L’ultima (per il momento, s’intende) golden age del jazz, e sottolineo jazz, per quanto mi riguarda si è svolta fra i tardi anni Sessanta e poco dopo la metà dei Settanta, proprio come per il cinema americano, e per larga parte io ne ascrivo il merito ad Anthony Braxton e ai tanti con cui collaborò in quel periodo - pochissimi giorni fa ricordavo Chick Corea; in You Stepped, qui, gioisci della maestria incomparabile di Dave Holland, in dialogo e in assolo.
Per dirla con ricordo più chi (Luciano Berio, forse), si sentiva fra l’altro come questa gente avesse sperimentato seriamente e senza inibizioni, ma a casa, e solo dopo fosse andata a proporre al pubblico una parte di quelle sperimentazioni. Non intendo con ciò dire che andare su alla cieca e vedere «l’effetto che fa» (improvvisazione radicale) sia sempre male: per qualcuno immagino sia una specie di terapia, e se i musicisti sono bravi (non che al pubblico importi, o che sia in grado di accorgersene) a volte i risultati potranno anche essere discreti. Ma succederà sempre per caso, e io delle robe fatte alla sperind*o ne ho piene le budella.
You Stepped Out of a Dream (Brown-Kahn), da «Five Pieces 1975», Arista/Mosaic MD8-242. Anthony Braxton, sax alto; Dave Holland, contrabbasso. Registrato il primo luglio 1975.
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(Comp. 23 H) (Braxton), ib. Braxton, flauto; Kenny Wheeler, tromba; Holland; Barry Altschul, batteria. Registrato il 2 luglio 1975.
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