Se ti faccio ascoltare oggi questo pezzo, tratto da uno dei due Blue Note di Tony Williams di cui ti dicevo un paio di settimane fa, non è per tributo alla memoria, ma perché sono andato a riascoltarlo dopo averlo trovato citato da Ethan Iverson sul suo blog e l’ho trovato effettivamente bellissimo. Riporto qui quanto ne dice Iverson:
Love Song è il solo pezzo del disco con una struttura accordale per l’improvvisazione; qui Rivers, Peacock, Williams e Herbie Hancock attentano un 5/4. Credo che sia il primo cinque del jazz che non affermi pedestremente il metro a ogni battuta, come fa Take Five. Incredibilmente, non temono di perdersi e in qualche modo riescono a destreggiarsi agevolmente nel cinque con alcune battute in tre. Non sempre azzeccano la forma, ma proprio qui è la magia di tutta la musica di quest’epoca con Williams e Hancock: se ne infischiano se per un attimo smarriscono la strada. Questo modo di suonare si sentì per pochissimi anni dei Sessanta, prima che il vernacolo straight-ahead lo bandisse.
Love Song (Williams), da «Spring», Blue Note CDP 7 46135-2. Sam Rivers, sax tenore; Herbie Hancock, piano; Gary Peacock, contrabbasso; Tony Williams, batteria. Registrato il 12 agosto 1965.
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2 commenti:
Mi è rimasta impressa la definizione che desti tu dello stile di Sam Rivers, a metà strada tra un Coltrane e un Ayler "di belle maniere"!
Buon anno. E che lo sia davvero, per tutti.
Ciao, Paolo, un abbraccio anche a te.
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