lunedì 28 gennaio 2013

Baby, Won’t You Please Come Home - Way Down Yonder in New Orleans (Louis Armstrong)

 Louis Armstrong colto nelle prime sue due tournée europee del dopoguerra. Il primo pezzo fu registrato a Trieste nel 1949, davanti a un pubblico di militari americani, con la formazione originale e più bella degli All Stars (il cantante, inconfondibile, è Teagarden), il secondo a Berlino nel 1952 con un line-up comunque di riguardo, in particolare Trummy Young.

 Louis è tutte e due le volte in forma eccellente, teste soprattutto il brillante assolo in Baby, Won’t You Please Come Home.

 Baby, Won’t You Please Come Home (Williams-Warfield), da «Louis Armstrong in Europe», MJCD 1087. Louis Armstrong, tromba; Jack Teagarden, trombone; Barney Bigard, clarinetto; Earl Hines, piano; Arvell Shaw, contrabbasso; Cozy Cole, batteria. Registrato a Trieste il 9 novembre 1949.



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 Way Down Yonder in New Orleans (Creamer-Layton), ib. Louis Armstrong, tromba; Trummy Young, trombone; Bob McCracken, clarinetto; Marty Napoleon, piano; Arvell Shaw, contrabbasso; Cozy Cole, batteria. Registrato a Berlino il 12 ottobre 1952.



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9 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

"Quella tournée del 1949 ebbe un esito trionfale. Quando fu terminata sul tavolo di 'Musica Jazz' piovvero un'ottantina di ritagli di recensioni apparse in altrettanti giornali italiani. I commenti più imbarazzanti erano quelli dei critici 'classici' che non sapevano evidentemente cosa dire, e che facevano discorsi vaghi, pigiando sul pedale del colore. Quello che ci fece più arrabbiare fu Guido Pannain, che sulla 'Stampa' assicurò che 'oggi il jazz non è più di scena" e che soltanto restavano 'le vestigia del grande chiasso che se ne fece'. Incautamente profetizzò pure che se fosse tornato in Italia da lì a cinque anni Armstrong non avrebbe più trovato ammiratori né il più piccolo cinematografo disposto a ospitarlo" (Arrigo Polillo, "Stasera Jazz"). In realtà anche la tournée del 1952 fu un trionfo, benché (dice sempre Polillo) il gruppo fosse molto inferiore al precedente; e del resto Armstrong stesso, con un labbro tumefatto che faceva impressione, sembrava aver perso lo smalto di un tempo.

Marco Bertoli ha detto...

Povero Pannain, che oggi non si sa se sia più dimenticato come compositore o come musicologo.

Che bel libro Stasera jazz! Mi ricordo di averlo comperato nella cartolibreria dove comperavo i quaderni di scuola, e con il tratto ossessivo che, tredicenne, già mi caratterizzava, ho segnato la data sul frontespizio: 7 febbraio 1978.

LUIGI BICCO ha detto...

Ah, quindi involontariamente o meno, e se la matatematica non è un'opinione, ti sei lasciato andare a date e ricorrenze svelando infine la tua vera età (per la prima volta solo ai miei occhi, probabilmente) come capita di fare ai personaggi dei fumetti (era Martin Mystére che rivelò l'arcano mostrando involontariamente la propria carta d'identità, hai presente?)

Ma a parte questa cosa, ascoltare Louis Armstrong e Earl Hines nello stesso brano, è sempre un piacere.

Paolo Lancianese ha detto...

Non fu sempre un piacere per Hines suonare con Armstrong che gli faceva - racconta sempre Polillo - clamorose lavate di capo, se solo un accordo suonato dal pianista (ma da chiunque in realtà) non gli andava bene. E pensare che Hines era da tutti detto "Fatha"! Polillo sostiene di aver conosciuto solo un caporchestra altrettanto severo: Buddy Rich.

Marco Bertoli ha detto...

Luigi: non faccio il misterioso sull’età, finora non c’era stata mai l’occasione. Aggiungo che, avendo cominciato a sentire il jazz in età insolitamente tenera, sono ormai quasi quarant’anni che lo pratico… Ogni tanto ci penso, mi ricordo di aver fatto in tempo a vedere dal vivo Bill Evans, Art Blakey e addirittura Billy Butterfield, il trombettista di Bob Crosby. E mi sembra quasi incredibile.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Paolo:
Ah. Per curiosità, di quale Polillo parliamo? Arrigo o Roberto?

@ Marco:
Tanta tanta invidia per aver visto quei personaggi dal vivo. Io, che di anni ne ho una decina in meno dei tuoi, "pratico" il jazz da un venticinquennio, ma purtroppo ho visto solo Joe Henderson a Napoli e Paolo Fresu un paio di volte qui a Torino :)

Paolo Lancianese ha detto...

@ Luigi: Arrigo, ovviamente, e sempre nel ritratto di Armstrong contenuto in "Stasera jazz", ristampato nel 2007 da Polillo Editore. Libro, ha ragione Marco, bellissimo: non solo per la miriade di cose che vi si possono imparare, ma anche proprio per la qualità della scrittura - affabile, elegante, divertente persino.

Marco Bertoli ha detto...

Sì, parlavo di Arrigo Polillo.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Paolo e Marco:
Grazie per la precisazione. "Stasera Jazz" è uno di quei libri che voglio prendere da tanto, ma che non mi sono ancora deciso ad ordinare. Adesso che me lo consigliate anche voi, mi sa che l'acquisto diventa obbligatorio.
Chiedevo anche di Roberto, fotografo anche per Musica Jazz, appunto, perché ha lavorato con il padre anche a "Swing, Bop & Free" (qui).

Per Marco: A proposito di acquisti, un altro libro che dico di voler prendere da parecchio è Come si ascolta il Jazz che, ho scoperto solo qualche giorno fa sul sito, hai tradotto proprio tu :)