lunedì 30 luglio 2012

I’ve Grown Accustomed To Your Face (James Clay)

 Dal curioso disco a nome di Don Cherry, James Clay esegue in trio la ballad di Lerner e Loewe. Un’esecuzione semplice e raccolta, molto intensa da parte di tutti e tre.

 Clay aveva una lunga consuetudine con Haden e Higgins (e con Cherry): nella seconda metà degli anni Cinquanta, a Los Angeles, era uno del piccolo gruppo di sodali di Ornette Coleman che si riuniva a sperimentare nel garage di George Newman (ne facevano parte anche Ed Blackwell, Bobby Bradford e Walter Norris).

 I’ve Grown Accustomed To Your Face (Lerner-Loewe), da «Art Deco», A & M 395 258-2. James Clay, sax tenore; Charlie Haden, contrabbasso; Billy Higgins, batteria. Registrato dal 27 al 30 agosto 1988.



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7 commenti:

Anonimo ha detto...

Uno dei miei Cherry preferiti, lirico essenziale intenso, uno dei dischi più belli e trascurati della seconda metà degli ottanta, la butto giù così.
M.G.

Marco Bertoli ha detto...

È vero. Ma tutti i dischi di Don Cherry precedenti la svolta ecologica, quella che gli ha dato notorietà presso il pubblico middle brow, sono belli, parlo soprattutto dei Blue Note.

Anonimo ha detto...

E' così. Ma Cherry è stato per troppo tempo ricordato per una sarabanda di robe più o meno buone a tratteggiare il ritratto di un hippie non convenzionale: la moglie scandinava, la casa senza elettricità nella foresta nordica, la tromba di plastica. Tutto vero, ma l'enfasi posta su questi dati (comunque importanti nella costruzione di se stesso e della propria leggenda) spesso ha fatto dimenticare la musica, bella, che suonava.
M.G.

Alberto Forino ha detto...

Ma tutti i dischi di Don Cherry precedenti la svolta ecologica, quella che gli ha dato notorietà presso il pubblico middle brow, sono belli

Sarebbe? Scusate non conosco molto Cherry a parte le cose fatte con Ornette...

Anonimo ha detto...

Ciao Alberto. Mi permetto di anticipare il padrone di casa, probabilmente intento a tradurre o trincare rossese.
I dischi Blue Note ai quali faceva riferimento Marco sono "Complete communion", numero di catalogo BLP 4226, del 1965, credo ancora reperibile con facilità.
Poi il raro e prezioso "Where is Brooklin?", del 1966, BLP 4311. Temo per te accaparrabile solo per vie traverse
Ed infine, sempre del 1966, "Simphony for improvisers", BLP 4247, anche questo ancora in catalogo.
Se poi ti vuoi semplificare la vita, puoi picconare le tue finanze recuperando il Mosaic di prammatica (MD2-145) "The complete Blue Note recordings of Don Cherry". Tutta musica da ascoltare golosamente. Questo per attenerci e fermarci al suo period(in)o Blue Note, perché poi ci sarebbe tutto il resto, che è abbondante, spesso ottimo e sempre stimolante ed obliquo.
M.G.

Marco Bertoli ha detto...

Grazie, M.G, mi riferivo appunto a quei dischi. Anticipo che domani ho programmato due pezzi proprio da Where Is Brooklyn, che personalmente mi sono accaparrato per vie traverse.

Comunque non ho risposto subito perché stavo lavorando per voi: mancherò da casa per qualche giorno (niente di clamoroso: in famiglia nel natìo, montano borgo selvaggio) e ho voluto riempirvi lo stesso tutte le mattinate fino al mio ritorno, fra una settimana grosso modo.

Alberto Forino ha detto...

Grazie M.G. e grazie Marco... vedrò di... emm procurarmeli.