Chuck Mangione esordì nel jazz a metà degli anni Sessanta in una dimenticatissima edizione dei Jazz Messengers che però comprendeva anche Keith Jarrett e di cui c’è un’unica testimonianza discografica. Poi si dedicò alla musica leggera, ma producendo nel 1972 questo disco fusionista ma ancora jazzistico e molto piacevole, in un quartetto senza pianoforte (tranne quando Chuck stesso siede al piano elettrico).
In questa Land of Make Believe si sente una prestazione impressionante del batterista. A dare retta alle note di copertina (le quali, caso unico a mia conoscenza, riportano accanto a ogni musicista il suo titolo di studio) si tratta di Ron Davis, di cui non so niente; pare quasi certo che sia in realtà il ben più noto Steve Gadd, in quegli anni frequente collaboratore di Mangione. Fanno eccellente figura anche Mangione stesso e Gerry Niewood al sax soprano.
Land of Make Believe (Mangione), da «The Chuck Mangione Quartet», Mercury SRM 1 631. Chuck Mangione, flicorno, piano elettrico; Gerry Niewood, sax soprano; Joel Di Bartolo, basso elettrico; Ron Davis (Steve Gadd?), batteria. Registrato nel 1972.
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