Freddie Hubbard, che pochi mesi prima di questo disco aveva suonato in «Out to Lunch» di Dolphy (e pochi mesi dopo avrebbe suonato in «Ascension» di Coltrane), mostra di non essere passato indenne da quell’esperienza, e ovviamente nemmeno da «Free Jazz» di Ornette di quattro anni prima. Ma lo mostra a modo suo, senza rinnegare l’hard bop mercuriale, a momenti marziale, che lo distingue. In Breakin’ point fa la comparsa anche una sezione in tempo di calypso.
Gran disco.
Breakin’ Point (Hubbard), da «Breakin’ Point», Blue Note CDP7-93202-2. Freddie Hubbard, tromba; James Spaulding, sax alto; Ronnie Matthews, piano; Eddie Khan, contrabbasso; Joe Chambers, batteria. Registrato il 7 maggio 1964.
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2 commenti:
Il mio preferito di Hubbard e uno dei miei dischi preferiti in generale. :)
Capolavoro.
La versione di Mirrors (in realtà sul cd ce ne sono due) è pura emozione. Tra l'altro il pezzo più bello mai scritto da Chambers.
M.G.
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