venerdì 12 settembre 2014

Solidão – Não è Desgraça Ser Pobre – Coimbra (Amalia Rodrigues & Don Byas)

 Non fu oziosa come potrebbe sembrare l’idea di aggiungere a un complesso di tipica strumentazione fado il sax tenore di Don Byas, perché accompagnasse Amalia Rodrigues, la classica interprete di quella musica tradizionale portoghese. Amalia, il fado e Don erano accomunati da un’espressione (per intenderci) melodrammatica, da un pathos melodico pronunciato che qui si esprime compiutamente in dodici composizioni molto caratteristiche. Don non era più da un pezzo in his prime, ma in un ruolo tutto sommato di comprimario fa un’ottima figura, fra l’altro spesso in piccante contrasto d’intonazione, o di temperamento, con le chitarre. Una delle tre chitarre in formazione è la chitarra portoghese, la cui cassa ha forma «a pera», fondo piatto e corde di metallo.

 Le note del disco non chiariscono quando sia stato inciso; uscì nel 1973, Don Byas morto da un anno, quindi ritengo probabile che la registrazione sia avvenuta poco prima. Ricordo che un disco di fusion fado-jazz lo fece una quindicina d’anni fa il pianista italiano Arrigo Cappelletti, anche lui con tutti musicisti e cantanti portoghesi. Forse te ne farò sentire qualcosa, ma forse anche no.

 Solidão (Brito-Trindade-Ferreira), da «Encontro - Amalia & Don Byas», Columbia 7 90874 2. Amalia Rodrigues con Don Byas, sax tenore; Fontes Rocha, Carlos Gonçalves, Pedro Leal, chitarra e chitarra portoghese; Joel Pina, contrabbasso. Registrato prob. nel 1972.



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 Não è Desgraça Ser Pobre (José Alfredo Santos Moreira-Norberto de Araújo), id.



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 Coimbra (José Galhardo-Armando Vieira Pinto), id.



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2 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

Questo ho trovato - in un sito chhe si chiama "Porcaria sonora", ma "Porcaria é só no nome do blog: aqui é só tem coisa fina!") - e questo riporto (compreso il giudizio forse troppo severo sulla performance di Don Byas):

Em visita a Lisboa em 1968, arranjou-se um encontro entre Don Byas, saxifonista de Jazz americano, e Amália Rodrigues, então no auge de sua carreira internacional. Jazz encontra o fado. Uma cantora e um saxofonista com extraordinário talento para improvisação. Don não conhecia bem o repertório de Amália. Ela, por sua vez, escolheu algumas de suas canções favoritas e junto de seus músicos de sempre (violão acústico e guitarra portuguesa)enfiaram-se todos num estúdio. Doze canções gravadas numa sessão única, sem preparação nenhuma.
O resultado é, no mínmo, muito interessante. Se por um lado encontramos Amália numa das suas melhores performances registradas em estúdio, perfeita e irretocável com seus músicos do começo ao fim, nos deparamos com um Don Byas bastante perdido, tímido, tateando as canções.

Marco Bertoli ha detto...

Grazie Paolo! Dunque, 1968.