Reload dal 28 dicembre 2014.
Il fascino di questo pezzo, che dà suono all’inerzia un po’ stuporosa un po’ malinconica evocata dal titolo, si deve, non meno che all’esecuzione, alla semplice composizione di Duke Pearson, sedici battute in forma AB. Tutti vi suonano bene, e ci mancherebbe, ma Joe Henderson benissimo, con sorprendente libertà.
Idle Moments (Pearson), da «Idle Moments», Blue Note ST-84154. Joe Henderson, sax tenore; Bobby Hutcherson, vibrafono; Grant Green, chitarra; Duke Pearson, piano; Bob Cranshaw, contrabbasso; Al Harewood, batteria. Registrato il 4 novembre 1963.
5 commenti:
Tra i tanti bellissimi album di Grant Green, "Idle Moments" è, per me, il capolavoro assoluto. Merita tutta l'ammirazione che nutri per lui (il tuo chitarrista preferito, Christian essendo fuori concorso), anche se non mi va giù il fatto che batta 11-0 nell'elenco qui a destra il mio preferito, che è - indovina un po' - Jim Hall!
Non sono insensibile al grido di dolore…
Green piace parecchio anche a me. Di capolavori ne ha sfornati parecchi e ha dato parecchia forza anche ad altri album ai quali ha lavorato "solo" come sideman. Sarò scontato (o sfacciato), ma Idle Moments è uno dei brani più belli di sempre, nonostante la sua imperturbabile lentezza.
Un abbraccio a voi e buone cose.
"Parecchio", "Parecchi" e "Parecchia" sulla stessa riga.
Insostenibile :)
Idle Moments attinge a un ambito espressivo ed emotivo che il jazz raramente ha toccato; penso p.e. a Blue in Green in «Kind Of Blue» e alle ultime cose di Booker Little.
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