Duane Tatro, di cui questa rimane l’unica testimonianza discografica in ambito jazzistico, viene sempre nominato con Gil Mellé e qualche altro come esponente di una presunta avanguardia jazzistica (perlopiù bianca) di metà anni Cinquanta. Non saprei dirne altro che quanto già ho detto di Mellé, e che la musica di Tatro, che è più scritta di quella di Mellé, è più ancora di quella congenere al West Coast jazz – la formazione parla chiaro.
Nothing to write home about, per quanto mi riguarda: una modernità atteggiata e già vieta pochissimi anni dopo, un po’ come la Firebird che ne illustra la copertina. A quel punto, meglio Gil Mellé, ma meglio ancora Teddy Charles. O addirittura Shorty Rogers, che almeno non si prendeva tanto sul serio.
Turbulence (Tatro), da «Duane Tatro’s Jazz For Moderns», Contemporary/OJC 00025218187824. Stu Williamson, tromba; Bob Enevoldsen, trombone a pistoni; Bill Holman, sax tenore; Ralph Peña, contrabbasso; Shelly Manne, batteria. Registrato il 13 settembre 1954.
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