sabato 22 agosto 2020

Topsy – Lady Be Good (Jimmy Rowles)

 Jimmy Rowles fa il suo omaggio a Count Basie suonando due canzoni strettamente associate a quel grande (grande anche come pianista, infatti). Il bello è come lo fa, ma come lo faccia io non sono certo di sapertelo dire. Ci provo. Rowles, uno dei pochi pianisti originali del jazz moderno, non è un pianista basiano e non si diverte qui a semplicemente inserire qualche stilema di Basie nel suo eloquio come, per dire, aveva fatto un altro grande pianista, Johnny Guarnieri, in certi dischi famosi di Lester Young.

 In Lady Be Good e soprattutto in Topsy, Rowles «interpreta» Basie come un grande attore interpreterebbe Amleto od Osvald, senza scrupoli di verosimiglianza fisica, ma individuando i connotati e ciò che circonda il personaggio e che lo caratterizza nel dramma per farlo aderire a sé: fuor di metafora, Rowles isola alcuni usi ritmici e timbrici, pianistici, di Basie, e ha poi cura di inserirli nel proprio discorso che è collocato a sua volta in una cornice ritmica e in un ambiente sonoro – la sezione ritmica impeccabile, con l’immenso Red Mitchell – che alla ritmica di Basie si rifà espressamente: un quattro leggero, elastico, come quello della leggendaria All American Rhythm Section di Basie, Green, Page e Jones.

 In Topsy il primo chorus d’improvvisazione, liquido e astratto, si direbbe quanto di più lontano dallo stile di Basie: ne è invece un’affettuosa ricreazione quasi per rifrazione, come un oggetto noto visto attraverso un acquario.

 Topsy (Battle-Durham), da «Rare – But Well Done», [Liberty] EMI Japan TOCJ 50022. Jimmy Rowles, piano; Red Mitchell, contrabbasso; Art Mardigan, batteria. Registrato nel 1954.

 Lady Be Good (Gershwin-Gershwin), id.

4 commenti:

Paolo il Lancianese ha detto...

Grande musica, grandi musicisti, bellissimo commento!

Marco Bertoli ha detto...

Grazie, Paolo!

Oliviero Marchesi ha detto...

«In Lady Be Good e soprattutto in Topsy, Rowles "interpreta" Basie come un grande attore interpreterebbe Amleto od Osvald, senza scrupoli di verosimiglianza fisica, ma individuando i connotati e ciò che circonda il personaggio e che lo caratterizza nel dramma per farlo aderire a sé (…)  In Topsy il primo chorus d’improvvisazione, liquido e astratto, si direbbe quanto di più lontano dallo stile di Basie: ne è invece un’affettuosa ricreazione quasi per rifrazione, come un oggetto noto visto attraverso un acquario».

Essendo io (come tu ben sai, Marco) un Aspirante Giapponese, trovo sconveniente lasciar trasparire le mie emozioni. Ma in questo caso, oh, non ci posso far niente: sei il mio critico jazz preferito.

Marco Bertoli ha detto...

Certe volte è bello dare libero sfogo agli affetti, per esempio: quando c’è da farmi un complimento :-)

Grazie!