «Angel Song», ECM 1607. Kenny Wheeler, tromba; Lee Konitz, sax alto; Bill Frisell, chitarra; Dave Holland, contrabbasso. Registrato nel 1997.
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Qui, per esempio, abbiamo una seduta del 1997 con tre jazzisti grandi – Lee Konitz, Kenny Wheeler (titolare), Dave Holland – e uno distinto, Bill Frisell, e quello che ne esce è un prodotto a marchio ECM dei più scontati, come se i quattro si fosse messi d’impegno a fornire un rifinito campionario di ecm-ismi. Ho scelto a caso una delle nove composizioni di Kenny Wheeler: sono perfettamente intercambiabili e, a mio giudizio, tutte ugualmente anodine.
Past Present (Wheeler), da «Angel Song», ECM 1607. Kenny Wheeler, tromba; Lee Konitz, sax alto; Bill Frisell, chitarra; Dave Holland, contrabbasso. Registrato nel 1997.
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