domenica 17 marzo 2013

Baltimore Oriole (Booker Ervin)

 Il Baltimore Oriole è un bellissimo uccellino che per Hoagy Carmichael, autore di questa canzone, personifica una bella fedifraga. Secondo me, però, Booker Ervin, nell’interpretarla con il suo tipico vigore agonistico, pensava piuttosto alla squadra di baseball del Maryland che porta il medesimo nome. Quell’esoterico sport, infatti, è stato sempre popolarissimo fra i jazzmen.

 Curiosità della seduta è la presenza di Teddy Edwards, pregiato sax tenore, come arrangiatore. L’orchestra è infarcita di grandi nomi, guarda solo che razza di sezione trombe.

 Baltimore Oriole (Carmichael-Webster), da «Booker ’n’ Brass», Pacific Jazz 7243 4 94509 2 9. Booker Ervin, sax tenore, con orchestra arrangiata e diretta da Teddy Edwards. Charles Tolliver, Ray Copeland, Johnny Coles, Richard Williams, tromba; Britt Woodman, Bennie Green, trombone; Benny Powell, trombone basso; Kenny Barron, piano; Reggie Johnson, contrabbasso; Lenny McBrowne, batteria. Registrato il 12 settembre 1967.



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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho dubbi che Booker pensasse al mio adorato baseball. Gli Orioles, in quel momento, erano la squadra dominante, risorta dopo varie vicissitudini negli anni cinquanta, riportata nelle Major Leagues e capace di vincere il titolo nel 1966, quindi ancora campione in carica al momento della registrazione di questo pezzo.
M.G.

Marco Bertoli ha detto...

Nell'articolo che linko scoprirai, se già non lo sapevi, che Armstrong fu sponsor di una squadra di palla-base di New Orleans; e più di una famosa foto degli anni Venti e Trenta lo mostra con la mazza o il guantone.

Anonimo ha detto...

Non lo sapevo. Ma il baseball era popolarissimo non solo tra i bianchi anglosassoni e poi nelle comunità italo-americane e latino-americane. Anche i neri lo adoravano, ma erano costretti a giocarlo nelle leggendarie negro-leagues, che, per fortuna, cessarono di esistere dopo l'ingresso, come ben sai (avendo tradotto la sua biografia), di Jackie Robinson nelle major. Un evento che cambiò il corso della storia non solo dello sport, ma anche della società americana.
M.G.