venerdì 22 luglio 2011

Son of Ice Bag - The Call of the Wild (Lonnie Smith)

  Della pletorica vegetazione di organisti degli anni Sessanta, favorita dall’affermarsi anche oltre l’ambito jazzistico di Jimmy Smith e fomentata poi dai successi del soul jazz nelle sue varie declinazioni, chi è arrivato fino a noi senza conoscere dei veri bassi di carriera è il «Dr.» Lonnie Smith (1942), quell’organista che, convertitosi negli anni Settanta al sikismo, nelle foto indossa perennemente il turbante.

  Dopo aver esordito discograficamente con George Benson, Smith fu lanciato da Lou Donaldson nel suo disco più fortunato, «Alligator Boogaloo», dunque nel solco del soul jazz, se vogliamo, più convenzionale, meno avventuroso; quindi fu scritturato dalla Blue Note, per la quale incise diversi dischi, almeno tre dei quali («Think!», «Turning Point» e «Move Your Hand») di grande rilievo.

  Lo stile strumentale di Smith è meno virtuosistico ma più libero da cliché di quello di Jimmy Smith e di altri organisti contemporanei, le sue scelte di repertorio sono più ambiziose (e assai più rimunerative per i suoi sidemen, che qui suonano con infuocata convinzione) e la sua marca di funk è tutto sommato più proiettata verso il futuro; il disco è del 1968 ma dimmi se la sezione a tempo libero che introduce e conclude The Call of the Wild non ricorda il Miles di «Live-Evil», registrato esattamente due anni dopo. Dirà qualcosa il fatto che il Dr. Lonnie troverà apprezzamento anche fra gli ascoltatori del rock, e ricetto nei loro festival.

  Son of Ice Bag (Hugh Masekela), da «Think!», Blue Note 63843. Lee Morgan, tromba; David Newman, sax tenore; Lonnie Smith, organo; Melvin Sparks, chitarra; Marion Booker Jr., batteria; Norberto Apellaniz, Willie Bivens, conga; Henry Pucho Brown, timbales. Registrato il 23 luglio 1968.



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  The Call of the Wild (Smith), ib. Newman anche al flauto.



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5 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

Effettivamente... Tuttavia... Mah... E ho detto tutto! (Peppino De Filippo).

Marco Bertoli ha detto...

Non è piaciuto?

Paolo Lancianese ha detto...

No, è che tra un Lonnie Smith al suo meglio e un Miles Davis al suo non meglio (nel suo periodo che meno mi piace), io mi tengo comunque Miles Davis. Tutto qui. (E oggi rinuncio a entrambi per continuare a sentire Earl Anderza che proprio tu - ricordi? - mi hai fatto conoscere.

mauro ha detto...

sono d'accordo con paolo.anzi,non fare il tirchio,passa ancora qualche brano di earl :)

Jazz nel pomeriggio ha detto...

Schizzinosi, non si trovano in giro tanti organisti come Dr. Lonnie. Per Anderza… vedremo.