Hampton Hawes mi piacque non appena lo sentii duettare con Charlie Haden su Turnaround di Ornette, avevo tredici o quattordici anni. Ma mi ci è voluto del tempo per imparare la profondità e (non so come meglio dire) la verità del suo stile, la sua relazione profonda e naturale con le radici culturali della musica, la sua nuda sincerità espressiva perfino in certi brutti dischi col piano elettrico dei primi anni Settanta. Maturando poi delle mie riflessioni sulla tecnica strumentale in relazione alla musica, ho capito anche che eccezionale pianista sia stato.
Qui senti Hamp a pochi mesi dalla morte, che lo colse prematurissimamente nel 1977, e allo zenith della ricchezza lessicale ed emotiva, accompagnato davvero come meglio non sarebbe possibile da Brown e da Manne.
Blue in Green, immortalata da Miles Davis e Bill Evans in «Kind of Blue» e poi ripetuta tante volte da Evans stesso, è riletta come se i tre non conoscessero nemmeno quella prima versione, ed è un disvelamento. Killing Me Softly è una canzone che nel 1974 conobbe un immenso successo internazionale e che è piaciuta a molti jazzisti, benché non si presti moltissimo all’improvvisazione. È anche una delle mie canzoni preferite e per questo te la propongo qui dopo averti proposto tempo fa la versione più famosa, quella di Roberta Flack.
Blue in Green (Evans), da «At the Piano», Contemporary/OJCCD 877. Hampton Hawes, piano; Ray Brown, contrabbasso; Shelly Manne, batteria. Registrato nell’agosto 1976.
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Killing Me Softly With His Words (Fox-Gimbel), id.
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