mercoledì 14 gennaio 2015

Time After Time (Stan Getz)

 Stan Getz, ricordo di aver sentito dire da Gianni Basso, «non è il più grande dei saxofonisti, ma è il più perfetto». Si vuole poi che Coltrane abbia detto: «noi saxofonisti vorremmo tutti suonare come Stan Getz». L’assolo di Getz in Time After Time è davvero prossimo alla perfezione, nel suo ambito e nel suo stile, a cominciare dall’esposizione espressiva e musicalissima del tema; l’improvvisazione, se la trascrivessimo e ne tracciassimo poi un diagramma, mostrerebbe un succedersi di picchi e avallamenti armonioso ed equilibrato già  all’occhio, e una texture che alterna in modo sorprendente eppure logico passaggi filanti e picchi resi più aspri da poche blue note e da un ispessirsi della sonorità.

 Il trio ritmico, qui e in tutto il disco, va come un sogno.

 Time After Time (Styne-Cahn), da «Award Winner», Verve 543 320-2. Stan Getz, sax tenore; Lou Levy, piano; Leroy Vinnegar, contrabbasso; Stan Levey, batteria. Registrato il 2 luglio 1957.



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