Bene bene: l’esordio di Valentina vi sta incoraggiando, come speravo. 403 ha promesso addirittura due interventi e ci sarà da divertirsi; e Paolo il Lancianese, il monopolista del quiz, ha mandato addirittura questo suo prezioso lacerto su una scelta preziosissima.
Mi compiaccio veramente del mio blog: questi primi due guest post quanto di meglio non potessi desiderare. Va detto che, a titolo diverso, sia Valentina sia Paolo (sia 403) sono tutti professionisti della scrittura, e si vede.
C’è Mingus. C’è Kirk. C’è Mingus che non suona il contrabbasso ma il piano. E che canta (e come canta!). C’è Kirk che suona il manzello. C’è il blues. C’è il passato e il futuro del jazz. C’è la storia. C’è tutto. Come ogni volta che c’è Mingus. E che c’è Kirk. Con loro, e con gente come loro, avviene sempre il miracolo: se ne esce convinti che vincerà la vita, nonostante tutto. Poi magari non sarà così, e anche le balene si spiaggeranno, ma sarà valsa comunque la pena di lottare. «Mingus, Mingus, Mingus: non un nome ma un verbo, il pensiero che diventa azione, spinta interiore» (Geoff Dyer).
Oh Lord Don’t Let Them Drop that Atomic Bomb On Me (Mingus), da «Oh Yeah», (Atlantic) Rhino 8122737482. Jimmy Knepper, trombone; Booker Ervin, sax tenore; Roland Kirk, manzello; Charles Mingus, piano, canto; Doug Watkins, contrabbasso; Dannie Richmond, batteria. Registrato il 6 novembre 1961.
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2 commenti:
applausi a scena aperta per valentina e per paolo.
(appena mi libero di qualcuno dei 51346789 impegni di questi giorni, provo a mandarti qualcosa anch'io.)
"Nonostante tutto", calza a pennello a Mingus e alla sua musica. Bellissimo pezzo e molto suggestiva presentazione.
Valentina
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