lunedì 24 agosto 2020

Manhattan Cry (Don Cherry)

 Don Cherry nel 1966 registra questo disco che ricorda le grandi imprese di Ornette soprattutto, come dire, per la letizia sonora e spirituale che lo pervade. Un disco, soprattutto nella seconda parte che ti presento qui oggi, di New Thing, certo, era il 1966, ma d’ininterrotta piacevolezza, proprio com’era Free Jazz, pur con le intemperanze sonore di Pharoah Sanders.

 Si tratta fra l’altro di una pionieristica istanza di collaborazione americana ed europea nell’ambito del jazz d’avanguardia, per la presenza di Karl Berger e di Jean-François Jenny-Clark. 

 Un documentario su Don Cherry della tv svedese, 1978.

 Manhattan Cry (Cherry), da «Symphony For Improvisers», Blue Note BST 63823. Don Cherry, cornetta; Gato Barbieri, Pharoah Sanders, sax tenore; Karl Berger, piano e vibrafono; Henry Grimes, Jean-François Jenny-Clark, contrabbasso; Ed Blackwell, batteria. Registrato il 19 settembre 1966.

3 commenti:

loopdimare ha detto...

Mi sono perso lininterrotta piacevolezza di Free Jazz.

loopdimare ha detto...

La presenza del pianoforte allontana la seduta dalle tentazioni ornettiane e sottolinea la vena intimista di Cherry, che forse fu violentata dagli eventi del momento.

Marco Bertoli ha detto...

-- Mi sono perso lininterrotta piacevolezza di Free Jazz.--

Prova ad ascoltarlo senza interruzioni, due o tre volte di seguito…